Osservatorio Continental: i dubbi sull’auto elettrica possono essere superati
Nella mattinata di lunedì ho avuto il piacere di partecipare al Terzo Osservatorio Continental sulla Mobilità e sulla Sicurezza dedicato a fare il punto sulla percezione delle auto elettriche in Italia.
Dal 2035 in Europa cesserà la produzione di automobili alimentate con motori diesel e benzina a vantaggio delle auto con motore elettrico, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 almeno del 55%.
Oggi i temi aperti restano ancora molti e nel convegno si è cercato fare un punto della situazione, grazie ai contributi di Massimo Nordio, Vice President Group Government Relations and Public Affairs Volkswagen Group Italia S.p.A., Alessandro de Martino, Amministratore Delegato di Continental Italia, Andrea Marinoni, partner di Kearney, Alessandra Ghisleri, direttrice di EuroMedia Research.
Qui di seguito vi riporto alcuni spunti proposti dai relatori.
Le aspettative dei consumatori nei confronti delle BEV
Nel primo intervento, Alessandra Ghisleri, direttrice di EuroMedia Research, ha presentato alcune evidenze emerse dalla rilevazione effettuata da Euromedia Research tra l’8 e il 15 Settembre 2021 su una base campionaria di 3.000 cittadini italiani con un’età compresa tra i 18 e i 75 anni relative al vissuto, alle percezioni e alle aspettative dei consumatori nei confronti delle BEV (Battery Electric Vehicle).
Gli italiani per il 76,8% si dichiarano interessati a partecipare al processo di transizione verso l’auto elettrica ma ad oggi esistono barriere che ne ostacolano l’adozione: i costi ancora elevati, nonostante gli incentivi appena varati dal governo e i dubbi legati all’autonomia limitata assieme alla mancanza di un’infrastruttura capillare che possa assicurare un elevato numero di punti di rifornimento sono i principali freni al cambiamento.
Il fattore economico risulta essere il primo punto debole delle BEV: il 62,8% dei consumatori afferma di non avere un budget adeguato ad acquistarne una.
La leva delle agevolazioni sembra convincere, infatti, solo il 30% degli intervistati, nello specifico la generazione Z e coloro che vivono in una città di provincia.
Benché gli italiani abbiano un’idea chiara di cosa sia un’auto elettrica e di quale sia la differenza con un’automobile ibrida, in base ai dati raccolti restano ancora alcune incertezze e importanti convinzioni senza fondamento. Infatti gli intervistati non hanno ancora ben chiaro che cosa sia un’autovettura ibrida plugin, ritengono erroneamente che i costi di manutenzione di un’auto elettrica siano superiori a quelli di un’auto a motore endotermico e, in base ai dati sul numero di km percorsi in media dagli automobilisti, assegnano un’ingiustificata importanza al fattore della limitata autonomia.
Il fenomeno della paura legata a un’autonomia insufficiente dell’auto elettrica prende il nome di “range anxiety” ed è manifestata dal 38,7% del campione.
Il 37,4% degli intervistati ritiene invece che la diffusione delle colonnine di ricarica sia ancora troppo scarsa: addirittura il 24,6% dichiara di non averle mai viste, mentre il 59,4% ne ha viste poche e solo in alcune zone. Gli italiani, tuttavia, sono fiduciosi che il problema si possa risolvere: a dare ottimismo è l’attuazione degli interventi previsti dal PNRR circa l’installazione delle colonnine che, per i consumatori, darà anche una spinta alla vendita di auto elettriche.
Il gap tra Italia ed Europa nel mercato della domanda di BEV
In base ai dati raccolti da Kearney, per l’Osservatorio Sharing Mobility ICS, presentati da Andrea Marinoni, partner di Kearney, la domanda di auto elettriche in Italia è in ritardo rispetto a quella registrata, in media, negli altri paesi dell’Unione Europea: nel 2020 nel nostro paese le vendite di autovetture elettriche sono state solo il 4% del totale rispetto al 10% registrato in Europa, per un totale del parco circolante elettrico pari allo 0,25% su totale rispetto all’1,07% della media europea.
I concessionari italiani sono al momento poco reattivi a spingere l’elettrico, nonostante ci siano sempre più modelli BEV sul mercato (+89% vs. H1’20) e i piani produttivi OEM indichino un’espansione nei segmenti dove oggi l’elettrico è meno presente. La rete vendita è sicuramente indietro a causa della limitata conoscenza e del gap generazionale, i risultati migliori infatti arrivano dai venditori più giovani.
Il concessionario è chiamato quindi a reinventarsi, trasformandosi da puro venditore a consulente di mobilità. Inoltre, l’integrazione di nuovi servizi rappresenta un’opportunità per eliminare qualunque preoccupazione legata alla tecnologia del veicolo elettrico.
L’importanza della comunicazione
L’intervento di Massimo Nordio, Vice President Group Government Relations and Public Affairs Volkswagen Group Italia S.p.A., ha evidenziato quanto sia importante per gli operatori del settore assicurarsi di svolgere una corretta ed efficace azione di comunicazione, anche per smentire le fake news che possono diffondersi alimentate da convinzioni del tutto infondate rispetto alla realtà.
Relativamente al costo delle auto elettriche sicuramente il consumatore non ha ancora una chiara percezione di quanto potrebbe risparmiare per quanto riguarda i costi di esercizio della propria auto.
Nel caso di ricarica della batteria effettuata da una presa elettrica di proprietà (come potrebbe essere la presa disponibile nei box auto) il costo di un “pieno” ammonta a meno di 5 euro, a fronte di un costo di 80-110 euro nel caso di rifornimento di un’auto a diesel o a benzina.
Resta invece il problema delle tempistiche necessarie per il rifornimento in quanto la necessità di attendere alcune ore per avere una ricarica completa dalle normali prese elettriche impone un’adeguata pianificazione dei rifornimenti prima di iniziare gli spostamenti più lunghi.
Per questa ragione è importante investire nella realizzazione di colonnine per la ricarica rapida grazie a cui l’80% della batteria può essere ricaricato in circa 30 minuti.
In questa direzione va ad esempio l’accordo di Volkswagen con EnelX per realizzare in tempi brevi 3000 punti di ricarica veloce sul territorio italiano.
E’ importante inoltre chiarire che la risoluzione di problematiche come “lo smaltimento della batteria delle auto elettriche” o la “carenza di alcuni materiali come il litio” (in realtà disponibile in quantità più che sufficienti sul nostro pianeta per le esigenze di alcune centinaia di anni) devono essere a carico delle istituzioni e degli operatori del settore e non del consumatore finale, esattamente come oggi il processo di riciclo delle tradizionali batterie o degli pneumatici è effettuato grazie a un’apposita filiera di operatori specializzati.
La sintesi emersa dall’Osservatorio 2021
L’Amministratore delegato di Continental Italia, Alessandro De Martino, ha così sintetizzato le evidenze emerse dalle rilevazioni: “L’Osservatorio 2021 ci racconta una società propensa e incuriosita dalla svolta elettrica ma che non sembra ancora pronta ad affidarsi completamente a questa nuova frontiera. Emerge un problema reale di preparazione del consumatore dovuto alla poca chiarezza comunicativa che non abbatte i pregiudizi del pubblico. I dati emersi ci raccontano come i più favorevoli alla transizione siano i giovani, mentre le generazioni più adulte, che però hanno il maggiore potere d’acquisto, siano le più ostili al cambiamento. Occorre educare. Quando si parla di auto elettrica è indispensabile vivere l’esperienza al volante. Ad oggi solo un italiano su otto ha provato a guidare una BEV a fronte di diversi segmenti di mercato potenziali quali ad esempio coloro che vivono in provincia, in una casa autonoma con spazio per una colonnina e percorrono meno di 150 chilometri al giorno, pari circa al 71% degli intervistati. In questo processo di transizione se le case automobilistiche, i noleggiatori, le reti concessionarie e i fornitori di energia elettrica lavoreranno in sinergia per fornire ad esempio canoni anziché listini, comprensivi di wall box a condizioni interessanti e comprensivi di auto tradizionali per i viaggi lunghi o per il weekend, si potrebbero fare dei grandi passi in avanti verso gli obiettivi prefissati dall’Europa”.
Il Gruppo Continental, promotore dell’Osservatorio
Continental sviluppa tecnologie intelligenti, connesse e sostenibili per il trasporto di beni e di persone. Fondato nel 1871 il produttore internazionale di pneumatici, fornitore automotive e partner industriale, offre soluzioni sicure, confortevoli, personalizzate e convenienti. Il Gruppo ha generato nel 2020 un volume di affari pari a 37,7 miliardi di euro impiegando più di 235.000 dipendenti in 58 paesi in tutto il mondo. Nel 2021 Continental celebra il 150° anniversario.
La divisione Pneumatici conta 24 siti di produzione e sviluppo in tutto il mondo. Tra i principali produttori di pneumatici con più di 56.000 dipendenti, la divisione ha registrato un fatturato di 10,2 miliardi di euro nel 2020. Continental si colloca tra i leader delle tecnologie di produzione di pneumatici con un’ampia gamma di prodotti per autovetture, veicoli commerciali e due ruote. Grazie ai continui investimenti in ricerca e sviluppo, Continental garantisce un importante contributo alla mobilità sicura, economica ed ecologicamente efficiente. Il portafoglio della divisione Pneumatici include servizi per il commercio di pneumatici e per le applicazioni per flotte, nonché sistemi di gestione digitale di pneumatici per veicoli commerciali.
Pubblicato da Matteo Di Felice, Imprenditore e Managing Director di IdeeGreen.it, Istruttore di corsa RunTrainer e Mental Coach CSEN certificato, Istruttore Divulgativo Federazione Scacchi Italiana e appassionato di Sostenibilità, il 13 Ottobre 2021