Orti Urbani Garbatella: dove la crisi si prende a zappate
Seminare e vedere le piantine germogliate, scoprire la lentezza delle lumache e stupirsi quando dal terreno escono le patate, quelle piantate tempo prima, impegnarsi poi a frugare nella terra per recuperarle tutte. A fianco esperimenti di orti biodinamici, uso delle compostiere, e poi feste con la partecipazione dell’intero quartiere. Non è una favola, è ciò che Anna Maria Baiocco con tanti amici di Legambiente e non, ha creato a Roma, alla Garbatella, dove la crisi si fa sentire ma non si rinuncia a seminare, coltivare ortaggi e speranze. Tutti insieme appassionatamente.
1) Orti Urbani a Roma, di cosa si tratta?
ll progetto degli “Orti Urbani Garbatella” rientra nell’impegno ultradecennale del Circolo Garbatella di Legambiente di realizzare un parco pubblico in un’area di 45.000 mq destinata verde dal Comune di Roma dal 1996 e nasce nel 2009 dall’incontro di numerose associazioni del territorio che costituiscono un Coordinamento Orti Urbani Garbatella. Gli obiettivi dei 2.000 mq di area oggi destinata agli orti sono: proteggere le aree verdi dalla speculazione edilizia, produrre un sostegno al reddito, sviluppare modelli di auto-produzione, auto-consumo e auto-organizzazione sui bisogni, sviluppare momenti di socialità e di incontro, recupero di una cultura contadina in grado di coinvolgere anche il quartiere e le scuole. In questo modo riusciamo a dare un sostegno al reddito, contribuendo a far uscire dall’isolamento molte persone della terza età anche riducendo la distanza tra generazioni che coabitano e spesso si ignorano.
2) Oggi quanti vi partecipano? Cittadini? Quali tipologie? Sono presenti associazioni?
Attualmente gli orti sono 25 per una superficie di 40 mq ciascuno e 5 orti sono assegnati ad associazioni. Quanto ai partecipanti, è difficile stabilire un numero, per gli orti didattici si parla di 100 ma attorno a questi orti ruotano 70/80 bambini e relativi insegnanti e volontari di Legambiente e di Casetta Rossa. Poi ci sono circa 10/15 persone dedite all’orto a rotazione per le associazioni ASINITAS e CEMEA, fra immigrati e assistenti e altre 10/15 persone fra disabili, genitori e assistenti per l’ orto assegnato ad Hàgape 2000. Il terreno rimanente è stato assegnato a singoli cittadini, massimo 3 per orto. Come si vede, la tipologia degli assegnatari è molto varia: disoccupati, cassa integrati, pensionati, studenti, giovani, anziani. Agli assegnatari si affiancano le famiglie con i loro vari componenti o gli amici. E’ riduttivo, quindi, contare così i partecipanti al progetto, perché attorno agli orti c’è l’interesse e la frequentazione degli abitanti del quartiere e non, di giornalisti, fotografi.
3) Si può parlare della valenza sociale dell’orto?
E’ una delle finalità costituenti degli Orti Urbani Garbatella e già dall’assegnazione dei primi 15 orti nella primavera del 2010 si è creata una sorta di “socialità spontanea” tra gli ortisti legata anche alle necessità comuni per la gestione di ciascun orto, delle parti comuni, delle compostiere che stimolano l’incontro, la conoscenza, gli scambi culturali. Gli orti ospitano riunioni, merende, cene, grigliate e, se necessario, si organizzano cene di autofinanziamento per le spese comuni con il coinvolgimento attivo degli “ortisti”. Non sono mancati corsi teorico-pratici di permacultura, di auto-produzione di saponi naturali, giochi teorico-pratici con i bambini. Sono tutti momenti di incontro che comprendono disabili e immigrati, e si aggiungono le manifestazioni come feste dell’albero, Puliamo il mondo, feste di primavera e tante altre occasioni.
4) Quale è stato il contributo pubblico e privato?
Il contributo del pubblico? La sottoscrizione della convenzione per la gestione formale dell’intera area, presentata al Comune di Roma la scorsa estate 2011 viene continuamente rinviata. Quanto alla Provincia, abbiamo usufruito di un finanziamento che ci ha consentito di impiantare dei cassoni per l’irrigazione degli orti. Altri finanziamenti sono arrivati dal Maxxi di Roma che ci ha regalato terra fertile per 10 nuovi orti e per il frutteto e dalla Tecnogarden Service srl di Vimercate (MI) che ci ha regalato un camion di compost proveniente da un loro impianto a pochi Km da noi. Certo gli aiuti principali vengono dal territorio, dalle singole persone che offrono le loro competenze e disponibilità.
5) Gli orti possono salvare il territorio dallo sfrenato consumo del suolo?
Certo. Con la presenza dei cittadini che ne apprezzano l’utilità. E anche attraverso l’informazione: articoli di giornale, riviste, radio, TV, servizi fotografici, pubblicazioni, studi universitari, internet.
6) Esistono progetti simili altrove?
L’associazione Zappata ha messo in rete tutte le esperienze di orti condivisi a Roma. Basta cliccare su www.zappataromana.net/ e si trovano tutti i riferimenti utili. Chi volesse aggiungersi può rivolgersi a Luca D’Eusebio.
7) Concludiamo con una bella favola dalla Garbatella
Vado a flash. Non mi viene in mente un racconto vero e proprio.
I bambini di terza elementare che vengono per piantare vedere le piantine germogliate dopo la semina e vengono attratti dalla scoperta delle lumache, con una delicatezza e attenzione inimmaginabile. Lo stupore dei bambini quando dal terreno escono le patate e l’impegno a frugare nella terra per recuperarle tutte.
Gli esperimenti di orti biodinamici, l’uso delle compostiere, gli errori e le correzioni, gli interventi più disparati per proteggere i semi dalla voracità degli uccelli: spaventapasseri, girandole, retine, bandierine colorate, un gallo di carta con la coda che gira.
E poi le feste, i più bei momenti, quando ciascuno porta il cibo da casa a piacere. Vietato l’uso di piatti, posate e bicchieri di plastica. Ciascuno li porta da casa. Noi offriamo solo bruschetta e acqua della fontanella, qualche volta il vino. Naturalmente prima di mangiare tutti lavorano per la sistemazione delle cose comuni: dalla pulizia, alla sistemazione della siepe, alla piantumazione di nuovi alberi al parco. Giochi all’aria aperta per bambini e grandi. E poi canti, balli, informazioni e confidenze.
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Intervista a cura di Marta Abbà
Pubblicato da Marta Abbà il 26 Aprile 2012