Orti urbani e verdure di città
Per avere un orto in casa basta un terrazzo. Prendete Fulco Pratesi, fondatore e presidente onorario di WWF Italia, anche lui è un sostenitore delle verdure in città e nei pochi metri quadrati del suo terrazzo a Roma cresce pomodori, piante aromatiche come alloro, rosmarino e prezzemolo, un limone, un arancio amaro, un melo, un albicocco, due nespoli e un fico.
Un po’ di spazio e un po’ di sole, acqua quanto basta: ecco l’orto che tutti possono fare, nei limiti del possibile. E non solo a casa: ci può essere l’orto a scuola e anche l’orto in azienda, due iniziative che stanno prendendo piede; perché l’orto piace e ce n’è tanto bisogno. Qualche numero (fonte WWF Italia) per rendersene conto.
Oggi le città occupano solo il 2% delle terre emerse del mondo, ma consumano il 75% di tutte le risorse, molte più di quelle presenti all’interno dei propri confini. Non è sempre stato così: nel 1950 solo il 29% delle persone viveva in città, dal 2008 vi risiede più del 50% della popolazione mondiale e nel 2025 potremmo arrivare al 65%. Nei prossimi 40 anni le città copriranno una superficie pari all’Europa occidentale mentre nei prossimi 90 anni nascerà ogni 10 giorni circa una città di 1 milione di persone.
Cosa significa? Che l’espansione urbana avverrà inevitabilmente a spese dei terreni agricoli e degli habitat naturali. In questo scenario l’importanza di aumentare le aree verdi all’interno delle città è ancora più evidente. Secondo il rapporto 2012 dell’ISPRA, in più della metà delle città italiane la superficie di verde pubblico non arriva al 5% del territorio comunale, con punte negative a Taranto meno dello 0,05%, Foggia 0,2%, Latina 0,5%, mentre in 90 città la percentuale di verde è superiore al 20%. Le 6 città italiane con la quota maggiore di verde urbano sono: Palermo (32,1%), Ravenna (29,9%), Brescia (29,1%), Ancona (28,1%), Roma (27,5) e Monza (25,0%).
C’è poi un altro aspetto: a livello globale l’autoproduzione di cibo è anche una risposta a una crescente perdita di suolo fertile e alla riduzione della povertà, e contribuisce allo sviluppo economico locale e all’inclusione sociale in particolare delle donne. Se guardiamo al mondo, circa 800 milioni di persone si occupano di agricoltura urbana, producendo il 15-20% del cibo complessivo. Gli orti urbani sono 70 milioni negli Stati Uniti, 18 milioni n Italia.
Per sfamare in modo sano e sicuro tutte le persone del pianeta in futuro servirà l’aiuto della scienza, ma soprattutto buona volontà e senso pratico. Ecco qualche link utile dove prendere informazioni.
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Pubblicato da Michele Ciceri il 8 Dicembre 2012