Papavero da oppio: semi ed estrazione
Papavero da oppio, originario della Turchia, è in verità da chiamare con il suo nome scientifico Papaver somniferum, che già da l’idea di essere di fronte ad un fiore, ad una piantaa, che ha degli effetti da approfondire. Appartenente alla famiglia delle Papaveraceae, questa pianta è diffusa nelle aree in cui trova un clima temperato, in qualsiasi parte del mondo esse siano. E’ famoso, questo papavero da oppio, perché è quella allucinogena da cui si ricava l’oppio e alcuni allucinogeni tra cui la morfina e l’eroina. La radice di questa pianta a ciclo annuale è un fittone, prosegue poi con un fusto diritto e poco ramificato, mai più alto di un metro e mezzo di altezza, decorato da foglie semplici che spuntano isolate, divise o laciniate
Papavero da oppio: semi
I semi sono utilissimi per la riproduzione e li troviamo nelle capsule semilegnose che la pianta produce durante la fioritura. I semi servono anche per estrarre oppio e allucinogeni, dall’altra parte il papavero da oppio è in grado anche di autoinseminarsi per cui si riproduce senza troppo impegno da parte nostra.
Papavero da oppio: estrazione
Per estrarre oppio o allucinogeni dal papavero da oppio sono necessari i semi, contenuti in capsule composte da pareti ricche di latice. I semi del Papaver somniferum sono bianchi, sono quelli adatti per estrarre l’oppio mentre quando passiamo ad altre varietà di papavero, allora i semi servono per produrre altre piante, ottime per decorare ambienti essendo anche belle da vedere. Per chi è interessato però agli allucinogeni, non vanno bene.
Papavero da oppio in Italia
I maggiori produttori di papavero da oppio, oggi, sono i coltivatori dell’Afghanistan, grazie anche al clima di tipo indoeuropeo che favorisce la crescita di questo genere di pianta. Anche in Italia, con numeri non certo paragonabili, troviamo il papavero da oppio assieme ad altre varietà spontanee come il Papaver rhoeas (Rosolaccio) e il papavero bianco, quest’ultimo non allo stato spontaneo.
Papavero da oppio: è legale?
Ci sono discussioni in merito e certo l’Afghanistan è considerato, come già accennato, il fornitore mondiale e quasi esclusivo di papavero da oppio. Quello prodotto lì arriva in Europa attraverso il Pakistan, l’Iran e la Turchia, oppure attraverso l’Asia centrale e la Federazione russa, una volta arrivata in Europa, viene distribuita soprattutto da paesi come l’Inghilterra, i Paesi Bassi ed il Belgio.
Tanto per farci un’idea, tra gli alcaloidi dell’oppio e i suoi derivati semisintetici troviamo sostanze dal nome noto anche ai non esperti come la morfina, l’eroina e la codeina. Sono oppioidi sintetici il metadone e la petidina. Per saperne di più sul papavero da oppio, ecco un libro: “Il fiore degli inferi. Papavero da oppio e mondo antico”, con storia, storie e curiosità sul tema.
Semi papavero da oppio
Per capire come nascono i semi, partiamo dai fiori che nascono isolati e sono ermafroditi, oltretutto sono sprovvisti di nettare, grandi però fino a 10 cm di diametro. I due sepali che formano i fiori, cadono quando i petali si schiudono staccandosi dalla base, restano i quattro petali.
Possono avere colori molto vivaci, i più frequenti sono il bianco, il rosato, il lillà e il rosso, anche con macchie violacee alla base. Dopo i fiori arrivano i frutti, vale a dire le capsule in cui troviamo i semi. Sono custoditi in esse e cadono solo se soffia forte il vento.
Per la reperibilità dei semi e altri informazioni sui papaveri ornamentali è disponibile la pagina: coltivare papaveri.
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Pubblicato da Marta Abbà il 16 Luglio 2017