Parco Nazionale delle Cinque Terre: come arrivare e cosa fare
Parco Nazionale delle Cinque Terre, un’oasi, di natura,sì, ma dove uomo e natura mostra la bellezza di una alleanza ben riuscita che fa bene agli occhi, all’ambiente, agli abitanti, e ai visitatori di questo parco. Potranno infatti ammirare a passo d’uomo la caratteristiche rare di una natura incontaminata fatta di rocce di origine ed età diverse, senza una pianura ma ricca di coste che, alte e frastagliata, nascondono suggestive grotte.
Pochi cruciverba in spiaggia, ce ne sono poche e ciottolose, ma una gita al Parco Nazionale delle Cinque Terre è l’occasione per risolvere altri enigmi, lasciandosi ispirare da ciò che ci circonda. Il tutto in un clima di tipo mediterraneo, con stagioni estive secche ed inverni particolarmente miti, riparati dai venti dalla catena montuosa, godendo delle correnti marine calde e odorose.
Parco Nazionale delle Cinque Terre: come arrivare
Il mezzo ideale per raggiungere il Parco Nazionale delle Cinque Terre è il treno. Non solo perché in linea con l’idea di rispetto dell’ambiente con cui è stato istituito il Parco stesso, ma anche perché realmente molto pratico. Ed economico. Ci sono treni con notevole frequenza, in particolare durante la stagione estiva e i treni locali fermano in tutte le stazioni delle Cinque Terre: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare. La linea è Pisa-Genova, ci si ferma a La Spezia e poi si procede con treni locali da cui già dare un occhio alla natura che andremo ad esplorare.
Per chi vuole a tutti i costi prendere la macchina, le uscite di autostrada consigliate sono La Spezia, seguendo poi le indicazioni per Le Cinque Terre, e Carrodano, procedendo poi per Levanto e le Cinque Terre. C’è anche la bella idea del battello: nella bella stagione sono previsti collegamenti giornalieri via mare da La Spezia, Lerici e Porto Venere, inoltre Monterosso, Vernazza, Manarola e Riomaggiore sono raggiungibili con linee di navigazione interne, con capolinea Monterosso (www.navigazionegolfodeipoeti.it). Per chi arriva da lontano, l’areo è quasi d’obbligo, gli aeroporti di riferimento sono quelli di Milano, Genova e Pisa.
Parco Nazionale delle Cinque Terre: cosa fare
Prima di raccontare “De rerum naturae”, tra flora e fauna di cui il Parco Nazionale delle Cinque Terre si fa custode, una piccola guida alle possibili vicite antropocentriche, in zone abitate per chi dopo troppanatura avverte il bisogno di case. Sono meravigliose quelle incastonate nei borghi delle Cinque Terre, ciascuno vanta un patrimonio storico, artistico e naturale.
Si può scegliere, o passarli tutti. E’ difficile eliminarne qualcuno,sono veramente speciali: Corniglia, Vernazza, Manarola, Riomaggiore, Monterosso, Vernazza. Ogni borgo ha un Santuario mariano che merita una visita se già siamo in zona, sia per la struttura architettonica, sia per il panorama a cui da accesso. Tra l’altro sono tutti raggiungibili con strade carrozzabili tranne quello di Riomaggiore, Nostra Signora di Montenero, consiglio però di arrivarci a piedi perché perdereste il panorama durate il percorso e sarebbe un grosso peccato.
Tra i santuari migliori del Parco Nazionale delle Cinque Terre segnalo il Santuario di Nostra Signora della Salute a Manarola (Loc.Volastra), il Santuario Madonna di Montenero a Riomaggiore e il Santuario di Nostra Signora di Soviore a Monterosso al Mare.
Parco Nazionale delle Cinque Terre: sentiero azzurro
Cominciamo a parlare di immersioni nella natura, come è giusto che sia se vogliamo goderci il Parco Nazionale delle Cinque Terre al massimo. Il mio primo pensiero è il Sentiero Azzurro, uno dei più apprezzati anche perché non presenta particolari difficoltà e allo stesso tempo regala scorci panoramici unici.
Il tragitto che questo sentiero propone nel Parco Nazionale delle Cinque Terre esisteva già in parte nel Medioevo, tranne la Via dell’Amore che è stata creata nel Novecento, e da esso partono decine di mulattiere che ci portano sul crinale affiancando i tipici muretti a secco, attraversando o sfiorando borghi e Santuari. Anche se si può percorrere in un giorno, il Sentiero Azzurro è più godibile se dilazionato in più tappe.
Non è comunque l’unico che ci permette di esplorare il regno custodito dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, esiste infatti una rete di sentieri di oltre 120 chilometri, con diverse tipologie dalle più banali alle più avventurose. Ci sono itinerari tematici come quelli dei vigneti terrazzati, degli insediamenti Antichi, della Natura o attraverso Santuari e Chiese, oppure sentieri più da trekking, da kayak e addirittura un percorso natatorio.
Per chi vuole conoscere a fondo il Parco Nazionale delle Cinque Terre, ecco gli itinerari subacquei tra cui il panettone, la franata di Corniglia, la via dell’amore, un percorso subacqueo per disabili e altri che mirano a Punta Mesco, Secca della Pineda e Secca delle Aragoste.
Parco Nazionale delle Cinque Terre: alloggi
Per alloggiare nel cuore o nelle vicinanze del Parco Nazionale delle Cinque Terre esistono varie possibilità, dagli ostelli ai bed & breakfast, dagli appartamenti alle case o stanze in affitto. E naturalmente molti hotel anche nei borghi, piccoli e ben curati. Tra tutti mi ha colpito il “Rifugio dei Pescatori”,con tanto di marchio di Qualità ambientale. Si trova in Via San Antonio a Riomaggiore. Il sito ufficiale dell’Ente Parco Nazionale delle Cinque Terre è ricco di indicazioni per ogni tipo di accomodazione cerchiate.
Ente Parco Nazionale delle Cinque Terre
L’Ente Parco Nazionale delle Cinque Terre è stato istituito tramite un Decreto del Presidente della Repubblica il 6 ottobre 1999, ha un’estensione di 3.860 ettari ed una popolazione di circa 4.000 abitanti. Il suo abbraccio protettivo raggruppa i Comuni di Riomaggiore, Vernazza, Monterosso al Mare, La Spezia (zona Tramonti) e Levanto (zona Mesco) ed è un esempio di incontro fra uomo e natura virtuoso.
La presenza e l’intervento dell’uomo sul territorio del Parco Nazionale delle Cinque Terre sono registrati già da oltre mille anni, abbiamo sviluppato aree coltivate per poter sopravvivere frantumando la roccia e creando quei muri a secco che oggi ci accompagnano lungo i sentieri del Parco. Quelli che creano ricami irregolari nel paesaggio di terrazzamenti dove la fa da padrona la vite, coltivata da anni e anni con ottimi risultati e brindisi.
Ci sono anche coltivazioni di limoni, oliveti e orti ad arricchire il mosaico che si crea sulle pareti delle montagne del Parco Nazionale delle Cinque Terre, oltre ai borghi che confermano quanto il contatto dell’uomo con la natura sia avvenuto senza apportare traumi. Dato che è raro, quando accade va raccontato, va visitato, va portato come esempio e protetto.
Parco Nazionale delle Cinque Terre: fauna
Mentre passeggiamo per il Parco Nazionale delle Cinque Terre, anche se distratti dal paesaggio mare e monti, buttiamo un occhio alla fauna perché potremmo perderci un incontro con il gabbiano reale, il falco pellegrino e il corvo imperiale. Oppure un tete à tete con il ghiro, la donnola, la talpa, la faina, il tasso, la volpe e il cinghiale. Meno felice sarei di vedermi tagliare la strada da una lucertola muraiola, da un ramarro o da certi serpenti come il biacco, il colubro di Esculapio e la vipera però mi piace l’idea di poter imbattermi vicino ai ruscelli in rane e salamandre dagli splendidi colori.
Il Parco Nazionale delle Cinque Terre ci svela anche una sua parte marina di fauna che abita le ricche acque della riserva marina Cinque Terre. C’è infatti il Santuario dei Cetacei, area molto importante dal punto di vista biologico e che tutte le estati ospita circa duemila balenottere e migliaia di altri cetacei, fra cui delfini, zifii e capodogli. Sembra che si diano appuntamento per fare le riserve in vista dell’inverno. Questo prezioso Santuario è nato nel 1999 da una collaborazione tra Francia (Costa Azzurra e Corsica), Principato di Monaco e Italia (Liguria, Toscana e nord della Sardegna) ed è ufficialmente riconosciuto da tutti i paesi del Mediterraneo.
Oltre alla fauna, ricca e varia, merita una mia parola anche la flora del Parco Nazionale delle Cinque Terre, particolare, grazie alla complessità orografica che ha creato molti microclimi in una area relativamente piccola. Qui spesso i boschi di leccio hanno ceduto terreno a zone coltivate o a boschi di pino marittimo, pino di Aleppo, sugheri e castagni.
Sulla costa si cambia genere e troviamo il finocchio di mare e il dauco marino, un po’ ovunque ci sono arbusti come rosmarino, timo, elicriso e lavandula. Girando per sentieri lontano dai borghi, stando attenti potremo adocchiare anche “macchie” di erica, con qualche presenza di lentisco, mirto, ginestra spinosa e corbezzolo. Passeggiate belle e profumate.
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Pubblicato da Marta Abbà il 3 Giugno 2016