Pietre in equilibrio con la land art
Ci sono opere d’arte che ci lasciano a bocca aperta per la loro bellezza, altre invece, come le pietre in equilibrio, perché sfidano veramente le leggi della natura, in questo caso quelle della Fisica. I più sospettosi credono che si tratti di pietre incollate o tenute unite con qualche strano trucco della chimica, ma l’unico trucco che c’è si chiama forza di gravità. Quando si tratta di pietre sistemate in equilibrio, è tutta una questione di bilanciamento, a volte si arriva addirittura a creare delle sculture che resistono parecchio tempo, anche se sottoposte ad intemperie.
Pietre in equilibrio: descrizione
Queste creazioni con pietre sono una forma di espressione artistica originale e ufficialmente riconosciuta. Si tratta di composizioni fatte con delle pietre che vengono di fatto tecnicamente sistemate in equilibrio una sull’altra sfidando le leggi della fisica e in particolare della forza di gravità. E’ difficile credere ai propri occhi quando si vede una di queste opere d’arte che molto spesso hanno una durata limita nel tempo, alcune resistono qualche minuto, altre anche diversi giorni.
Tra le creazioni con pietre in equilibrio rientrano anche delle espressioni artistiche come gli inukshuk. Si tratta di costruzioni in pietra usate come punto di riferimento dagli Inuit, Inupiat, Kalaallit, Yupik e da altri popoli della zona artica dell’America settentrionale.
Ne possiamo trovare alcuni esempi soprattutto in zone geografiche precise, quelle comprese tra l’Alaska e la Groenlandia che sono aree situate oltre il circolo polare artico dove non ci sono punti di riferimento naturali. Lì è una tundra continua. Se vogliamo farci un’idea di queste opere, possiamo dare una occhiata alla bandiera della regione di Nunavut in Canada che ne riporta una rappresentazione stilizzata. Sempre gli inukshuk comparivano anche nel logo per i XXI Giochi olimpici invernali che si sono svolti a Vancouver nel 2010, sempre in Canada.
Pietre in equilibrio: significato
Al di là dello sfidare le leggi della natura, che senso può avere il creare delle opere d’arte come queste? Oggi è considerata in tutto e per tutto una performance artistica denominata anche Land Art o arte Effimera. Potremmo definirla un viaggio alla ricerca dell’equilibrio, si cerca quello tra due o più pietre per poter trovare il proprio. Chi si dedica a questo genere di opere d’arte deve essere certamente in grado di mostrare pazienza ed umiltà e di estraniarsi dallo scorrere del tempo. Mentre si realizzano queste sculture del tutto originali, ci si immerge completamente nella natura e ci si concentra così a fonda da riuscire a godere appieno di tutti i suoni e del silenzio che ci circonda.
Il costruire opere con pietre in equilibrio è una vera e propria disciplina mentale, ci si può educare a farlo, in parte, e in tal modo si riesce ad accrescere la propria sensibilità sentendosi quasi in “collegamento” con le pietre che si maneggiano, alla ricerca di un equilibrio comune. Esiste anche un manifesto artistico internazionale dello stone balance che descrive la pratica e le sensazioni, i principi e alcune tecniche che presto andremo a scoprire.
Pietre in equilibrio: balancers
I Balancer sono gli artisti che hanno scelto questa forma artistica per esprimersi e che sono in grado di realizzare delle figure di pietra in equilibrio, chiamate anche sculture. Le opere siano molto personali, è facile attribuirle all’uno o all’altro balancer, proprio perché molto dipendono dalla personale sensibilità artistica e anche dalla bravura nella ricerca dell’equilibrio che non è certo un talento comune.
Tra i più noti balancer al mondo non ci sono al momento italiani, vediamo chi sono. C’è il francese Nadine Fourrè, artista che ha scelto di concentrarsi soprattutto sulla ricerca di una forma estetica, facendo interagire l’equilibrio delle pietre con la presenza di materiale legnoso. Le sue opere sono ben riconoscibili e del tutto suggestive. C’è poi anche Bill Dan, un artista che vive a San Francisco. E’ grazie a lui che questa forma di arte oggi risulta molto popolare in tutta l’America e anche nel resto del mondo, lui è e rimane uno tra i più famosi artisti di Rock balancing.
Si aggiungono al gruppo dei migliori balancer al mondo anche Andy Goldsworthy e John Félice Ceprano. Il primo è un artista scozzese, esponente di spicco della Land art, il secondo è invece canadese e fa anche il fotografo, non si occupa solo di Land Art ma anche di “semplice” pittura, proseguendo con questa tecnica la sua ricerca di varie forme di equilibrio statico e visivo.
Impossibile non citare anche Michael Grab tra i balancer, un importante artista del Colorado che sfida l’impossibile creando sculture che rappresentano la fusione tra uomo e natura.
Grab è canadese e fa anche il fotografo, è dall’estate del 2008 che ha scelto di dedicarsi a questa curiosa e affascinante arte durante un trekking in Colorado e da quel momento è sempre stato molto produttivo. Ha anche un sito dove possiamo trovare immortalate le sue creazioni d’equilibrio che per questo artista sono il simbolo della capacità di mantenere un punto saldo nel mezzo delle numerose sfide che la vita ci propone. Ogni giorno si affrontano dei cambiamenti ma ci si può allenare all’equilibrio in divenire.
Pietre in equilibrio: tecniche
Chi volesse dilettarsi con questa arte, è bene che sappia che esistono tipi differenti di pietre in equilibrio e tecniche diverse a cui fare riferimento per la creazione di queste sculture.
C’è quella dell’equilibrio puro in cui ogni roccia è in equilibrio su un’altra grazie ad un solo punto di appoggio. Una vera e propria sfida. C’è quella dell’equilibrio a contrasto, detta in gergo “Counter balance”, in cui ci sono delle rocce più piccole che dipendono dal peso delle rocce sovrastanti per mantenere l’equilibrio. La tecnica delle pietre accatastate, “Stacking balance”, prevede invece la presenza di rocce posate una sull’altra a formare strutture di altezza elevata. Non poteva certo mancare il “Free style”, un mix di varie tecniche, della prima e della seconda, tra equilibrio puro ed equilibrio counter. In questo caso la struttura può avere anche degli archi
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Pubblicato da Marta Abbà il 14 Dicembre 2018