Pernice bianca: caratteristiche, voce e curiosità
La Pernice bianca è uno degli uccelli da ritenere a rischio, oggi, nelle nostre zone, anche secondo la LIPU. Il nome suona familiare probabilmente a tutti noi ma, come capita con molti vicini di casa o colleghi d’ufficio, si finisce sempre per saperne poco dei dettagli della sua vita, del suo vero carattere e di ciò che sta rischiando. Oggi vogliamo farci un po’ i fatti della Pernice Bianca, un uccello della famiglia dei Phasianidae di cui esistono – e già forse questa cosa non è nota a tutti – ben 30 sottospecie.
Un’altra importante notizia su questo uccello è che il suo stato di conservazione non è affatto buono. Non è stato sempre così, in verità. Solo negli ultimi anni la situazione è peggiorata e oggi possiamo considerarla in pericolo perché è stata ufficialmente inserita nella lista rossa delle specie Italiane a rischio di estinzione come specie “vulnerabile”, ovvero in cattivo stato di conservazione. Sicuramente molto dobbiamo al degrado del suo habitat naturale a causa della presenza dell’uomo e delle sue invadenti, a dir poco, attività.
Pernice bianca: caratteristiche
Per riconoscere la Pernice Bianca senza averla mai vista dobbiamo immaginare un uccello dalle dimensioni simili a quelle di un piccone ma di tutt’altra eleganza. Ha le ali bianche e in inverno è tutta totalmente bianca mentre nelle altre stagioni assume un colore più vicino al grigio. Le zampe sono parecchio corte e in volo non ha una grande eleganza ma il suo colore candido e i suoi rapidi battiti d’ala che alterna a brevi planate, lo rendono distinguibile dal piccione a cui non tiene ad assomigliare.
Se vediamo una pernice in volo da novembre a marzo, è bianca nel vero senso della parola, tranne per alcune penne della coda che sono nere e ben visibili. La trasformazione avviene verso il mese di aprile, a seconda delle temperature: le ali e il ventre restano sempre bianchi ma la femmina diventa bruno – giallastra con alcuni segni neri mentre il maschio prende colore sul petto, nero, e sulla parte superiore delle ali, grigie. La muta che riporta la pernice bianca alla sua mise invernale inizia verso il mese di settembre.
Anche i piedi subiscono una sorta di muta, stagionale, perché cambiano forma per andare incontro alle esigenze dell’uccellino che in inverno deve potersi spostare anche sulla neve fresca. Diventano a forma di racchetta da neve, infatti.
Pernice Bianca: dove vive
E’ certamente un uccello alpino, l’unico che ha le dimensioni del piccione per lo meno dalle nostre parti, ma non vive sono in Italia. Possiamo trovare la nostra pernice in Eurasia, in tutta la zona subartica e anche artica, e poi se sorvoliamo l’oceano Atlantico, rieccola nel Nord America, anche in Groenlandia e nella tundra ad alta quota. In piccoli gruppi, poi, ci può capitare di incontrarla anche in altre zone che presentano dei climi simili a quelle appena nominate. Ad esempio nei Pirenei, in Bulgaria, nelle nostre Alpi, in Giappone.
Al di là dei confini geografici, è un uccello che non vive nelle foreste ma oltre, più in alto, dove la presenza delle piante si dirada e cominciano a prevalere le pietre, le praterie alpine, le vallette nivali. In inverno sta sui versanti più soleggiati, dove la neve è meno resistente e riesce a trovare qualcosa da mangiare, in primavera e in estate cerca invece quelli più freschi e non scende mai sotto i 2.500 metri.
Pernice Bianca: cosa mangia
Pur vivendo in zone in cui non è facile reperire del cibo, ostinatamente questi uccellini restano vegetariani tranne che nelle prime fasi della crescita in cui si concedono anche qualche insetto, per potenziarsi. Una volta adulti, solo vegetali. Seguono una dieta a base di fiori e frutti, foglie e germogli soprattutto di quegli arbusti e quelle piante erbacee che riescono a crescere ad alta quota, in climi molto freddi. In inverno cercano vegetali ricchi di zuccheri e proteine ma anche le “pulci della neve”, ricche di proteine.
Pernice Bianca: riproduzione
Lungo il corso dell’anno la Pernice vive in gruppi, non è un uccello solitario, e sia in estate che in autunno forma degli stormi di alcune decine di esemplari. Il corteggiamento inizia a primavera, il maschio si dà da fare segnando il territorio e dando dimostrazione della propria presenza e della propria potenza. Di solito cantano emettendo suoni ripetitivi da speroni rocciosi e poi volano seguendo traiettorie circolari interrotte da decolli e atterraggi improvvisi, studiati appositamente per conquistare l’attenzione e il cuore delle femmine.
L’accoppiamento, e la vita di coppia, dura massimo tre mesi, il tempo di riprodursi ma non certo di svezzare i piccoli che sono totalmente a carico della madre. Li cura nel nido, li cura e li cresce finché non sono autonomi.
Torniamo però al momento della deposizione delle uova: massimo 8 per volta, da covare per 20 giorni abbondanti. In questo periodo piuttosto breve, il maschio è chiamato a fare la sua parte facendo la guardia ai suoi futuri figli ma appena le uova si schiudono, se ne va. I pulcini crescono serenamente con la madre e in tre mesi sono già praticamente grandi come una Pernice adulta.
Pernice Bianca: voce e altre curiosità
Da aprile a giugno, dalle sei del mattino, potete sentire la voce di questo uccello che non è particolarmente melodiosa. E’ un suono rauco tipo “kroo rr kkkk”, inconfondibile.
Curioso, oltre al verso, anche il nome di questo genere di uccello: “Lagopus”. Questo termine deriva dal greco “lagos”, che significa “lepre”, e “pus”, che significa “piede” e ci ricorda le gambe piumate dell’uccello. Il nome della specie, “mutus”, deriva dal latino e significa “muto”, con riferimento al canto del maschio, simile ad un gracidio.
Una terza e più improbabile curiosità riguardante il volatile protagonista di oggi è relativa ai suoi intestini ciechi dentro cui vive una ricca flora batterica molto utile per fare in modo che anche i cibi meno digeribili diventino assimilabili.
Pubblicato da Marta Abbà il 22 Settembre 2019