Il pesce gatto africano, per essere distinto da altri pesci gatto, in gergo scientifico viene chiamato Clarias Gariepinus. Lui sì che proviene dall’Africa centrale e meridionale anche se non tutti lo sanno perché da parecchio tempo è stato importato in tutto il resto del continente. Oggi il pesce gatto africano è la specie ittica d’acqua dolce più commercializzata nel continente e nota anche in altri continenti, come il nostro.
Pesce gatto africano gigante
Il pesce gatto africano è gigante, è per definizione un pesce di grossa taglia. Non è un modo di dire, una valutazione relativa, è la realtà perché arriva ad una lunghezza di 150 cm e a un peso di 60 Kg.
Nella famiglia dei Claridi, il pesce gatto africano è una delle oltre 100 specie, nel nostro paese non è presente se non in maniera sporadica, anche perché non è ancora in grado di riprodursi.
Il pesce gatto africano è una specie bentonica, vive in quasi tutti i tipi di acque, sul fondo, lo troviamo negli ambienti più vari tranne che nei laghi al di sotto dei 20 m di profondità. Se potesse scegliere, starebbe negli specchi d’acqua con temperature tra i 19 e i 27°C, però si adatta alle condizioni ambientali più differenti.
Ci sono situazioni in cui ha imparato a resistere anche a momenti “asciutti” perché ha un organo deputato alla respirazione aerea. E’ bene sapere che oltre ad essere un pesce gigante, è anche in grado di generare scariche elettriche.
Pesce gatto africano: caratteristiche
La forma del corpo del pesce gatto africano è cilindrica e allungata, leggermente compressa, con il capo ampio e appiattito, la bocca larga dotata di 6 lunghi barbigli, per la precisione 2 sopra e 4 sotto.
Per quanto riguarda le pinne, quelle dorsale e ventrale si sviluppano in lunghezza, mentre quella caudale è arrotondata e piccola, le aperture branchiali sono piuttosto ampie. Sul dorso il colore del pesce gatto africano è più scuro mentre sul resto del corpo resta brunastra, più chiara a livello del ventre. Può capitare di vedere degli esemplari più giovani con una diffusa punteggiatura sul corpo, ma poi quando crescono scompare.
Pesce gatto africano: ricette
Tra le ricette a base di pesce gatto africano, prendiamone una molto italiana, quella degli spaghetti con sugo al pesce gatto. Servono olio di oliva extravergine, 600 gr pesce gatto, 600 gr pasta di semola di grano duro, 300 gr salsa di pomodoro e poi prezzemolo, peperoncino, sedano coste, cipolla e carota. Per chi vuole, anche un po’ di aglio non fa male.
Facendo cuocere cipolla e sedano, uniamo poi lo spicchio d’aglio e il prezzemolo, lasciando cuocere per circa 20 minuti. Mettendo i pesci nel brodo, copriamo e facciamo cuocere per 15 minuti, poi scoliamo e sfilettiamo. A parte prepariamo un trito di carota, cipolla e facciamo rosolateli con un pezzetto di peperoncino nell’olio per 10 minuti, poi uniamo i filetti di pesce sbriciolati, il pomodoro, sale e pepe.
Questo è il sugo. Gli spaghetti sono da cucinare come gran parte di noi già sa.
Pesce gatto africano: esche
Troviamo il pesce gatto africano in diversi laghetti di pesca sportiva italiani ma solo nella stagione estiva, in generale non è molto diffuso soprattutto perché non trova le condizioni ambientali per riprodursi. Non patisce la fame, però, perché mangia di tutto. Per le esche possiamo scegliere quelle a tranci come la cheppia, l’aringa, la carpa e altri pesci che rilasciano oli che lo attraggono. C’è chi preferisce esche vive oppure gamberi e lombrichi.
Pesce gatto africano: cosa mangia
In natura il pesce gatto africano segue una dieta onnivora, mangia invertebrati acquatici, piante, plancton e pesci ma arriva anche a mangiare frutti e piccoli vertebrati terrestri se sta in superficie e deve sopravvivere. Vive parecchi anni anche perché raggiunge la maturità sessuale a partire da 1 a 4 anni di età.
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