Pausa pranzo: cosa mangiare
Pausa pranzo, mai saltarla, ma non basta. Per mantenersi in forma e in salute, senza appesantirsi e avere l’abbiocco inopportuno o indesiderato sul lavoro, è necessario sapere cosa mangiare e quando. Meglio se cominciamo ad interessarci anche al perché.
Pausa pranzo: perché è importante
Il primo consiglio che all’unanimità viene dato da tutti, è quello di non saltare la pausa pranzo. E’ la scelta peggiore da fare, peggio anche del junk food, perché si rischia altrimenti di avere dei cali di energie, sia a livello mentale che fisico. Ciò significa essere più nervosi o assenti, lavorare peggio o, se non dobbiamo lavorare, non goderci il pomeriggio libero che abbiamo davanti.
Anche se abbiamo poco tempo o pochi soldi in tasca, non limitiamoci a sgranocchiare una barretta energetica o un semplice frutto, con un po’ di organizzazione si può riuscire a gustarsi un veloce pranzo equilibrato e sano.
Molti pensano di poter perdere peso o evitare di ingrassare, eliminando i carboidrati complessi, quindi pane, pasta, riso, in verità i cibi da eliminare sono altri: quelli unti o fritti, oppure i dolciumi confezionati e i panini con la maionese.
Cosa mangiare in pausa pranzo: idee e buone abitudini
Anche l’insalata, spesso lodata perché “sana” non è sempre la scelta migliore se si vuole restare leggeri ma avere energie. Infatti se la arricchiamo con uova sode, mozzarella e tonno, diventa molto più pesante e calorica di un panino pomodoro e mozzarella o di un tramezzino farcito in modo semplice ma completo. La scelta migliore è quella di un secondo con verdura, facile da digerire e che stimola il metabolismo.
Ci sono altre cose da sapere che possono aiutarci nella scelta. Ad esempio, basta condannare il pan carrè perché pur essendo al netto più calorico, è utile e funzionale visto che se ne mangiano due fette per un panino quindi circa 40 grammi. Anche se usiamo il pane normale, imbottiamolo con proteine e verdure, non solo con le prime, ma nemmeno solo con le seconde. Evitando salse troppo grasse.
Se siamo amanti di pasta e riso, e non riusciamo a rinunciarvi, nessun sacrificio è necessario. Basta prepararli con sughi contenenti anche proteine che per assurdo li fanno diventare più light. Per quanto riguarda i dolci, anche qui, nessuno ci chiede di rinunciarvi, basta che siano poco elaborati.
Pausa pranzo a Milano
Per chi vive o passa a Milano e desidera fare una pausa pranzo leggera ma allo stesso tempo che fornisca energia, può fare un salto a That’s Vapore. Si tratta di un luogo dove mangiare cucina italiana leggera, cibi cotti al vapore sul momento, tra cui pasta con verdure, carne e pesce. Si trova in Corso di Porta Vittoria ma anche in piazza Gae Aulenti ed in altri punti della città.
Pausa pranzo: durata
Meno di un quarto d’ora non può durare una pausa pranzo e 15 minuti sono proprio il minimo necessario. In verità ci vorrebbe una mezzora abbondante per poter consumare il pranzo in modo sereno, masticando in modo adeguato e senza strafogarsi. Rischio che corrono molte persone che mangiano fuori casa: in Italia sono 12 milioni, un terzo va in mensa, il 14% circa al ristorante, la stessa percentuale va in un bar e ben oltre il 35% si porta dietro “la schiscetta”. Una comoda è in vendita a 14 euro su Amazon, ermetica e con 4 scomparti.
Pausa pranzo: normativa
Ogni lavoratore ha diritto alla pausa pranzo, non è in discussione, è essenziale ed è anche nell’interesse del capo perché serve per recuperare le energie psico-fisiche. Deve essere un diritto di tutti i lavoratori, ci sono poi vari contratti collettivi che prevedono tempi e modalità, oltre ad alcune categorie di lavoratori, come i videoterminalisti, i lavoratori domestici e i trasportatori, per cui sono previste delle modalità ad hoc.
Pausa pranzo in gravidanza
Se mai va saltata, in gravidanza, mai e poi mai. La pausa pranzo è da fare, regolarmente e con una particolare attenzione a tempi e modi. Va studiato un menù che fornisca tutte le sostanze necessarie in proporzioni bilanciate: il 50% circa delle calorie in carboidrati, il 30% dai grassi e il restante 20% dalle proteine. Una attenzione particolare anche all’assunzione di vitamine, la C soprattutto, e di sali minerali.
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Pubblicato da Marta Abbà il 11 Luglio 2017