Pellet: qualità e certificazioni
Pellet: qualità e certificazioni per valutare il miglior combustibile per stufe a biomassa. Come imparare a riconoscere un Pellet efficiente, pulito e dalla migliore resa.
Impariamo a conoscere il pellet, i suoi rendimenti e le certificazioni per capirne la resa.
Il pellet è un combustibile a biomassa molto diffuso. Ottenuta dagli scarti della lavorazione del legno, quei piccoli cilindretti non sono altro che residui di segatura essiccati, privati dalle impurità e pressati per assumere quella forma compatta. Non vi è alcuna colla aggiunta nei cilindri di pellet: la pressa fa sì che la lignina naturalmente presente nel legno si comporti come un collante.
Sul mercato si trovano diversi tipi di pellet, ognuno con una resa differente. In base all’essenza lignea che viene utilizzata per produrlo, il pellet può essere più o meno efficiente.
E’ importante precisare che, in assoluto, non può esistere un pellet migliore, tuttavia la qualità e le caratteristiche dell’essenza possono fare la differenza.
Capire quale è il pellet migliore non è semplice: potete iniziare a provare tante marche differente e osservare quale biomassa arde meglio nella vostra stufa. In parallelo potete valutare le varie certificazioni del prodotto di riferimento.
Come tutti i prodotti, anche il pellet dispone di una etichetta da poter leggere. In primis potete leggere il codice a barre grazie al quale avrete modo di capire la provenienza della materia prima. Certo, questo non basta.
Cosa valutare per scegliere il miglior pellet in commercio? Ecco un elenco di fattori da valutare ma che non sempre è facile da cogliere in etichetta.
- – la provenienza del pellet, è preferibile che provengano da stabilimenti che utilizzano solo legno vergine di primo taglio.
- – La materia prima dovrebbe essere esente da collanti chimici di ogni genere.
- – Meglio scegliere cilindretti lucidi, dal diametro costante e ridotto. Le dimensioni ideali sono intorno ai 6 mm. Più piccoli sono i cilindri e maggiore sarà la quantità di combustibile che riuscirà a entrare nel bruciatore.
- – Il residuo di ceneri prodotto dovrebbe essere sempre inferiore all’1%, nell’ideale dovrebbe aggirarsi intorno allo 0,77%.
- – I quantitativi di cloro dovrebbero essere bassi (0,02), sono indicati in etichetta.
- – Assenza di zolfo (quantità rilevata in etichetta inferiore allo 0,01%). La presenza di zolfo potrebbe indicare presenza di plastiche, additivi o composti chimici di varia natura.
- – Percentuale di umidità che, nell’ideale, dovrebbe aggirarsi intorno all’8% o essere inferiore. Evitate di comprare pellet con un’umidità superiore al 10%.
- – Il potere calorifico è un fattore cruciale per determinare il miglior pellet. Una quota ottimale è intorno alle 4.700 – 5.000 kcal/kg.
- – Scegliere pellet in confezioni integre.
- – Date un’occhiata alle eventuali certificazioni.
Pellet: qualità e certificazioni
Dopo aver elencato i fattori che determinano la qualità del pellet, andiamo a dare un’occhiata agli standard scanditi dalle più comuni certificazioni.
Le certificazioni rispettano precise normative europee. Le certificazioni vanno rilasciate dopo opportuni controlli e analisi chimiche, per esempio:
- verificando che il pellet sia completamente privo di composti chimici artificiali come formaldeide o residui di vernici.
- Testando il potere calorifico.
- Testando il residuo di ceneri.
- Controllando la durevolezza.
- Accertando l’assenza di radioattività.
Ad affiancare le certificazioni non mancano le classificazioni. Di recente è stata introdotta una iclassificazione europea con la certificazione ENplus.
La certificazione ENplus del pellet fa riferimento alla norma EN 14961-2:2011. Questa certificazione viene rilasciata solo dopo aver esaminato accuratamente tutta la filiera produttiva:
- produzione o ricezione della materia prima (truciolato, segatura, residui vari della lavorazione del legno)
- raccolta e stoccaggio
- pressatura
- confezionamento
- test di combustione
- distribuzione del pellet (immissione del pellet sul mercato)
La certificazione ENplus vede tre differenti classificazioni, A1, A2, B.
La classificazione A1 è in assoluto la migliore, indica un pellet dalla combustione pulita e con un residuo di ceneri massimo dello 0,7%. Con la A2 il residuo di cenere arriva fino all’1,5% mentre con la certificazione della Classe B la combustione non è completa e si ha un residuo di ceneri fino al 3%. Nella Classe A1 e A2 la materia prima impiegata è solo segatura mentre nella Classe B si può ritrovare anche corteccia.
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Pubblicato da Anna De Simone il 11 Marzo 2016