Otite barotraumatica: rimedi naturali
Otite barotraumatica, può insorgere sì quando si va in aereo o si fanno delle immersioni ma anche in presenza di infezioni delle alte vie respiratorie, ostruzioni, malformazioni anatomiche, allergie. I meccanismi che possono andare a disturbare la funzione della tuba di Eustachio tanto da renderla incapace di equilibrare le pressioni a livello della membrana timpanica, possono essere causa di otite barotraumatica.
Otite barotraumatica: sintomi
Uno dei sintomi più classici dell’otite barotraumatica è l’acufene, come anche lo sono la nausea, le orecchie tappate e la perdita dell’equilibrio, momentanea. Altri segnali che possiamo associare, anche se non univocamente, a questo disturbo, sono ecchimosi, ipoacusia, otalgia, il russare, la perdita di sangue dall’orecchio e le vertigini.
Otite barotraumatica: rimedi naturali
Prima di prendere farmaci per otiti in generale, possiamo tentare di porre rimedio al fastidio con qualche metodo naturale che va a riequilibrare la pressione endotimpanica. Lo sbadiglio, la deglutizione, il masticare un chewing gum o il succhiare una caramella.
In aereo, quando si sale, è un classico masticare il chewing gum, c’è anche chi consiglia di soffiare forzatamente il naso a narici chiuse, un tentativo da fare prima di utilizzare spray nasali decongestionanti.
Otite barotraumatica: terapia
Per trovare una terapia di cura per l’otite barotraumatica è importante fare degli esami per una diagnosi accurata, soprattutto se non si sta volando in aereo, quindi la causa non è così ovvia. Utile può essere un esame con otoscopio per visualizzare un’ecchimosi nella membrana timpanica oppure per capire se c’è un’emorragia nella cavità timpanica. Il timpano in questo caso assume un colore bluastro.
Nella maggior parte dei casi di lesioni barotraumatiche delle orecchie, è necessario un trattamento sintomatico, in pochi giorni passa tutto, ma per alleviare il dolore all’orecchio, si possono assumere analgesici e instillare gocce otologiche antalgiche. Per chi si chiede come curare un gatto, con l’otite, ecco rimedi naturali e non.
Otite barotraumatica: tempi di guarigione
Come appena accennato, spesso si tratta di attendere un paio di giorni, se la lesione al timpano non è grave. Se siamo in montagna o in aereo, il fastidio passa in meno tempo ancora e con esso anche l’eventuale ronzio auricolare. Diverso se la differenza di pressione ha causato il sanguinamento endotimpanico, la rottura della membrana timpanica e lo sviluppo di una fistola perilinfatica. Potrebbe anche fuoriuscire del liquido dall’orecchio interno all’orecchio medio e in questo caso servono più giorni per sistemarsi.
Otite barotraumatica: aereo
L’aereo è una di quelle situazioni in cui l’orecchio può restare danneggiato da una rapida e importante variazione tra la pressione atmosferica e quella all’interno dell’orecchio medio. Accade anche nelle immersioni subacquee non eseguito al meglio e le volte che si ha un cambiamento di altitudine improvviso.
Questo perché la pressione nella cassa del timpano è normalmente uguale alla pressione atmosferica, la tuba di Eustachio è incaricata di mantenere l’equilibrio tra le pressioni, se quella atmosferica aumenta, esso non è detto che riesca a gestire la situazione ed ecco un’otite barotraumatica. Può accadere ciò ad esempio perché ostruita da secrezioni. Altro caso ancora è quello che prende il nome di otite del nuotatore
Otite barotraumatica: farmaci
Dopo aver provato i rimedi naturali, può essere necessario agire in altro modo, a volte con antidolorifici se il dolore è insopportabile. Per indagare meglio sul problema potrebbe essere il caso di eseguire un’esplorazione dell’orecchio medio per ricercare e riparare una fistola perilinfatica, oppure una miringotomia se il dolore è intenso e associato ad ipoacusia di tipo trasmissivo.
Ci sono poi persone che hanno infezioni alle vie respiratorie oppure che possono avere una crisi allergica. Meglio che evitino voli aerei e immersioni, se non possono evitarli, devono usare un vasocostrittore nasale topico (p.es., fenilefrina 0,25-1,0%) 30 a 60 min prima dell’immersione, del decollo o dell’atterraggio.
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Pubblicato da Marta Abbà il 4 Aprile 2018