Pianta Miseria o erba miseria
Non ha un nome che le rende onore, se non se ne comprende appieno il significato la pianta miseria o erba miseria. Se si è in grado di andare oltre questo primo ostacolo, spinti dal pollice verde e dalla curiosità, si scopre invece che questa pianta è una soluzione per molti problemi di verde in appartamento perché non richiede una grande cura e si adatta anche a vivere in condizioni non ottimali. Questo nelle stanze di una casa si verifica spesso perché di fatto il clima è quello che mette a proprio agio prima di tutto l’uomo e non le piante, a meno di rare eccezioni.
Pianta miseria o erba miseria
Numerose sono le varietà di questa pianta che possiamo anche trovare indicata con il nome di tradescanzia. Comunque la si chiami, spesso la si condanna ad una brutta fama. Gira infatti voce che porti sfortuna, oggi non sappiamo bene perché, probabilmente le ragioni sono andate perse nel tramandare la leggenda orale ma resta questo pregiudizio. I non superstiziosi però possono godere della sua bellezza e dell’agio nel coltivarla.
Pianta misera: caratteristiche
Queste piante sopravvivono tutte in condizioni anche difficili e si distinguono l’una dall’altra principalmente per l’aspetto delle loro foglie che può cambiare soprattutto per il colore, più che per la forma. È così che arredando la casa anche solo con l’erba misera, nelle sue tante varietà, possiamo ottenere una flora d’appartamento coreografica, con macchie viola, zebrate, e naturalmente di tante sfumature di verde. Come avrete intuito, la parte della pianta più scenografica sono le foglie ma questo non vuol dire che non spuntino anche i fiori, piccolissimi, con sfumature che passano dal rosa tenue al violetto.
Come coltivare la pianta miseria
Possiamo trascurare questa pianta ed essa crescerà lo stesso, ma naturalmente otterremo risultati migliori se facciamo attenzione a qualche piccolo accorgimento. Faccio questa premessa non per indurvi a maltrattare la pianta ma per incoraggiare tutti coloro che, sentendosi dei pollici verdi mancati, non hanno mai il coraggio di comprare una pianta per il proprio appartamento pensando che “tanto non sono capace”. Approfittiamo della grande pazienza e resistenza di quest’erba per sperimentare la nostra capacità di apprendere a coltivare e a prenderci cura di un essere, in questo caso di un essere vegetale.
In generale ama la luce, meglio quindi se possiamo sistemarla in una zona soleggiata, altrimenti il rischio non è quello di farla morire ma di vedere le sua foglie più opache. I raggi diretti del sole possono infastidirla, quindi soprattutto nella bella stagione quando la mettiamo in giardino, evitiamo zone con il sole a picco per troppe ore, potrebbe addirittura bruciare le foglie.
Per quanto riguarda le temperature, più che il caldo soffre il freddo, sotto i 10 gradi meglio portarla in casa al riparo. Anche se ci dimentichiamo di bagnarla, non importa, possiamo essere certi che sopravviverà anche se è meglio non metterla alla prova senza motivo. Di regola l’ideale sarebbe bagnarla due volte alla settimana quando fa caldo e un quando invece le temperature di abbassano. Tollera sia le irrigazioni esagerate che quelle scarse, abbiamo margine per sbagliare, basta che il terreno non sia mai totalmente asciutto.
Il terriccio universale va benissimo per la tradescanzia che è però lievemente sensibile quando si tratta di rinvasarla. Non possiamo decidere da un giorno con l’altro di cambiarle vaso, dobbiamo attendere il mese di aprile oppure in generale l’inizio della primavera. Ogni volta che vediamo che sta stretta rinvasiamola, dovremo farlo spesso perché è una pianta dalla crescita veloce, quando non abbiamo vasi abbastanza grandi, continuiamo a bagnarla e ad amarla.
Erba miseria: storia
L’origine di queste piante appartenenti alla famiglia delle Commelinacee è da ricercare nella regione neotropicale anche se oggi sono numerose le varietà ben diffuse in Europa, amate e adottate negli appartamenti come piante ornamentali. Purtroppo nel linguaggio comune continuano ad essere chiamate erba miseria. A far conoscere questa pianta agli europei fu nel Seicento John Tradescant il giovane.
Era un giardiniere ma non uno qualunque, quello della corte di Carlo I d’Inghilterra, un ugonotto di origine probabilmente olandese, arrivato nel 1637 in Virginia. La Virginia era ai tempi uno dei primi territori colonizzati dagli inglesi in America e accadeva spesso che arrivassero delle piante da questa regione per poi diffondersi in tutta Europa. Curioso sentire che nella sua terra natia questa pianta apprezzata in Europa, Italia compresa, non era molto amata, anzi era considerata una pianta infestante perché capace di attecchire quasi ovunque rubando spazio alle coltivazioni.
In Italia è arrivata negli anni Cinquanta e solo è conosciuta in Europa soprattutto dagli anni cinquanta e non solo nelle varietà da vaso. Esiste anche la Tradescantia virginiana, che cresce in posizione eretta, da coltivare in giardino sempre con gli stessi vantaggi: resiste in quasi tutte le condizioni climatiche, anche in inverno.
Pubblicato da Marta Abbà il 7 Aprile 2020