Paolo Lugiato, di RTR, una delle più importanti società di gestione d’impianti solari in Italia, racconta il settore italiano visto dall’interno, tra innovazioni, mercato, scenari.
Oggi siamo in un momento importante del mercato fotovoltaico, che torna a crescere. Qual è lo scenario del settore per chi lo conosce poco?
Paolo Lugiato: Il primo boom del fotovoltaico italiano, durato dal 2000 al 2011, è stato sostenuto principalmente dal Conto Energia che agevolava la realizzazione di nuovi impianti. Da quando sono finiti gli incentivi, gli incrementi di mercato sono stati minori. Ma non per questo non ci sono stati. Anzi: hanno segnato l’inizio di un mercato maturo, maggiormente centrato sul valore degli operatori. Sono vari i settori nei quali si è vista una crescita. Il primo sono gli impianti residenziali che hanno beneficiato degli incentivi dati attraverso gli sgravi fiscali e della crescita di domanda per l’autoconsumo, sostenuta dall’abbattimento del costo degli impianti di stoccaggio (le batterie per intenderci). Il secondo sono le realtà aziendali che per ridurre i costi hanno investito in micro-reti, le cosiddette microgrid, diventando così indipendenti dalla rete. Il terzo ambito dove c’è stato uno sviluppo è quello della grid parity, ovvero quando l’energia elettrica prodotta a partire da fonti di energia alternative (es. energie rinnovabili) ha lo stesso prezzo dell’energia tradizionale prodotta tramite fonti di energia tradizionali cioè le fonti fossili e il nucleare.
Qual è il futuro per i grandi impianti del fotovoltaico nati durante gli anni dei super-incentivi?
Paolo Lugiato: la direzione del fotovoltaico in Italia, dal punto di vista dei grandi impianti allacciati negli anni del fotovoltaico sostenuto dalle sovvenzioni, è guidata dal mercato secondario, ovvero il trading di impianti esistenti. È fondamentale l’assorbimento della piccola imprenditoria che ha investito in un paio di impianti da parte di compagnie che hanno professionalità più spiccate come RTR. I piccoli gestori si sono resi conto che questo mestiere deve essere fatto in maniera industriale, quindi fortemente organizzata e gestita in maniera imprenditoriale. Questo ha portato a un forte aumento di domanda-offerta tra questi piccoli imprenditori e realtà professionali professionalizzate, con grandi competenze.
Dal punto di vista della tecnologia, quali cambiamenti hanno influenzato il mercato?
Paolo Lugiato: la tecnologia fotovoltaica negli ultimi dieci anni ha avuto uno sviluppo incredibile. Distinguerei tre macro punti:
– Il primo è che il costo dell’investimento per le installazioni, sceso dell’80%. Se nel 2011 un impianto costava 5 milioni di euro a megawatt, oggi costa meno di 800mila euro. Il costo della tecnologia è calato drammaticamente grazie all’arrivo di produttori industriali, in particolare cinesi.
– Secondo: oggi il fotovoltaico è la prima tecnologia al mondo in termini di capacity addition, ovvero la capacità addizionale, la velocità di espansione della produzione elettrica per garantire la soddisfazione della domanda.
– Il terzo punto sono i vantaggi strategici tecnologici. In primis, grazie al progresso tecnologico, il costo degli impianti continuerà a scendere: potenzialmente tra 3-5 anni scenderà del 25%.
Poi si ha l’enorme vantaggio che può essere utilizzato ovunque nel mondo, sia collegato alla rete elettrica, che nel luogo più sperduto e isolato off-grid. Questo è fondamentale per portare l’elettricità a 1,4 miliardi di persone che ancora non hanno accesso. Oggi in un villaggio africano puoi mettere un impianto da 800 kWh, scollegato dalla rete, che fornisce energia all’intero villaggio, attraverso una carta prepagata telefonica. L’ultimo vantaggio è che può fornire impianti su misura, dalla mega solar-farm per alimentare i server di Google al pannello per la casa di montagna.
Secondo lei l’inversione di rotta degli Stati Uniti sul taglio alle emissioni voluto da Donald Trump, che sembra poco interessato al settore rinnovabili, costituisce un ostacolo al settore fotovoltaico?
Paolo Lugiato: Il mio punto è che si può rallentare la crescita, riavvampare i focolai di fonti energetiche bocciate dai mercati come il carbone. Il solare però è un treno che non si ferma più. Anche negli USA il mercato ha visto una crescita del 95% delle installazioni, raggiungendo i 14.6 GW. Questo significa che è stata creata sufficiente energia solare per sostenere 2,4 milioni di famiglie in più. In termini di capacity addition, il solare ha coperto il 39% di tutti gli impianti installati. Il futuro rimane luminoso.
D: Se in Italia il mercato secondario rimane centrale per gli investitori, in tanti stanno anche guardando all’estero.
Paolo Lugiato: gli investimenti stanno “perlustrando” soprattutto l’area mediterranea, in particolare in quei paesi dove ci sono condizioni di stabilità politica, come la Giordania, l’Arabia Saudita, la Turchia. Anche il Sud Africa offre grandi opportunità, dato che finalmente ha iniziato a diversificare la produzione elettrica, ancora oggi saldamente ancorata al carbone che copre l’80% della produzione. Se fino a tre anni fa la Germania era al primo posto per le installazioni di fotovoltaico, oggi in cima alla classifica troviamo Cina, Usa, Brasile. Sempre più paesi di nuova industrializzazione si stanno aprendo al solare a grande velocità.
Quali sono gli elementi che hanno portato RTR da essere una start-up a diventare una realtà tra le più importanti d’Italia?
Paolo Lugiato: Indubbiamente l’eccellenza operativa. Noi abbiamo dei livelli unici di performance ratio, la capacità di non disperdere nemmeno un raggio di sole, grazie ad una gestione degli impianti che sono all’avanguardia in Italia e in Europa. Grazie ad un sistema di monitoraggio centralizzato teniamo d’occhio tutti gli impianti e appena qualcosa non va possiamo intervenire velocemente nell’arco di pochi minuti. Se non funziona l’impianto, stai perdendo del sole prezioso e sprecando soldi. Avendo creato un modello di gestione efficiente abbiamo abbassato i costi massimizzando la produzione.
Abbiamo anche investito molto in salute e sicurezza. Il nostro prodotto è elettricità, in media in alta tensione, quindi molto rischiosa per chi lavora su questi impianti. Noi abbiamo sviluppato un know-how di sicurezza molto sofisticato, che tanti altri impianti non hanno. Questo da fiducia ai nostri operatori e permette di tenere sempre alte le performance.
Infine RTR è cresciuta grazie all’attenzione posta nelle operazioni di merger & acquisition. Nel processo di acquisizione, infatti, è stata sempre fatta una rassegna completa di tutte le opportunità sul mercato, scegliendo gli impianti migliori e più performanti, con potenziale di crescita.
Avete aperto una sede dentro l’incubatore green Progetto Manifattura a Rovereto (TN). Perché?
Paolo Lugiato: Progetto Manifattura è il luogo dove molte aziende delle rinnovabili si stanno spostando. La Provincia di Trento ha avuto una visione molto innovativa. Creare un luogo dove aziende dello stesso settore si incontrano e hanno la possibilità di fare networking tra di loro e con start-up innovative è fondamentale per far crescere il settore e creare nuove partnership. In Trentino sta crescendo la Silicon Valley delle energie rinnovabili e dell’economia circolare.
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