Piante aliene
Piante aliene, l’elenco delle piante alloctone diffuse in Italia. Le specie esotiche più invasive e quelle invece più apprezzate.
La globalizzazione ha aperto le frontiere a un gran volume di merci e di affari. Purtroppo, però, ha intensificato un fenomeno in grado di arrecare forti squilibri agli ecosistemi, l’introduzione di specie aliene.
Specie aliene, cosa sono?
Una specie aliena non è extraterrestre. Il termine “specie aliena” è equivalente a specie alloctona. In biologia viene definita “alloctona” una specie che a causa delle attività umane si ritrova a colonizzare un territorio diverso dal suo habitat naturale.
E’ importante sottolineare che le specie aliene sono state introdotte accidentalmente dall’operato umano. Alcune specie attualmente considerate aliene sono state introdotte volontariamente, a scopo ornamentale o commerciale, tuttavia, dopo una prima introduzione, queste specie hanno colonizzato il nostro territorio arrecando talvolta danni alla vegetazione locale.
Altri termini usati comunemente per indicare una specie alloctona (o specie aliena) sono: specie non native, specie non indigene o specie esotiche.
Le piante aliene sono pericolose?
In alcuni casi, le piante aliene possono rappresentare una seria minaccia per i nostri ecosistemi. Nella località di origine, quella determinata pianta potrebbe non essere considerata invasiva perché possono esistere predatori naturali o altre piante che competono per le stesse risorse. In Italia, quella pianta troverà certamente condizioni differenti e potrà esercitare la sua eventuale aggressività fino a soffocare le piante locali.
Attenzione!
Non tutte le specie aliene sono pericolose. Vi sono infatti degli esempi in cui le piante aliene sono diventate una ricchezza del territorio nostrano.
Due esempi di specie aliene ormai perfettamente integrate nel paesaggio e nella cultura italiana sono le robinie e il fico d’India. La robinia è ormai molto diffusa. E’ stata introdotta a scopi ornamentali e oggi è molto diffusa soprattutto nelle zone boschive. E’ divenuta parte integrante del nostro territorio tanto da poter essere considerata una specie alloctona naturalizzata.
Le piante aliene più diffuse in Italia
Vi proponiamo l’elenco delle specie botaniche aliene più diffuse in Italia mettendo un accento su quelle più invasive o che comunque potrebbero arrecare forti danni alla biodiversità locale. Ecco l’elenco:
- Ambrosia. Nome botanico, Ambrosia artemisiifolia
- Poligono del Giappone. Nome botanico, Reynoutria japonica
- Senecione Sudafricano. Nome botanico, Senecio inaequidens (specie esotica introdotta volontariamente)
- Panace di Mantegazza. Nome botanico, Heracleum mantegazzianum
- Fior di Loto. Nome botanico, Nelumbo nucifera
- Lenticchia d’acqua minuscola.Nome botanico, Lemna minuta
- Fitolacca. Nome botanico, Phytolacca americana
- Zucchino selvatico. Nome botanico, Sicyos angulatus
- Gelso di carta. Nome botanico, Broussonetia papyrifera
- Ailianto. Nome botanico, Ailanthus altissima
- Ciliegio americano. Nome botanico, Prunus serotina
Nell’elenco abbiamo inserito anche alcune specie esotiche introdotte in Italia volontariamente ma che potrebbero ugualmente arrecare danno alla vegetazione in quanto non sono mai state prese misure di contenimento. La diffusione all’esterno delle zone di introduzione è quindi stata accidentale.
Il Fior di Loto, per esempio, è una pianta introdotta volontariamente agli inizi del ‘900 quando fu coltivata nei laghi di Mantova a scopi ornamentali. E’ una pianta molto amata tanto che nel tempo sono stati selezionato ibridi sempre più rustici e resistenti al freddo. Purtroppo la specie Nelumbo nucifera, anche se molto bella, potrebbe arrecare seri danni a pesci e anfibi per riduzione della luce penetrante nell’acqua e sottrazione di ossigeno. Discorso molto simile quello della lenticchia d’acqua, altamente invasiva e dannosa: crea zona estese invivibili per specie acquatiche, vegetali e animali. L’effetto sulla fauna acquatica è a largo spettro. Uccelli e palmipedi che normalmente si nutrono di pesci e rettili acquatici, sono costretti ad allontanarsi dai bacini idrici resi inospitali dalla lenticchia d’acqua.
L’ambrosia è una pianta molto invasiva e pericolosa per l’uomo. Sono stati documentati un buon numero di casi allergici. I pollini dell’ambrosia causano prurito, lacrimazione, oculorinite e asma bronchiale.
Una minaccia concreta alla biodiversità nostrana è data dal poligono del Giappone, anche questa inizialmente introdotta volontariamente in Europa ma anche in questo caso senza eseguire le dovute valutazioni tanto che di recente è stata inserita nell’elenco delle cento specie più invasive d’Europa. La troviamo soprattutto nelle aree rurali e presso corsi d’acqua dove va a sostituire la vegetazione spontanea. Gli stessi pericoli sono legati al senecione sudafricano, tossico per ingestione per animali e per l’uomo.
Il ciliegio americano, Prunus serotina, è stato introdotto in Lombradia dal Nord America, agli inizi del 1900. Oggi il ciliegio americano si propaga velocemente e sta soffocando specie autoctone.
Specie esotiche invasive
Sono molte le regioni italiane che, per difendersi dalle specie aliene più invasive, hanno introdotto delle norme specifiche. Tali normative regionali sono volte a limitare la diffusione di quelle specie esotiche più invasive.
Anche l’Unione Europea si è espressa sul tema specie alloctone sia quando si parla di animali che piante. Per quanto riguarda la botanica, l’UE ha stilato l’elenco delle piante che non potranno più essere commercializzate. Nell’elenco sono contenute le specie da non commercializzare, le specie aliene da monitorare, da contenere e le piante aliene più aggressive da eradicare.
Pubblicato da Anna De Simone il 17 Settembre 2017