Perché il cervello ha bisogno di silenzio
La musica, per lo meno quella che amiamo, che sia classica oppure rock o punk, fa bene, ma anche l’assenza di rumore è necessaria. Perché il cervello ha bisogno di silenzio, e non solo quando abbiamo mal di testa o siamo stanchi. Dopo aver letto cosa accade nella nostra testa quando non ci sono suoni di vario tipo attorno a noi, impareremo a prenderci la nostra pausa silenziosa. Ho notato degli effetti benefici anche io, che difficilmente spengo la radio, ma quando ho provato mi sono resa conto che un po’ di silenzio fa davvero bene. Rilassa, ma non solo. Ha effetti molto più straordinari.
Perché il cervello ha bisogno di silenzio
Il rumore può essere a volte fastidioso, se è quello del traffico o di un tosaerba, ma altre volte amiamo ascoltare la tv, la radio, la musica e non ci rendiamo conto che il nostro cervello ha bisogno anche di momenti di silenzio. Perché? Perché la «materia grigia» ne approfitta per modificarsi, gestire le emozioni e potenziare la memoria.
Non è affatto facile oggi trovare dei luoghi o dei momenti in cui stare in silenzio. Soprattutto chi vive in città anche di notte non ha tregua, fra traffico e schiamazzi. Ormai ne siamo forse quasi assuefatti e questo non è affatto un buon segno ma non è nemmeno una scusa per non cercare di ricavarci il silenzio di cui abbiamo bisogno. E’ prezioso, sembra che dia gli stessi effetti della meditazione, lo hanno affermato degli scienziati che hanno osservato con delle tecniche di neuroimaging le reazioni del cervello alle diverse attività.
Forse qualcuno non è d’accordo, pensando che i rumori ci distraggono un po’, meglio ancora la radio, ed invece il silenzio ci obbliga ad un tete à tete con i nostri pensieri, motivo per cui spesso ne fuggiamo. AL momento, quindi, l’assenza di rumore può apparirci qualcosa di angosciante e di stressante, ma non è così. Il nostro cervello ha una certa plasticità cerebrale e proprio grazie ad essa, quando regna il silenzio, può finalmente modularsi, alterare il proprio funzionamento e la propria struttura per adattarsi al presente e agli stimoli che gli arrivano. Sia quelli interni che quelli esterni.
L’effetto è quindi molto simile a quello che si ottiene quando si medita o si fanno delle sedute di rilassamento. Insomma abbiamo una tecnica fenomenale per mantenere bene il nostro cervello: approfittiamone!
Perché il cervello ha bisogno di silenzio: benefici
Il nostro cervello ha bisogno di silenzio per ottenere benefici comprovati da numerosi studi. Quando meditiamo in modo regolare e continuo, il nostro cervello può riportare dei cambiamenti che risultano essere duraturi. La nostra architettura cerebrale si modifica proprio come quando ci riusciamo a ritagliare dei momenti di silenzio in modo costante. Come se dovessimo seguire una certa trasmissione TV, proviamo a prenderci un po’ di silenzio al giorno. Vedremo dei miglioramenti concreti, ad esempio un potenziamento di attenzione, maggiore memoria nel lavoro e più creatività, una migliore gestione delle emozioni, un incremento del comportamento pro sociale. Un cervello che gode di tanto silenzio è meno ansioso ed è meno spesso depresso.
Cosa fare per trovare il giusto silenzio
Per liberarci almeno per qualche ora del rumore eccessivo, dobbiamo escogitare dei trucchi che devono essere ancora più ingegnosi se viviamo in una zona densamente abitata. L’ideale sarebbe riuscire a ricavarsi almeno due ore di silenzio al giorno, sarebbero una vera e propria cura per l’ippocampo, la regione del cervello collegata alla formazione della memoria e che può causare, se “stressato”, malattie come la depressione o la demenza.
Proviamo ad individuare dei luoghi silenziosi nel nostro ambiente, in cui fare delle passeggiate, ad esempio, e dei momenti durante la giornata in cui possiamo staccare e non stare ad ascoltare niente e nessuno. A volte di default mi capita di ascoltare la radio nei momenti di transito o al passeggio, non ci penso neppure, viene spontaneo. Potrei ad esempio stare in silenzio e godermelo, aspettando che il mio cervello cambi forma e si rilassi.
Per offrire al nostro cervello un po’ di silenzio possiamo anche agire anche in modo più ampio, iniziando a fare caos all’inquinamento acustico e provando nel nostro piccolo a contrastarlo. Se ci sentisse qualcuno che ha vissuto un paio di secoli fa, troverebbe assurdo il fatto che non riusciamo a ricavarci un po’ di silenzio attorno. Probabilmente ai tempi ce n’era fin troppo, in certi momenti.
L’inquinamento acustico è un fenomeno di cui si parla sempre troppo poco, ma ha i suoi effetti negativi. Oltre a disturbare il nostro cervello, causa anche oltre 3000 infarti all’anno secondo alcuni dati relativi al 2011 ed è stato confermato che c’è una forte correlazione tra rumore e attacchi cardiaci.
Un’altra ragione per imparare a cercare il silenzio che ci serve, senza paura di restare a tu per tu con il nostro cervello e i pensieri che lo affollano. Per approfondire gli effetti della meditazione e del silenzio sul nostro cervello ma soprattutto per sperimentarli di persona, vi consiglio il libro di Chandra Livia Candiani “Il silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione”
Pubblicato da Marta Abbà il 29 Giugno 2022