Orti d’azienda per legare con il territorio e tra colleghi
Avviano orti presso il luogo di lavoro e di attività: sono i soci della Onlus milanese “Ortid’Azienda” che, in una pausa di lavoro in ufficio, hanno pensato di “ mettere a frutto il proprio pollice verde e spiazzare i clienti proponendo loro di costruire orti dentro le aziende per darli in uso ai propri collaboratori”. Da vero “green team” il loro racconto è a più voci, quelle del presidente Umberto Puppini, della sua vice Luana Vertemati, e di alcuni dei soci fondatori: Nino Vento, Diego Di Siena, Angela Cavalca, Lorenzo Fanoli e Marco Testori.
1) Perché e come è nato Ortid’Azienda ?
Il nostro obiettivo è quello di diffondere praticamente i principi sociali e ambientali della cultura della sostenibilità e della filiera corta di produzione del cibo, tramite l’avviamento di orti presso il luogo di lavoro e di attività.
Siamo nati a Gennaio 2012: siamo una Onlus costituita da una decina di colleghi ed amici di diverse fasce generazionali, tutti consulenti d’azienda nel settore ambientale, della comunicazione e dell’informazione, e con diverse esperienze nel mondo delle associazioni politiche e culturali.
2) Come è nata l’idea?
L’idea è scaturita quasi per caso durante una pausa di lavoro in ufficio, in un afoso giorno d’estate. È stato l’esito naturale di una comune sensazione di frustrazione provocata dalla sensazione di assenza di prospettive nel panorama generale. Ci siamo detti: perché non facciamo insieme qualcosa di molto pratico? Abbiamo il pollice verde? Spiazziamo i nostri clienti e proponiamogli di costruire orti dentro le aziende per darli in uso ai propri collaboratori. Il giorno dopo, su una brillante idea di uno di noi, abbiamo avviato la costruzione del nostro orto d’azienda, piccolo ma perfettamente funzionante.
3) In cosa consiste la vostra attività ? Di quali fasi vi occupate?
Andiamo in azienda per capire cosa possiamo realizzare e proponiamo di coordinare ogni fase dell’attività, dalla formazione alla manutenzione, se serve. Fin dove possiamo ci occupiamo anche delle fasi operative, altrimenti ci facciamo affiancare da cooperative sociali di tipo B. Per la progettazione ci affidiamo a specialisti del settore.
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove gli orti d’azienda nascono e prosperano da anni, la maggior parte delle attività è fatta da gruppi di lavoratori e i prodotti sono destinati anche alle mense o alle food bank, per beneficenza.
4) Che tipo di orti riuscite a realizzare? Che tipo di prodotti? A chi sono destinati?
Ne facciamo di qualsiasi tipo e forma e, teoricamente, per ottenere ogni tipo di prodotto. Lo spazio fisico dato in uso dall’azienda consente di auto-produrre gli ortaggi con gli altri colleghi, condividendo nei fatti i principi della filiera corta. I destinatari, in primis, sono ovviamente coloro che partecipano all’attività dell’orto e della Onlus.
5) Cosa significa per un’azienda avere un orto?
L’orto è in sé un luogo sociale dove si trova il gruppo degli ortisti e che consente di manifestare anche piccole vanità, mostrando il prodotto del proprio lavoro. L’orto d’azienda si presta anche ad essere un ottimo strumento per costruire legami col territorio e per l’attività di comunicazione dell’azienda che lo promuove. Può anche essere luogo di integrazione sociale attraverso specifici programmi di inserimento di persone con difficoltà.
6) Quali sono stati finora i vostri principali interlocutori? Vorreste rivolgevi anche ad altri? Da che tipo di azienda è arrivato maggior riscontro?
Si tratta di ogni genere di aziende, da quella manifatturiera a quella del terziario. In genere, a prescindere dalla dimensione, si tratta di aziende che intendono perseguire una politica di responsabilità sociale o condividere spunti culturali vincenti.
Chiunque è benvenuto nel partecipare all’avventura dell’orto aziendale, anche se oggi riscontriamo la vivacità delle aziende del terziario avanzato, le più attente ai mutamenti culturali.
7) Un esempio di progetto che avete portato avanti, emblematico della vostra associazione?
Dopo l’entusiasmante esperienza dell’OrtoVentura durante il FuoriSalone del Mobile 2012, stiamo lavorando a diverse interessanti idee. Una su tutte ci piace molto: con l’aiuto di alcuni sponsor stiamo facendo un orto dentro un teatro milanese, forse uno dei primi al mondo, e sarà un perfetto esempio di quello che deve essere un orto aziendale, destinato ad essere curato ed usato dai lavoratori, tramite Ortid’Azienda, ed anche splendido ‘palcoscenico’ per la veicolazione dei messaggi sociali e culturali che stanno a cuore della Onlus e che aiutano i beneficiari, diretti e indiretti, a proiettarsi verso EXPO2015 ed oltre.
Intervista a cura di Marta Abbà
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Pubblicato da Marta Abbà il 27 Ottobre 2012