Se le piante grasse con le spine sono più minacciose che altro, le piante che provocano ustioni al contrario appaiono innocue mentre spesso fanno molti più danni. In questo caso vale il detto “se le conosci le eviti”, quindi, impariamo a conoscerle per riconoscerle ed evitare di entrarci in contatto. A tutti viene in mente subito l’ortica, quando si parla di pianti urticanti o che fanno male, provocano bruciori, ma non è l’unica che possiamo incontrare durante le nostre passeggiate nel verde e, se proprio lo vogliamo dire, non è nemmeno una delle peggiori. Ora vi presentiamo tre protagoniste da tenere d’occhio.
Ci sono alcune piante che se ingerite, sono addirittura tossiche e possono mettere a serio rischio la vita di persone e animali domestici, altre invece per contatto creano problemi, anche al solo sfioramento.
Piante che provocano ustioni: Panace di Mantegazza
Il suo nome ufficiale, scientifico, è “Heracleum mantegazzianum”, si tratta di una pianta di origine caucasica che gli Inglese hanno portato in Italia. Nel nostro paese di è diffusa come pianta ornamentale soprattutto nel Nord, in regioni come Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria occidentale, Lombardia settentrionale, Veneto e Trentino. La parte della pianta che crea le ustioni alle persone è la linfa. Quando entra in contatto con la pelle crea eruzioni cutanee e arrossamenti, vesciche e bolle che se non be curate possono anche trasformarsi in vere e proprie ferite o lesioni permanenti. Si può diventare ciechi o subire danni alla vista se questa pianta entra in contatto con gli occhi. I colpevoli di queste reazioni sono i furocumarinici presenti nella pianta, i sintomi non possono che peggiorare se la zona della pelle colpita viene poi esposta al sole perché i raggi ultravioletti potenziano e accelerano gli effetti di questa linfa ustionante.
Piante che provocano ustioni: Ailanto
L’Ailanto, o Ailanthus, è una pianta che si trova molto bene dalle nostre parti, quindi è molto facile incontrarla durante una passeggiata anche vicino alla città e non per forza in piena campagna. E’ una specie arbustiva, cresce nei posti più strambi e abbandonati creando dei cespugli consistenti e neppure troppo bassi. Nonostante siano noti i suoi effetti sulla pelle, viene chiamata “Albero del Paradiso” perché è anche una pianta ornamentale usata nei giardini di tutta Italia. Qual è il suo problema? Sono sia i fiori che le foglie, in grado di provocare, al solo contatto, violenti rush di dermatite allergica.
Piante che provocano danni alla pelle: Colchico autunnale
Il colchico autunnale è molto noto con il nome di “falso zafferano”, nome che vuole in un certo senso sottolineare come sia facile confondersi e rischiare la vita per questo. Altri nomi ancora più minacciosi sono “zafferano bastardo” o “arsenico vegetale”. Questa pianta è velenosa perché contiene colchicina, non va assolutamente assunta perché provoca nausea, vomito, diarrea, dolori addominali e, nei casi di intossicazione molto forte o non subito individuata, anche alla morte.
Per distinguere il Colchico d’autunno (Colchicum Autumnale) dallo zafferano originario è necessario aguzzare la vista e badare al luogo di raccolta e al periodo di fioritura. Lo zafferano non si può trovare nel Nord Italia perché non ama le alture e fiorisce tra fine ottobre e la prima metà di novembre. Lo zafferano falso sta bene anche in Settentrione e fiorisce da agosto a settembre. Se vogliamo riconoscerlo a prima vista dobbiamo contare gli stami, lo zafferano vero ne ha 3 mentre quello falso e da evitare, il doppio.
Altre piante che provocano ustioni
Queste sono le tre peggiori ma la lista non è finita ed è meglio segnarsi gli altri nomi. Quello dell’ortica lo abbiamo già citato. Questa pianta, (Urtica dioica), possiede nelle foglie e nei rami un liquido con istamina, serotonina e acido formico che hanno un chiaro effetto urticante. Noi sentiamo una specie di puntura e la pelle si arrossisce ma non ci sono di solito delle gravi conseguenze.
Un’altra pianta da cui stare alla larga è l’Aconito napello, molto bello ma anche molto pericoloso. Vive nelle zone alpine, fa dei meravigliosi lilla e viola ma è una delle piante erbacee più tossiche della flora italiana. La colpa è tutta dell’aconitina, una sostanza velenosa che può scatenare reazioni violente in tutto il corpo anche in piccolissime quantità. Tra i sintomi più frequenti paralisi cardiaca, vomito, diarrea, crisi respiratoria e anche coma e morte.
Il Bosso è insospettabile, o così sembra, eppure è una pianta potenzialmente nemica dell’uomo. Vediamo come mai. E’ velenoso in ogni sua parte perché ricco di alcaloidi, fra cui la bussina, che possono provocare vomito, problemi gastrointestinali e dermatiti. Eppure noi lo ospitiamo spesso nei nostri giardini, all’insaputa di tutti, e in alcune zone alpine e appenniniche dove cresce anche spontaneamente.
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