Perché le auto elettriche non sono ancora uno standard?
Quando si parla di emissioni nocive legate ai trasporti, tutti noi siamo d’accordo che devono essere tagliate. Con nonchalance affermiamo che i veicoli elettrici potrebbero essere la soluione perfetta. Un altro luogo comune sono i costi della benzina, tutti noi vorremmo viaggiare risparmiando e anche in questo caso le auto elettriche si prestano bene. Allora perché ancora non rappresentano uno standard?
Nel mondo, ogni anno le emissioni nocive raggiungono 8.000 milioni di tonnellate di anidride carbonica; di questi il 20% proviene dalle auto a benzina. Insomma, la benzina è cara, il pianeta soffre, perché i veicoli elettrici sono così poco diffusi?
Uno dei frangenti più incisivi è dettato dal costo iniziale del veicolo. I potenziali clienti dovrebbero affrontare una spesa iniziale più grossa rispetto ai costi di un veicolo standar e ben pochi sono disposti a delapidare i propri stipendi per la gloria del pianeta. La cultura dell’investimento a lungo termine non è diffusa e non tutti credono di riuscire a recuperare quanto speso mediante il risparmio del carburante. In ogni modo questa è solo la punta di un iceberg fitto di problemi che analizzeremo brevemente qui di seguito.
-Mancanza di infrastrutture adeguate. La mancanza di stazioni rifornimento ad hoc per i veicoli elettrici è tra i principali svantaggi sia per chi possiede già un veicolo elettrico sia per incrementare una maggior diffusione di tali automobili: il consumatore non vedendo colonnine di ricarica e aree di servizio adeguate, percepisce le auto elettriche come una realtà ben distante dalla vita quotidiana. Così i veicoli elettrici si allontanano sempre di più da quella che è “la convenzione”. E’ paradossale, ma l’assenza di stazioni di rifornimento ad hoc è dettata proprio dalla bassa diffusione dei veicoli elettrici, è quindi un circolo vizioso chiuso che senza una spinta non si spezzerà autonomamente.
-Ansia. Molti potenziali clienti non debuttano nel campo elettrico per fattori psicologici, nella fattispecie, ansia: paura di rimanere senza energia elettrica prima di raggiungere la destinazione, paura di dover affrontare grosse spese legate alla manutenzione; paure che si amplificano dalla “novità” del modello elettrico. Si è restii a compiere il passo perché intorno a noi nessun altro ancora non può raccontare la sua esperienza con l’EV.
-Disinformazione. In Italia non esistono campagne informative circa le vetture elettriche, ogni cosa è lasciata al caso e si aspetta che siano le grandi aziende a compiere il primo passo fornendo auto aziendali elettriche ai propri dipendenti. Le grandi aziende potrebbero concedere benefici ai dipendenti che acquistano auto elettriche ma un aiuto maggiore dovrebbe essere dato dallo Stato. Siamo in netta recessione e questo punto si ricollega alla nostra punta dell’iceberg.
– Tempi di Ricarica. I veicoli elettrici, generalmente devono attraversare una fase di ricarica che richiede un certo quantitativo di tempo. Così, per gli automobilisti, questa procedura diventa difficile da accettare, i conducenti sono sempre stati abituati a “fare il pieno” nel giro di pochi minuti, con un veicolo elettrico i tempi di ricarica sono molto lunghi, una Chevrolet Volt richiede 10 ore per garantire il massimo delle sue potenzialità da 120 volt, una Nissan Leaf richiede addirittura 20 ore. Se la tecnologia non si spinge oltre la sua attuale portata, i tempi di ricarica potrebbero essere proibitivi. Molti progetti prevedono la possibilità di ricaricare l’auto anche durante la guida ma per le applicazioni pratiche a quanto pare ne dovrà passare di tempo.
-La Batteria. I produttori di auto elettriche ne parlano poco, ma c’è un dato di fatto che viene troppo spesso omesso. Le batterie agli ioni di litio hanno una vita breve. Soprattutto se sottoposte a molti cicli di ricarica. Il deterioramento degli standard iniziale della batteria è inevitabile e la batteria registra un calo di performance devastante nel giro di tre o quattro anni.
– Dubbi ecologici. E’ vero che un veicolo elettrico inquina di meno per le sue emissioni nocive, ma è anche vero che sono poche le aziende che prevedono piani di smaltimento adeguati per le batterie usurate. Inoltre, fattore ancora più importante, la benzina inquina, ma lo fa anche l’elettricità se essa proviene da una centrale a carbone, gas o alimentata con fonti non rinnovabili.
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Pubblicato da Anna De Simone il 2 Febbraio 2012