C’è chi fa di tutto per tenersi alla larga dai prodotti industriali, acquista cibi biologici e poi magari li cucina nelle padelle antiaderti. Per la produzione delle padelle antiaderenti viene utilizzato l’acido perfluoroattanico o Pfoa, che negli Stati Uniti, nel 2006, è stato etichettato come “probabile cancerogeno”. Se non dovesse bastare la parola dell’US Enviromental Protection Agency (l’Agenzia americana per la protezione dell’Ambiente), allora possiamo affidarci alle ricerche del più italiano CNR.
In italia i ricercatori dell’Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Napoli, hanno evidenziato i rischi connessi alla salute dell’uso delle padelli antiaderenti e di tutti i materiali contenenti teflon, infatti, per la produzione del teflon si impiega il già citato acito perfluorattanico. Negli USA, l’Agenzia per la protezione dell’Ambiente ha deciso di eliminare definitivamente l’uso delle padelle antiaderenti entro il 2015.
Il teflon a temperatura ambiente è un materiale stabile, nessuno dei composti chimici contenuti nel teflon reagirebbero con con altre sostanze. Il problema è che il teflon non è impiegato a temperatura ambiente e la sua stabilità viene a mancare quando si surriscalda. Il teflon è sicuro solo a temperature comprese tra i -200 e i +260 gradi centigradi: se una padella antiaderente resta sul fornello per molto tempo, il teflon può rilasciare il Pfoa: l’acido perfluorottanico, componente di riconosciuta tossicità.
Un altro risvolto negativo nell’utilizzo delle padelle antiaderenti sta nel lavaggio: per la pulizia dovrebbero essere evitate spugne abrasive, queste potrebbero rendere il teflon più labile così da sprigionare più facilmente l’acido perfluoroattanico. Esistono molte alternative alle padelle antiaderenti, una tra questa è la ghisa! Inoltre per la cottura rapida è più opportuno utilizzare pentole in acciaio inox, alluminio o in ghisa.
Insieme alle padelle antiaderenti sarebbero da evitare anche le padelle in rame stagno: lo stagno potrebbe liquefarsi a temperature intorno ai 250 ° e l’esposizione del rame è tossica. Insomma, le padelle che tollerano cotture a bassa temperatura sono difficili da gestire, quindi rischiose per la salute e per l’ambiente.