Pettirosso, un volatile apparentemente dolce e indifeso, un piccolo esserino coraggioso e molto territoriale in verità con delle abitudini tutte da scoprire, anche in fase di accoppiamento. E’ incredibilmente colorato e “ben fatto”, piccolo e creato per volare in modo agile e leggero.
Pettirosso: caratteristiche
Appartenente all’ordine dei Passeriformi e alla famiglia delle Turdidae, il Pettirosso ha una forma rotonda e dei grandi occhi espressivi, è lungo massimo 12-15 cm e mostra un piumaggio multi colore. In particolare ha il dorso color bruno-oliva, il ventre bianco una macchia rosso-arancio sul petto e sulla faccia, che lo rendono riconoscibile tra mille altri uccellini. Le zampe sono rossicce e piccole, proporzionate al resto del corpo.
La sua indole è molto decisa, per non dire aggressiva. Il Pettirosso mostra la sua grinta soprattutto quando si tratta di appartenenza territoriale, nella stagione degli amori diventa poi anche più socievole perché di solito è un pennuto piuttosto solitario.
Nel periodo del corteggiamento, quando il clima diventa più mite, il Pettirosso maschio si avvicina alla femmina arruffando le piume del capo e offrendole cibo fino a quando non trova la sua anima gemella con cui fare coppia fissa.
Individuato un territorio in cui figliare, il Pettirosso lo difende strenuamente e comincia a preparare il nido, solitamente con parti di tronchi d’albero, oppure usando siepi e cavità vicino al suolo. Con l’antropizzazione del paesaggio, questo uccellino ha preso la pessima abitudine anche di usare come base per il nido oggetti da noi come tubature, bottiglie o scarpe.
Pettirosso: richiamo
Esistono, acquistabili anche su Amazon, a 95 euro, dei richiami per Pettirosso come questo. E’ munito di timer e di un CD che contiene 300 canti, si può attivare con il telecomando a distanze anche di 200 metri, ha un altoparlante interno da 20W 126db e la sua batteria, ricaricabile, dura 12 ore.
Pettirosso: coraggio
Il titolo del romanzo di Maurizio Maggiani, che può sembrare fuori luogo, è al contrario azzeccatissimo. Questo uccello è parecchio coraggioso, quando deve difendere territorio, nido e covata. Maggiani racconta altro nel suo libro ma il titolo e il paragone sono azzeccati e vale la pena di leggere cosa ha da dire.
Tornando al Pettirosso, oltre che coraggioso è anche molto vivace e attento a tutto ciò che si muove attorno a lui. Si muove molto con lunghi balzi, fa vibrare le ali e la coda, sembra quasi mettersi in mostra o in posa.
Pettirosso: migrazione
Il Pettirosso è un animale che ama i boschi di conifere, se può scegliere vive lì ma ha anche una grande capacità di adattamento e si mostra resistente anche in ambienti che non sono il suo ideale. Lo troviamo infatti inimmaginabilmente in zone molto cittadine come certi giardini metropolitani e boschetti, spesso in inverno: si trasferisce lì con l’idea di poterci trovare con più probabilità del cibo, ad esempio quando, lavorando in giardino, smuoviamo la terra “offrendogli” vermi e insetti.
Troviamo questa specie in quasi tutta Europa, anche molto a Nord, fino al Circolo Polare Artico, spaziando dall’Atlantico agli Urali ma quasi mai in ambienti asciutti o aperti, con paludi e vegetazione bassa. Se desideriamo che si fermi un po” dalle nostre parti, clima permettendo, possiamo costruire una casetta per uccelli nel nostro giardino coltivando piante amiche degli animali.
Pettirosso: orientamento
Sembrerebbe che i pettirossi sappiano orientarsi per via di una proteina. Suona curioso ma è quello che diversi studi stanno dimostrando e il meccanismo individuato non guiderebbe solo del pettirosso ma anche altri uccelli. Certo c’è da dire che il pettirosso europeo è una delle specie utilizzare per le ricerche. Vediamo meglio cosa si intende dimostrare.
Molti uccelli sono in grado di percepire il campo magnetico terrestre e in tal modo tornare a casa da luoghi sconosciuti, oppure raggiungere le proprie mete in giro per il mondo, anche se lontano Km e Km.
Ad aiutare i pettirossi e i loro colleghi nel percepire questo campo ci sarebbero delle speciali proteine che non tutti gli uccelli hanno, la Cry4. Questo è il nome della proteina in questione, sensibile alla luce, situata nella retina degli animali e appartenente alla classe delle proteine chiamate criptocromi, note per essere coinvolte nei ritmi circadiani o nei cicli di sonno biologico.
Interagendo con il campo magnetico terrestre a livello quantistico, la Cry4 guida gli uccelli, così sembra a sentire i ricercatori che hanno monitorato i pettirossi europei notando che i livelli di Cry4 erano costanti durante un ciclo di 24 ore ma con livelli più alti durante la loro stagione delle migrazioni.
Tutto sembrerebbe tornare, essendo anche in linea con altri studi effettuati da altri team di ricerca su uccelli diversi di pettirossi ma altrettanto in grado di orientarsi. Per essere ancora più certi di questa nuova teoria sul senso di orientamento degli uccelli, servono studi su specie che non hanno la proteina Cry4 funzionante, per capire se hanno o meno una bussola interna.
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