Passiflora: proprietà e benefici
Passiflora, appartenente alla famiglia delle Passifloraceae, ha un nome che significa “fiore della passione“, deriva infatti dal latino passio = passione e flos = fiore. E’ stato adottato da Linneo nel 1753, ma ad attribuirglielo sono stati i missionari Gesuiti nel 1610 ispirati dall’evidenza che alcune parti di questa pianta assomigliano a simboli religiosi della passione di Cristo. Prendiamo i viticci, ad esempio: ecco la frusta con cui venne flagellato. E i tre stili, i chiodi, no? Gli stami sono il martello e la raggiera corollina la corona di spine.
La famiglia delle Passifloraceae comprende circa 465 specie di piante erbacee perenni ed annuali. Ci sono arbusti, anche rampicanti e lianose, oppure arbusti e alberelli fino a 5–6 m. Alcune arrivano dall’America centro-meridionale, altre sono provenienti da Nord America, Australia e Asia.
Passiflora: proprietà
La passiflora viene utilizzata sia come pianta ornamentale, nei giardini, per ricoprire muri, recinzioni, pergole, sia per consumarne i frutti, sia per scopi medicinali grazie alle sue svariate proprietà. Già nell’antichità gli Aztechi la usavano come rilassante: sotto forma di infuso, di sciroppo o come estratto fluido ha anche oggi forti effetti sedativi per il sistema nervoso.
E ‘ tranquillante, ansiolitica, antispastica, cura l’insonnia, la tachicardia e l’isterismo. Non è però una sostanza che “rimbambisce”, semplicemente induce un sonno fisiologico permettendo una attività diurna normale. Dopo gli Aztechi, durante la prima guerra mondiale, e dopo, la passiflora è tornata in prima fila come cura delle “angosce di guerra” e l’infuso era usato per la psicoastenia.
Passiflora rampicante
Non tutte la molte specie di passiflora sono rampicanti. Che lo siano o no, le piante mostrano radici carnose, la Passiflora tuberosa e altre simili, hanno radici tuberose. Il fusto è molto ramificato, sottile, colore verde nei giovani esemplari per poi coprirsi di corteccia e vertere al grigio marrone. Le foglie hanno dimensioni e aspetti dei più diversi ed è difficile elencare la varietà esistente nell’universo.
Basta pensare che possiamo incontrare foglie di pochi millimetri come nella P. gracillima, oppure di diversi decimetri, come la P. gigantifolia. Nello specifico quando abbiamo una passiflora rampicante, notiamo viticci o ventose, come nella P. discophora e nella P. gracillima, e in alcuni casi anche delle formazioni spinose.
Passiflora: fiore
Il fiore della passiflora è ermafroditi e, come le foglie, può avere dimensioni molto differenti al variare della specie. Il diametro massimo al momento avvistato è quello da 12–15 cm della P. quadrangularis. E’ un vero spettacolo della natura il fiore, gli stigmi, però, possono avere un odore sgradevole, ne esistono anche di profumati. E’ una scommessa! Da guardare, però, è sempre stupenda.
Passiflora: frutto
Come frutti ci offre delle bacche ovali o allungate che quando giungono a maturazione possono colorarsi di giallo, viola, blu o nero. Ci sono tipologie di frutti che hanno anche striature gialle o verdi. La cosa importante, però, è che all’interno ci sia la polpa gelatinosa (arillo), ricca di piccoli semi di forma appiattita, cuoriformi, di colore scuro, coriacei e rugosi.
Passiflora Caerulea
L’unica specie che possiamo trovare coltivata in Italia, proprio solo perché sopporta il gelo invernale, è la passiflora caerulea. Arriva dal Sudamerica ed è della categoria delle rampicanti, ha foglie persistenti verde scuro, fiori larghi anche 8–12 cm color bianco-verdastro che mostrano 5 petali bianco-rosati. Non solo, sono decorati anche da filamenti bianchi, blu, purpureo-scuro, lilla o violacei.
Il momento della fioritura è l’estate, da giugno a settembre, e va ricordato che i suoi frutti non possono essere consumati crudi. E vale per 12 mesi l’anno: sono infatti ricchi di glicosidi cianogenici che deprimono il sistema cardiocircolatorio.
Passiflora Edulis
La passiflora edùlis è una specie che fiorisce da giugno ad agosto ed è conosciuta tra quelle ornamentali, originarie delle zone tropicali del Sudamerica, poco rustiche e coltivate in serra o negli appartamenti. Come lei ci sono anche la trifasciata, la quadrangularis, che fiorisce da maggio a luglio dai fiori bianco-rosati, la violacea che fiorisce in agosto e settembre, e la P. umbilicata con fiori rosso-brunastri. E non scordiamoci la P. racemosa che ha dei fiori rossastri o biancastri riuniti in infiorescenze pendule, sempre estivi.
Passiflora Incarnata
Oltre alla caerulea, tra le specie di passiflora utilizzate a scopi medicinali c’è la incarnata: se ne prendono le parti verdi, ricche di flavonoidi e alcaloidi indolici, maltolo e acidi grassi. Il momento per la raccolta di queste parti di passiflora incarnata è da giugno a settembre, poi ci vuole il tempo per farla essiccare all’ombra in un luogo arieggiato. L’uso segue le indicazioni farmacologiche che la descrivono, anche ma non solo, utile per facilitare, con il controllo del medico, lo svezzamento dagli psicofarmaci.
Passiflora Ligularis
I frutti sono molto attraenti, ma solo alcune specie sono coltivate per questo motivo: tra queste c’è la ligularis, dai frutti molto profumati. Altre sue concorrenti, che sfoggiano frutti golosi e sani, sono ad esempio la maliformis, la membranacea, la mollissima, la coccinea e ancora la edulis. Ma ce ne sono molte altre nella famiglia, che danno buoni frutti.
Passiflora: gocce
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Passiflora: tintura madre
La tintura madre di passiflora si prepara cogliendone le foglie, in primavera, e creando il fluido con gradazione alcolica di 65% vol. Non ci sono controindicazioni particolari se non quelle della passiflora stessa che non va assolutamente associata a sedativi o tranquillanti di sintesi. Nel caso se ne assumessero, è necessario rinunciare alla passiflora perché ne può potenziarne gli effetti collaterali e indesiderati. Idem per le fasi della gravidanza e dell’allattamento.
Passiflora: coltivazione
Di passiflora ci sono specie rustiche, come la P. caerulea, che possono essere serenamente coltivate in piena terra o in vaso sui terrazzi. Basta metterle in posizione soleggiata e calda e badare che il terreno sia fertile e fresco, proteggendola dai venti freddi e dai geli invernali. Almeno nei primi anni.
Meno agile da coltivare, meno adattabile, è la passiflora poi usata come pianta ornamentale che disdegna i campi e pretende serre o appartamenti, ambienti caldi, luminosi, con una buona umidità nell’aria, fertilizzanti liquidi e annaffiature abbondanti. Per saperne di più sul tema c’è il nostro articolo “La coltivazione della passiflora”
Passiflora: semi
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Passiflora: controindicazioni
Coltivata, va saputa usare. Abbiamo visto come, ma attenzione alle controindicazioni: ha un forte potere sedativo e non si può scherzare. Inoltre ci possono essere persone ipersensibili o allergici che avrebbero shock anafilattici gravi se ne consumassero troppa.
Se si fa uso di benzodiazepine, antidepressivi, psicofarmaci in generale e sonniferi è assolutamente vietato prendere la passiflora che, come effetti negativi, ha anche nausea, vomito e vertigini. Un estremo sovradosaggio anziché calmare, fa l’opposto: può dare tachicardia, iper-eccitazione e addirittura allucinazioni. In generale in gravidanza o durante la guida, o se si svolgono lavori pericolosi è meglio non usare questa pianta “un po’ troppe calmante”, e che non ci venga in mente di assumerla assieme ad alcolici.
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Pubblicato da Marta Abbà il 12 Marzo 2016