Ortensia rampicante
Ortensia rampicante: immagini della pianta, cure e consigli su come coltivarla in vaso o in giardino. Scheda botanica della Hydrangea petiolaris.
L’ortensia rampicante è originaria delle foreste del Giapponese, della Corea e della zona più orientale della Russia.
Il nome scientifico della specie è Hydrangea petiolaris. In Cina questa pianta non è considerata una specie a sé ma come una sottospecie dell’Hydrangea anomala, Hydrangea anamola subsp Petiolaris. Questa classificazione nasce a causa delle similitudini delle due piante. In entrambi i casi si tratta di ortensie rampicanti ma l’Hydrangea petiolaris ma che hanno dimensioni e morfologia diverse (fiori e foglie sono differenti). L’appellativo di ortensia rampicante viene attribuito a entrambe le specie (o nell’eventualità cinese, sia alla specie che alla sua sottospecie!). In questa pagina vi mostreremo alcune immagini per chiarire le differenze tra le due ortensie rampicanti.
Nella prima foto in alto è mostrata l’infiorescenza, ancora immatura, dell’Hydrangea anomala. Nell’immagine in basso, invece, è mostrata un’infiorescenza matura dell’ortensia rampicante Hydrangea petiolaris.
Ortensia rampicante Hydrangea petiolaris
L’ortensia rampicante Hydrangea petiolaris è una pianta legnosa rampicante, molto vigorosa e che è in grado di tappezzare muri di cinta, fusti d’albero o crescere su un pergolato proprio come farebbe una vite. Riesce a crescere dai 9 ai 20 metri di altezza espandendosi fino a 2 metri di larghezza.
Le foglie sono decidue (significa che cadono in pieno autunno), ovate e la fioritura arriva a metà estate. Le infiorescenze hanno un diametro di 15 – 25 cm con piccoli fiori bianchi periferici (sterili) dal diametro di 2,5 – 4,5 cm. I fiori fanno da cornice a piccolissimi e numerosissimi fiorellini fertili centrali. I fiori fertili hanno un diametro di un paio di millimetri. Dai fiori si sviluppano dei frutticini di circa 5 mm.
Ortensia rampicante Hydrangea anomala
Questa specie è originaria dei boschi dell’Hymalaya e della Cina meridionale. Anche in questo caso parliamo di una ortensia rampicante: può raggiungere i 12 m di altezza e come la specie descritta in precedenza può prosperare su fusti d’albero, rocce, muri di cinta… Anche in questo caso non si tratta di un’ortensia sempreverde ma di una pianta spogliante che durante l’autunno perde le foglie. Le foglie ovalate sono lunghe dai 4 ai 10 cm. I fiori hanno un diametro che va dai 5 ai 15 cm di diametro, la fioritura è estiva. L’infiorescenza conta un numero limitato di fiori esterni più grandi e fiori piccolissimi centrali.
Ortensia rampicante, coltivazione
Entrambe le ortensie rampicanti presentano le medesime esigenze colturali. Il clima dovrebbe essere temperato e tendenzialmente fresco, anzi, l’ortensia rampicante si può coltivare anche nel Settentrione d’Italia dove le temperature scendono di diversi gradi sotto lo zero.
Al contrario dell’ortensia comune, che preferisce una posizione ombreggiata, l’ortensia rampicante vuole una posizione soleggiata o a mezz’ombra. Nel Meridione d’Italia andrebbe coltivata in piena ombra.
Per la coltivazione bisognerebbe scegliere un terreno a medio impasto e di buona fertilità.
L’ortensia rampicante è una pianta rustica e per la sua coltivazione non sono necessarie particolari cure. Le irrigazioni devono essere frequente solo quando si tratta di una coltivazione di ortensia rampicante in vaso, le piante coltivate in piena terra necessitano di irrigazioni saltuarie. In piena terra, la pianta si irriga 1 – 2 volte a settimane. In inverno invece le irrigazioni andranno completamente sospese.
L’ortensia rampicante in vaso, oltre alle irrigazione, necessita di periodiche concimazioni. Per ottenere una buona fioritura si può concimare con fertilizzante liquido a base di fosforo e potassio. Per le piante in vaso si somministra concime da marzo a settembre. Il rinvaso si può eseguire una volta ogni tre-quattro anni.
Per le piante in piena terra si può concimare due volte all’anno, apportando concime organico come letame ben maturo da interrare direttamente ai piedi della pianta. In alternativa è possibile apportare del concime a lenta cessione.
Pubblicato da Anna De Simone il 26 Luglio 2017