Pesce pulitore, aiutami tu! Aiutami, sia chiaro, chiaro come il vetro dell’acquario che vogliamo, che si tratta di un aiuto. Il pesce pulitore non è un servetto che fa il lavoro al nostro posto, è qualcosa di molto utile ed eccoci a scoprirne qualche specie tra curiosità e utilità. Naturalmente sguazzando in acquari “oceanici” da quasi 100 litri ad altri un po’ più modesti, come quello da scrivania, con tanto di LED.
E’ bene quindi che ogni acquario abbia il suo pesce pulitore, e anche più di uno, ma che sia quello adatto, per mantenere pulito il fondale eliminando le sostanze di rifiuto. Ne esistono numerose specie in commercio, ma nessun pesce pulitore è da intendere come uno “spazzino” dei fondali d’acquario in tutto e per tutto.
Il pesce pulitore non è in grado di ripulire da tutte le sostanze di rifiuto, essenzialmente ci libera, e libera la vasca, dagli avanzi del cibo somministrato agli altri pesci e di tanti altri piccoli organismi presenti nel fondale ma escrementi e foglie fluttuanti, ad esempio, devono essere comunque rimossi da noi.
Il più comune pesce pulitore è il Corydoras e si può scegliere questa tipologia di circa 5 cm, tipica del Sud America, vagliandone le numerose varietà, comprese quelle albine. Questo pesce pulitore ha la fama, se ben curato, di sopravvivere bene anche in acque altamente calcaree, basta tenere una temperatura sotto dei 25°C , non lasciarlo da solo e neanche senza cibo. Mai: pare essere un pozzo senza fondo.
Un altro pesce pulitore che si nutre di alghe – fitofago, quindi – ma di ben altre dimensioni è il Gyrinocheilus. Se in forma, può arrivare a 15-18 cm, ingestibile in piccoli acquari, ed è un peccato perché oltre che essere un pesce pulitore, questo è anche un bel pesce da ammirare all’opera, quando inizia ad attaccarsi con la bocca a ventosa alle pareti vetrose dell’acquario.
Simile abitudine ce l’hanno anche altre tipologie di pesce pulitore, come il pacifico Ancistrus dolichopterus. Lui sguazza in acqua dai 23 a 27°C, ed essendo circa di 13 cm, è utile come divoratore di alghe in grandi acquari – tipo da 100 litri – non certo in uno da circa 60. L’Ancistrus è un pesce pulitore con un corpo piatto da cui spuntano pinne ben sviluppate e una testa grossa decorata da strane escrescenze.
E’ marrone con piccole macchie bianche, ma è un pesce pulitore di quelli con la bocca a ventosa e lo si guarda per quello, quando agisce “in notturna”, meglio se in acqua pulita e ricca di ossigeno. Per metterlo a suo agio è consigliato l’uso di un filtro potente che renda l’habitat acquatico come lui preferisce. Adora anche riposarsi in zone semibuie dell’acquario, le si può creare con grandi radici ad esempio.
Stesso discorso, sulla grandezza, se non peggio, vale per il pesce pulitore detto Crossochelius siamensis che, in un paio di anni, arriva addirittura a 16 centimetri; ma il problema maggiore con questa specie è il carattere forte. Tende infatti spesso a litigare con gli altri ospiti, vanno quindi scelti coinqulini di acquario che si sappiano difendere.
Molto robusto e anche longevo, un ottimo pesce pulitore di alghe è il Hypostomus plecostomus, della famiglia dei Loricaridi. Come altri suoi colleghi si muove soprattutto la notte e in acqua a temperatura 20-28°C. Essendo anche di 28 cm, necessita di una vasca sufficientemente grande, meglio se ricca di nascondigli e munita di un buon filtraggio perchè produce molti escrementi.
L’Hypostomus plecostomus è marrone, con corpo e pinne coperti di macchioline più scure, ma c’è poco da fidarsi perché ha il “vizio” di mimetizzarsi diventando del colore del sostegno a cui è appoggiato.Ha una pinna dorsale che salta al occhio quando è spiegata, certo non quanto la bocca a ventosa e oltretutto dotata di un paio di barbigli. Questo pesce pulitore oltre che di alghe si nutre anche di e piccoli crostacei, ma fa un ottimo lavoro su rocce e vetri dei nostri acquari e non per nulla è una specie estremamente diffusa in commercio.
Molto particolare come pesce pulitore, come aspetto, è poi la Poecilia latipinna detta anche Black Molly e ciò rende subito l’idea di come ce lo dobbiamo aspettare. Nero o nero screziato, ma c’è anche una varietà con coda a lira o quella “balloon” che sfoggia un corpo più corto e un ventre rigonfio. Il Black Molly appartiene alla famiglia dei Pecilidi ed è piuttosto delicato da tenere, forse per questo che non è diffuso pur avendo un suo aspetto molto elegante.
Di “black” ha solo una linea, che gli attraversa gli occhi, ma è un pesce pulitore molto in gamba il Gyrinocheilus aymonieri, soprattutto con i vetri data la bocca a di ventosa Il resto del corpo, lungo dai 25 ai 27 cm anche, è a macchie irregolari e quando è in età riproduttiva è munito di aculei. Segno di aggressività? Forse. Vero è che è spesso protagonista di lotte per il territorio. soprattutto se si hanno più esemplari anziani, troppo aggressivi.
Di compagnia, invece, e da adottare in coppia o in gruppo, è il Boha o Botia fasciata, detto anche Cavedano rigato, della famiglia dei Cobiti. In un acquario a 25 °C non supera i 15 cm si trova bene un po’ con tutti. “Lavora” di notte, ama cavità ed altri nascondigli, ma lo si vede perchè ha tre larghe strisce trasversali nere e le pinne pettorali, pelviche e pinna caudale rosse, oltre a quattro paia di barbigli ed un aculeo erettile davanti all’occhio.
Ha tutte le spine erette il pesce pulitore palla, d’acqua dolce. Diventa così tondeggiante quando si riempie di acqua o di aria, è della famiglia dei tetraodontidi e arriva dall’Asia sudorientale. Oltre alla forma “a palla” questo pesce pulitore ha una grossa testa e gli occhi distanziati e indipendenti, varia in colorazione a seconda dell’origine e sul dorso possono sbucar anche delle strisce. E’ un appassionato pesce pulitore di acquari con vegetazione ricca e arredi anche complessi ma tende ad essere aggressivo.
Come pulire il vetro dell’acquario
Non si può affidare tutti i compiti al pesce pulitore, sarebbe bello, ma occorre fare la nostra parte. Ecco come pulire l’acquario, e il suo vetro, così da poter continuare a goderne la vista e la vita che dentro fluisce. L’acquario costituisce un ecosistema molto delicato e la sua manutenzione è assolutamente essenziale perché proliferazione di alghe e calcare sui vetri oscura la visuale e crea problemi di salute ai pesci.
Le alghe spesso si formano per troppa luce e scarsa igiene, e quando sono troppe, esistono degli attrezzi specifici con cui agire, come ad esempio una doppia calamita. Posizionando le due parti, l’una contro l’altra sul vetro interno ed esterno, si spostano e si staccando le alghe, liberandole nell’acqua che andrà poi sostituita parzialmente. In alternativa è possibile utilizzare una paletta con la lama intercambiabile in plastica o in metallo che, grazie ad un lungo braccio, consente di raggiungere il fondo.
C’è da dire che lamette e raschietti restano difficili da usare perché pericolosi per le mani e per il vetro, ma permettono di rimuovere a fondo le alghe incrostanti. Una economica e facile alternativa sono le tessere raccogli punti dei supermercati, in plastica: non graffiando sono perfette anche per vasche in plastica o in acrilico. Anche i tessuti e la lana di perlon possono essere utilizzati in qualsiasi tipo di vasca perché sono morbidi e non graffiano i vetri.
Un pesce pulitore, scelto bene, magari anche a seconda dei vostri gusti, e della dimensione del vostro acquario, completa l’opera, di pulitura, ma anche per la gioia dei vostri occhi.
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