Pavoncella: caratteristiche, abitudini e curiosità
La pavoncella, uccello dal nome scientifico Vanellus vanellus, vive anche in Italia ma non solo. Nel nostro Paese, preferisce le zone del Nord. Ha una sua certa eleganza, un portamento agile e ha un carattere timido, anche se vive in grandi gruppi che si spostano assieme. Tra le sue abitudini, piuttosto modeste, c’è anche quella di creare il proprio nido semplicemente facendo un buco nella terra. In Sardegna è spesso il simbolo decorativo di opere ceramiche.
Pavoncella: caratteristiche
Un esemplare può pesare massimo 300 grammi ma anche la metà. Immaginiamoci degli uccelli alti una trentina di centimetri e con un’apertura alare di circa settanta. La testa è piccola ma molto scenografica perché sfoggia un ciuffo lungo ben 10 centimetri, inoltre ha un sopracciglio bianco e un becco molto nero che entrano in contrasto ma senza dare vita a distonie e asimmetrie. Sia il maschio che la femmina di Pavoncella hanno simili colori del piumaggio, nero nella parte superiore, a volte tendente al verde, mentre nella parte inferiore sono bianchi, con un inserto nero non piccolo.
La corporatura e le forme di questi uccellini sono molto eleganti e raffinati, il becco è corto e dritto, le ali hanno una linea che in volo sembra un arco, il ciuffo non disturba ma compensa la loro ampiezza. Le gambe sono rosa pallido, poco evidenti rispetto al resto del corpo.
Pavoncella: dove vive
Questo uccello di media grandezza vive in quasi tutta l’Eurasia. Nidifica, oltre che nelle aree del Nord Italia, anche in Russia, a nord della Scandinavia, in Islanda, nei paesi centro europei, nei Balcani fino alla Turchia. Sceglie le zone in cui il clima è umido, molto meglio se si trovano vicino ad un mare, ad un fiume oppure ad un lago, o a distese di campi coltivati che possono essere anche un ottimo luogo dove fare rifornimento di cibo. Arriva a quote medio alte, non in montagna.
La Pavoncella è un uccello migratore per cui si sposta nel corso dell’anno. Classicamente raggiunge il mare, il Mediterraneo, per svernare mentre nel momento della riproduzione si ferma nell’Europa centrale e orientale.
Oggi in Europa si stima una popolazione di 1,590,000-2,580,000 coppie, quella mondiale è di 5,600,000-10,500,000 individui. Nel nostro continente il numero di esemplari censiti sta diminuendo e l’Italia è allineata con questa tendenza. I motivi? Sicuramente hanno a che fare con la nostra presenza sul territorio. L’agricoltura intensiva, il degrado del loro habitat, la predazione delle loro uova, l’inquinamento. Tutto ciò sta mettendo in difficoltà la Pavoncella che può essere salvata solo diminuendo in modo costante e deciso la quantità di pesticidi che immettiamo nel terreno, nel suo habitat.
Pavoncella: alimentazione e nidificazione
La sua dieta si basa soprattutto su insetti come i coleotteri e le mosche, ma in caso di necessità spazia anche con ragni, lombrichi e altri invertebrati o crostacei. Le sostanze vegetali che assume sono quelle delle graminacee che trova nei campi oppure i semi di pino. A seconda di dove vive, può trovare anche i germogli e le alghe.
Il momento della ricerca di cibo è quello del tramonto: questo uccello zampetta o corre sul terreno e cerca ciò che gli serve. Di solito vive in gruppi numerosi, anche se è timido e riservato. Le sue abitudini sono semplici, il nido, tanto per fare un esempio, è un buco fatto nella terra, leggermente rialzato, che gli permette di monitorare la situazione e avvistare un eventuale nemico in arrivo. Come funziona la divisione dei compiti? Il maschio scava un po’ di nidi e la femmina sceglie il migliore, quello adatto per deporre le sue uova.
Pavoncella: riproduzione
Il periodo dell’accoppiamento inizia a primavera, per essere precisi nel mese di marzo. Il maschio ha la palla e deve fare la prima mossa, essa consiste nel volare attorno alla compagna prescelta, come se dovesse scavare una tana. Se la femmina ricambia con un simile cerimoniale, è fatta. Ogni volta la femmina tra marzo e aprile depone 4 o 5 uova nel nido, uova piccole e con una copertura molto particolare, con sfondo marrone chiaro e molte striature e macchiette marrone scuro. Il periodo di attesa, e di cova, dura massimo 4 settimane, poi le uova si schiudono e spuntano i pulcini. Ad occuparsene sarà la madre ma non per molto. Un mesetto e i piccoli avranno sia il piumaggio da adulti, sia la capacità di cavarsela da soli nel mondo. Nonostante questa rapidità di svezzamento, è raro che una coppia di Pavoncelle faccia una seconda nidiata nello stesso anno.
Curiosità sulle Pavoncelle
Molte sono le voci sull’origine del nome di questo animale. Alcuni ritengono che richiami i colori del piumaggio del petto, con riflessi bronzei, simile a quello del Pavone. In inglese c’è un altro termine che racconta un’altra caratteristica dell’uccello: “Lapwing”. In inglese lapping significa fare piroette e sono proprio quelle che fa il maschio quando deve corteggiare la femmina.
Cambiamo di nuovo idioma a passiamo al latino. “Vanellus” è un termine che indica il suono emesso dalla Pavoncella quando è in allarme e che ricorda molto il rumore che fa il grano quando ricade nel vaglio.
Pubblicato da Marta Abbà il 25 Settembre 2019