Piante allergeniche: le piante che provocano allergie

Piante Allergeniche - Piante che provocano allergie

Le piante allergeniche, ovvero le piante che provocano allergie, costituiscono un problema per un numero sempre più grande di persone.

Un’indagine europea ha rilevato che ormai circa 1 cittadino su 4, è affetto da allergie e secondo quanto dichiarato dal Ministero della Salute la rinite allergica (con o senza congiuntivite) colpisce addirittura il 60% della popolazione europea.

In base ai dati ISTAT le allergie costituiscono la terza causa di malattia cronica in Italia dopo osteoporosi/artrite e ipertensione.

In questo articolo troverete un elenco delle piante allergeniche a cui fare attenzione, le indicazioni dei sintomi delle allergie, i periodi più pericolosi per le diverse piante, i consigli per limitare gli effetti negativi e alcuni possibili rimedi.

Quali sono le piante allergeniche

Le piante allergeniche sono piante i cui pollini possono provocare allergie in soggetti predisposti. Le allergie non si sviluppano quindi verso “tutta la pianta” ma verso i pollini che la pianta rilascia durante il periodo della fioritura. Per questo motivo oltre a determinare la tipologia di pianta verso cui si è allergici è importante conoscere i periodi in cui le piante fioriscono, seguendo appositi calendari su siti specializzati.

I tre gruppi principali di pollini allergenici possono essere rilasciati da:

  1. Graminacee, come loglio, fleo, erba mazzolina, gramigna e bambagiona
  2. Erbe come l’ambrosia e l’artemisia
  3. Piante come il nocciolo, il frassino, l’ontano, la quercia, il carpino nero, il carpino bianco, il faggio e la betulla

Le graminacee (foto di apertura di questo articolo) costituiscono il principale allergene del polline e sono la prima causa di allergie da polline in Italia. Circa il 20% della popolazione equivalente a 1 persona su 5, ne è allergica.

Le graminacee producono molto polline e per un periodo lungo poiché la fioritura si manifesta per cicli di più mesi durante l’anno. Sono inoltre molto diffuse in tutto il nostro paese.

La fioritura delle graminacee avviene in genere dal mese di aprile a fine agosto, con il massimo dell’intensità tra maggio e luglio.

A causa del cambiamento climatico però il periodo della fioritura in Italia si sta estendendo, creando problemi per periodi più lunghi a chi ne è allergico.

E’ diffusa nelle campagne, in collina o in montagna, ma si sta diffondendo anche in pianura.

L’ambrosia (come scientifico Ambrosia artemisiifolia) è la seconda causa più importante di allergia in Italia. Il suo polline è altamente allergico, portando bruciore agli occhi, gola secca fino all’asma nei soggetti più sensibili.

L’ambrosia è sempre più diffusa in pianura, su terreni secchi, aiuole, campi e terreni dismessi. Può crescere anche su terreni con elevata concentrazione salina e con scarse sostanze nutritive.

Non è invece diffusa al di sopra del 1200 metri sul livello del mare.

L’ambrosia ha come picco della sua fioritura il mese di agosto, ma può fiorire anche da giugno a metà settembre.

Ambrosia pianta allergenica
L’Ambrosia, una pianta allergenica sempre più diffusa in Italia

Nonostante il suo utilizzo in erboristeria e nella medicina popolare cinese, l’artemisia (come scientifico Artemisia Vulgaris) è un’altra erba i cui pollini sono altamente allergenici.

L’artemisia appartiene alla famiglia delle Composite, piante che crescono soprattutto in collina ma anche in pianura, in prossimità di fiumi e ruscelli.

Il periodo di picco della fioritura dell’artemisia in Italia è nei mesi di agosto e settembre.

Ai soggetti allergici provoca starnuti, naso che cola, arrossamento degli occhi e gola secca.

Infiorescenza di Artemisia
Un’infiorescenza di Artemisia, una pianta allergenica Fonte immagine: Mitel- Università di Udine

I pollini di piante come il nocciolo, il frassino, l’ontano e la betulla in particolare possono creare allergie ai soggetti predisposti ma hanno effetti principalmente locali. I pollini non si diffondono in aree vaste per cui creano minor preoccupazione.

Ciò nonostante nelle città per evitare potenziali allergie agli abitanti si inizia a fare attenzione anche alla tipologia di pianta e a una corretta distribuzione all’interno dei parchi.

Quali sono i sintomi delle allergie all’Ambrosia, all’Artemisia o alle Graminacee

I sintomi delle allergie all’Ambrosia, all’Artemisia, alle Graminacee e ad altre piante sono:

  • bruciore agli occhi
  • starnuti
  • naso che cola
  • gola secca
  • disturbi del sonno
  • prurito.

Come capire se si è allergici all’Ambrosia, all’Artemisia o alle Graminacee

Uno degli indizi è il manifestarsi di uno o più tra i sintomi appena citati in corrispondenza del periodo della fioritura delle diverse erbe e piante.

Per fugare ogni dubbio è possibile eseguire due tipologie di test:

  • Il “Prick test“, un test allergologico che prevede l’applicazione di piccole quantità di allergeni sull’avambraccio per poi monitorare l’insorgenza di manifestazioni cutanee che indicano la sensibilità alle sostanze testate;
  • Il “Rast Test“, un test sierologico per la ricerca di immunogammaglobuline IgE responsabili della reazione allergica.

Questi test possono essere eseguito presso ospedali o ambulatori specializzati.

Perché il nostro corpo genera una risposta allergica alle graminacee, all’ambrosia o all’artemisia

Le manifestazioni allergiche sono la conseguenza di una reazione del sistema immunitario che si attiva individuando erroneamente i pollini come sostanze pericolose per il nostro corpo.

La produzione di anticorpi, le immunoglobuline, stimola alcune cellule immunitarie, i mastociti, a liberare istamina, una sostanza che favorisce l’infiammazione. Da questo meccanismo derivano le reazioni allergiche che possono manifestarsi sotto con i sintomi elencati poco sopra.

Come limitare le reazioni allergiche alle piante allergeniche

Per limitare i fastidiosi sintomi delle allergie alle piante allergeniche possiamo provare a mettere in atto le seguenti contromisure durante la stagione dei pollini:

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  • Evitare di stendere la biancheria all’aperto (in quanto i pollini potrebbero attaccarsi ai vestiti che poi indosserete)
  • Utilizzare una mascherina con appositi filtri antipolline (questa è tra le più vendute su Amazon ad esempio)
  • Indossare occhiali da sole per evitare il contatto degli occhi con il polline
  • Trascorrere alcuni giorni al mare dove i pollini sono meno presenti
  • Pulire con maggior regolarità mobili, divani e tappeti
  • Lavare i capelli prima di andare a letto (per evitare di trasportare pollini sul cuscino)
  • Smettere di fumare o comunque cercare di limitare il consumo di sigarette e il fumo passivo
  • Evitare cibi che possono potenziare la reazione allergica (vedere ultimo paragrafo di questo articolo)

Per individuare con precisione i periodi di fioritura delle piante allergeniche in relazione alla vostra zona di residenza potete consultare i calendari pollinici disponibili online o i bollettini dei pollini. A questo fine vi consiglio di vistare il sito ufficiale dell’AIA, Associazione Italiana di Aerobiologia.

Farmaci per contrastare le allergie al polline

Se le contromisure che abbiamo elencato non risolvono o alleviano a sufficienza la vostra allergia potrete rivolgervi al vostro medico per farvi prescrivere farmaci specifici.

Sul sito dell’autorevole Humanitas Research Hospital, ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario si segnalano i seguenti farmaci:

  • Farmaci broncodilatatori e corticosteroidi da nebulizzare attraverso erogatori spray o da assumere in compresse per via orale.
  • Farmaci antistaminici, antagonisti dei recettori istaminici che bloccano la produzione di istamina e alleviano la maggior parte dei sintomi delle allergie, in particolare prurito, starnuti e lacrimazione.
  • Decongestionanti nasali spray.
  • Sodio cromoglicato e antileucotrienici, una classe di farmaci per uso orale che può contribuire ad alleviare i sintomi della rinite in poco tempo

Se foste alla ricerca di una soluzione di lungo periodo alla vostra allergia dovrete sottoporvi a un trattamento di lunga durata (dai 3 ai 5 anni) che prevede una terapia desensibilizzante o immunoterapia specifica con estratti allergenici.

Relazione tra allergie al polline delle piante allergeniche e alimentazione: quali cibi evitare

Diversi studi hanno provato un possibile aumento dei sintomi allergici in seguito all’assunzione di cibi appartenenti alle stesse famiglie delle piante allergeniche.

Ad esempio, chi è allergico all’artemisia dovrebbe evitare di mangiare sedano, finocchio, camomilla e zucca nel periodo di picco della fioritura.

Chi è allergico alle graminacee dovrebbe evitare il melone e chi è allergico all’ambrosia dovrebbe evitare banane, anguria, zucchine e cetrioli.

Chi è allergico alla betulla dovrebbe evitare pere e mele.