Pectina di mela: cos’è e controindicazioni
Pectina di mela o di prugne, o di altri tipi di frutta che non ne contengono una pari quantità ma ne contengono comunque. Ci sono anche gli integratori di pectina ma la cosa migliore è assumerne una corretta quantità attraverso le porzioni di verdura e frutta quotidiana. Quelle consigliate sono ragionevoli per cui non dobbiamo diventare vegetariani o vegani per arrivare ad un corretto apporto di pectina. Di mela o di altro.
Pectina di mela
Ci parla molto di pectina di mela perché questo frutto ne contiene una quantità considerevole, di fatto. In % di peso, considerando i frutti freschi, la mena guida la classifica se si escludono le arance perché per esse andrebbe inclusa la buccia che poi non mangiamo.
La mela ha una percentuale di pectina dall’1 al 1-1,5%, l’albicocca dell’1%, la ciliegia dello 0,4%, le arance dello 0,5, con la buccia molto di più però perché la pectina nella buccia di agrumi costituisce il 30% del peso totale. Nella buccia in generale c’è molta pectina rispetto che nella polpa ed è per questo che i nutrizionisti all’unanimità consigliano di mangiare i frutti interi invece che consumare spremute e succhi di frutta che di fatto sono anche troppo ricchi di zuccheri e poveri di fibra.
Nella vita di tutti i giorni, finora forse a nostra insaputa, noi ingeriamo qualche grammo di pectina, chi 2, chi 6, in media 3 o 4, solo per la frutta che mangiamo. Le mele contribuiscono molto, ma anche le prugne, gli agrumi e l’uva spina. Tra le mele, quelle cotogne sono molto ricche ma la fonte più ricca in assoluto è la pellicina bianca che troviamo attorno ai frutti degli agrumi dopo aver allontanato la buccia. Si chiama albedo, ma non è certo la parte più gustosa dell’arancia o del pompelmo. Ora che lo sappiamo, però, possiamo sforzarci a mangiarne qualche piccolo pezzo semplicemente assieme ai gustosi spicchi non sbucciandoli in modo insistente.
Pectina: cos’è
Abbiamo inteso che fa bene ma non abbiamo detto cosa è in realtà. La pectina è un carboidrato indigeribile, un polisaccaride di struttura che troviamo in alcune pareti delle cellule che vanno a formare i tessuti vegetali. Dal punto di vista chimico essa è composta da una catena lineare di monomeri di acido galatturonico, tenuti insieme da legami di tipo α-(1-4), la pectina è a tutti gli effetti una fibra solubile come poi vedremo, sciogliendola in acqua per preparare gelatine e quanto altro.
Pectina fatta in casa
Ci sono delle fonti naturali, come le mele, la sansa, il bianco degli agrumi, ma è raro che ci si metta a preparare marmellate e gelatine in casa, ricche di pectina. Qualcuno che ancora lo fa c’è, per fortuna.
Nel campo dell’industria alimentare e in quella dietetico-farmaceutica i procedimenti per ottenere pectina sono simili ed in entrambi i casi accade che, a contatto con l’acqua, formi una sorta di gel. Se guardiamo il fenomeno in scala microscopico, si forma un reticolo tridimensionale le cui maglie intrappolano le molecole di acqua e anche altre sostanze alimentari. Ecco perché la pectina è idrosolubile e ha altre proprietà utili per la nostra salute, che fra poco vedremo.
Pectina: marmellata
Il fatto che la pectina si trovi spesso in marmellate e gelatine di frutta non deve ingannarci, non è una sostanza che fa ingrassare o inutile, anzi! Ha virtù dietetiche interessanti che rendono molto preziose anche le gelatine e le marmellate, mai da guardare come nemiche della linea. Non tutte le marmellate sono altrettanto preziose, in termini di pectina, perché al variare del frutto utilizzato ne cambia la dose contenuta.
Essa cambia anche con il livello di maturazione del frutto, da alcuni si ottengono gelatine di consistenza eccellente, da altri si ricavano marmellate piuttosto liquide. Quando ciò accade, si può fare una integrazione con della pectina in polvere oppure con pectina proveniente da altri frutti come le mele cotogne, ma non è di fatto la stessa cosa. Più il frutto è acerbo più si riesce a creare un gel ad alta consistenza.
Pectina: controindicazioni
Di fatto non ci sono particolari contraddizioni per l’assunzione della pectina, a meno che non abbiamo delle intolleranza specifiche. C’è invece da decantare le lodi di questa sostanza che di fatto molte proprietà utili per restare in salute e per mantenere un benessere quotidiano.
Il fatto che sia una sostanza gelificante ed emolliente la rende utile per regolarizzare le funzioni intestinali e in caso di diarrea la pectina aumenta la consistenza delle feci. Questo non vuol dire che non vada bene per chi è stitico che può invece assumerla con grandi quantità di acqua, per favorire il transito intestinale e per ammorbidire le feci.
Troviamo la pectina anche in rimedi contro il rigurgito, ma soprattutto nei trattamenti per prevenire l’aterosclerosi e tutte le malattie associate compreso l’ictus. Contro il colesterolo si può mangiare la marmellata, proprio per via della pectina che fa diminuire ulteriormente i valori di colesterolo LDL nel sangue, oltre a prevenire il cancro al colon. Sembra che una dieta ricca di pectina possa ridurre i rischi cardiovascolari. Anche i trattamenti per la prevenzione del diabete possono prevedere la presenza di pectina.
Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su Twitter, Facebook, Google+, Instagram
Potrebbe interessarvi anche
Pubblicato da Marta Abbà il 26 Agosto 2018