Pannelli solari solubili in acqua
I produttori di pannelli solari, in particolare quelli dei paesi in via di sviluppo, per la fabbricazione dei moduli impiegano sostanze nocive come cadmio e selenio. Tali materiali, al termine del ciclo di vita dei pannelli solari, sono costosi e difficili da smaltire. E’ anche per questo che vi è una lieve differenza di prezzo tra i pannelli solari di produzione europea e quelli di produzione asiatica. Una soluzione al problema dello smaltimento del fotovoltaico potrebbe arrivare dai pannelli solari solubili.
Gli scienziati del Georgia Institute of Technology e della Purdue University, hanno sviluppato dei pannelli solari riciclabili sfruttando dei nanocristalli di cellulosa estratta da alcune piante. A leggere l’articolo pubblicato dal Nature Publishing Group, tali substrati si comporterebbero esattamente come il vetro facendosi attraversare dalla luce solare.
Le caratteristiche dei nanocristalli potrebbero aiutare le aziende produttrici di pannelli solari a realizzare moduli a film sottile capaci di aderire a superfici trasparenti come il parabrezza di un’auto o vetrate e finestre. I pannelli solari a base di nanocristalli di cellulosa (CNC, cellulose nanocrystal), sono composti da un semiconduttore organico capace di generare elettricità quando esposto alla luce solare. Trattandosi di un materiale organico, al termine del suo ciclo di vita, il modulo fotovoltaico potrà essere disciolto in acqua nel giro di pochi minuti.
Se questa vi sembra una “scoperta” superflua, dovreste ricredervi!
La strada intrapresa dalle rinnovabili ha delle pecche: più energia pulita significa anche più produzione di rifiuti! Insomma, se da un lato stiamo risolvendo il problema della dipendenza dai combustibili fossili, dall’altro stiamo producendo una grossa quantità di rifiuti costituita dai pannelli fotovoltaici in disuso, ormai giunti alla fine del loro ciclo di vita. E’ vero, una parte dei componenti che realizzano un pannello solare può essere recuperata ma il resto è destinato alla discarica.
Lo smaltimento dei pannelli solari potrebbe rilevarsi un compito titanico, i pannelli hanno una prospettiva di vita di 20-25 anni, secondo una ricerca della no-profit PV CYCLE, per ogni ME di energia solare prodotto, a lungo termine, si generano 75 tonnellate di rifiuti.
A causa della loro alta efficienza energetica, sono sempre più diffusi sistemi fotovoltaici a film sottile che sfruttano tellururo di cadmio (CdTe) e altri materiali a base di sali di selenio, gallio e indio. Pannelli solari basati su tali tecnologie possono essere altamente dannosi per l’ambiente. Anche i produttori hanno riconosciuto il problema e per questo hanno lanciato campagne di riciclo per pannelli solari.
La First Solar, per esempio, ha un programma di riciclaggio che si occupa, in modo specifico, di recuperare i pannelli a base di CdTe e, secondo quanto affermato dall’azienda, il suo programma recupera il 90% del vetro utilizzato e il 95% dei semiconduttori. Tali materiali sono riutilizzati per la produzione di nuovi pannelli solari. Purtroppo non tutte le aziende hanno un programma del genere e le cifre stimate dalla PV CYCLE sono davvero sconcertanti.
Pubblicato da Anna De Simone il 3 Aprile 2013