Il pesce persico non è uno solo, con questo termine si indica una serie di pesci diversi, tra cui anche quello africano, tutti commestibili e di acqua dolce. Non immaginiamoci tanti pesci che differiscono solo per particolari insignificanti, ci accorgeremo che le differenze tra un pesce persico e un altro sono impossibili da non notare anche per chi non sa nulla, o quasi, di animali acquatici.
In Italia troviamo alcune varietà di pesce persico, tre in particolare vivono nelle nostre acque dolci anche se di natura alloctona: il persico trota, il persico sole e il luccio-perca. I più noti di questa categoria sono il persico reale (Perca fluviatilis), il persico africano (o persico del Nilo – Lates niloticus) e il persico spigola (Morone saxatilis X Morone chrysops). C’è anche un persico del Nilo che, pur essendo africano, è molto presente sul mercato italiano, vive in acque poco agitate e non troppo fonde e si fa riconoscere per via delle fauci, molto grandi, e per la groppa molto sviluppata.
Pesce persico africano: ricette
Il pesce persico si mangia, quello africano come anche alcuni altri. Esistono molte ricette che li vedono protagonisti, alcune varietà sono più insipide di altre, possiamo cucinarne i filetti impanati e cotti al forno, oppure alla griglia e in padella. Spesso sono accompagnati da un contorno saporito, che da carattere. Quelle con il pesce persico africano, e non, sono ricette di lunga data e non particolarmente difficili da eseguire, a volte sono anche dei primi piatti perché questo pesce ha un gusto che si sposa bene sia con la pasta che con il riso.
Prima di metterlo in padella, però, conosciamo meglio il pesce persico africano. Possiamo per comodità dire che assomiglia “vagamente” al persico reale anche se la sua colorazione è totalmente bruno-grigiastra con maggior pallore del ventre.
L’Africano si nutre di plancton ma anche di insetti e c’è chi lo considera una specie invasive perché da quando è stato inserito nel lago Vittoria a fini di allevamento, si è mostrato dannoso. Questo ovviamente perché presente con numeri che non sono quelli previsto dalla natura. Il pesce persico africano non è certo a rischio, anzi, e la pesca intensiva non lo sta limitando nella sua espansione sul pianeta.
Pesce persico africano: valori nutrizionali
Dal punto di vista nutrizionale, il pesce persico africano è ipocalorico, ha una carne molto magra e ricca di sostanze nutrienti, ecco perché, pur non avendo un gran sapore, è apprezzato. Questo pesce contiene soprattutto proteine, quelle ad alto valore biologico, in compenso non fornisce molti lipidi e nemmeno molti carboidrati. Chi soffre di colesterolo alto non deve preoccuparsi, può mangiarlo tranquillamente, così fa il pieno di utili vitamine come niacina (vit. PP) e il calciferolo (vit. D).
Pesce persico africano in padella
Cucinare il pesce persico africano in padella è facile. Vediamo velocemente la ricetta con 500 grammi di filetto di pesce persico, 2 uova intere, 50 grammi di farina bianca, 50 grammi di pane grattugiato, 70 grammi di burro e un rametto di salvia. Bisogna pulire e far asciugare bene i filetti di persico per poi farli passare nella farina, nell’uovo, e per finire nel pane grattugiato.
La padella va preparata con del burro associato ad un rametto di salvia, quando è sciolto e caldo, possiamo metterci i filetti, lasciandoli dorare da tutte e due i lati. Scolati e saltati, i filetti di pesce persico africano vanno serviti caldi e con degli spicchi di limone.
Pesce persico africano: filetto
Sempre il filetto di questo pesce può essere cucinato assieme agli agretti (barba del frate) che con il loro sapore amarognolo danno carattere alla ricetta visto che il sapore di questo tipo di pesce non è dei più prorompenti. Nonostante questo è un pesce amato, per le sue carni tenere e polpose.
Prendiamo 800 grammi di filetto di pesce persico, altrettanti di Barba di frate, olio extravergine d’oliva, burro, 90 grammi di farina e un uovo. Serve anche il brodo vegetale, del vino bianco e dell’aglio. Per preparare il pesce va pulito eliminando le lische e diviso in tranci, intanto prendiamo una padella ampia dove sciogliere olio di oliva e burro assieme a uno spicchio di aglio.
I tranci di pesce persico africano vanno fatti passare in una ciotola dove abbiamo messo le uova sbattute e poi va fatto rigirare nella farina in modo che essa aderisca su tutta la superficie. Stavolta niente pangrattato, il pesce persico africano finisce in padella appena olio e burro iniziano a sfrigolare, poi si sfuma con il vino bianco e si lascia evaporare per poi unire gli agretti e il brodo vegetale. Una decina di minuti di cottura a fuoco medio e poi è pronto per essere servito con gli agretti cucinati a parte che fanno da culla.
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