Orticola nel nome della Rosa Italiana

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Orticola nel nome della Rosa. Alla mostra mercato milanese 95 piante di rose di 59 varietà diverse. Sono le creazioni di 16 ibridatori, alcuni rimasti sconosciuti, dal 1909 al 2013. Dalla Rosa Variegata di Bologna alle ultime create da Barni e Pantoli. Su tutte la rosa Ruga, un ibrido creato prima del 1830.

A Orticola, 9-11 maggio a Milano, il Giardino delle Rose Italiane porta queste piante all’attenzione del grande pubblico. Perché di rose italiane c’è ampia traccia nella storia, sovente oscurate da quelle inglesi, francesi e tedesche. Però sempre amate dai collezionisti e culto degli ibridatori.

Su tutti Antonio Giovanni Luigi Villoresi, direttore dei Giardini della Villa Reale di Monza tra il 1812 e il 1825 (sede di uno dei più bei roseti d’Italia) a cui si deve la creazione della rosa Medoetioensis Villoresi, alias Bella di Monza.

E poi Giovanni Casoretti, che nel 1824 creò la Rosa Strambio chiamandola così lui stesso per dedicarla a Gaetano Strambio, medico in prima linea nella lotta alla Pellagra.

E ancora Domenico Aicardi, Quinto Mansuino e i sei fratelli Giacomasso, protagonisti nel mondo del rosaismo italiano. La più antica rosa italiana? La Rosa di Paestum, oggi Rosa damascena ‘bifera’, di cui parla Virgilio nelle Georgiche fra il ’37 e il ’30 avanti Cristo.

Il Giardino delle Rose Italiane di Orticola è stato pensato attorno alla fontana centrale della mostra mercato. Ma non è l’unica attrazione della manifestazione, che per l’edizione 2014 si arichisce della collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Milano (corso Venezia) e della Biblioteca Nazionale Braidese.

Sempre in tema di rose, al Museo di Storia Naturale si possono vedere pagine di erbari essiccati dedicati alle rose e i cosiddetti ‘Libretti di Monza’, una collezione di alto valore scientifico e di rara bellezza. Al Museo, grazie alla collaborazione con Orticola, anche un incontro dal titolo ‘Rose italiane: ibridi e spontanee (sabato 10 maggio alle ore 15).