Orogenesi alpina e caledoniana
Orogenesi, il fenomeno che mette in chiaro subito come le montagne non siano da sempre lì dove oggi le vediamo e le raggiungiamo per dilettarci in camminate o sciate. Sono anche loro “nate”, con un processo parecchio impegnativo e che può presentare caratteristiche di vario tipo.
Orogenesi: significato
Letteralmente orogenesi significa “origine delle montagne“, per montagne si intendono tutte le catene montuose, non solo le cime più alte e note. Fino a circa il XV secolo, tutti erano convinti che le montagne fossero annesse da sempre alla Terra e che sarebbero rimaste immutate in forma e altezza.
Con la scoperta di alcuni fossili di antichi organismi marini, spuntati quasi a sorpresa, sulle Alpi, è sorto un dubbio e abbiamo cominciato ad indagare sull’origine delle montagne, ci siamo dedicati quindi all’orogenesi. Proseguendo le analisi e lo studio, si è anche visto come le catene montuose siano formate in prevalenza da rocce sedimentarie di origine marina che, per metamorfismo, si sono modificate con i secoli, sono state deformate, e hanno poi ospitato innesti di rocce ignee in età più recente.
Possiamo dividere l’orogenesi in due fasi, la sedimentazione e la compressione dei sedimenti con il loro conseguente sollevamento. La fase di sedimentazione è piuttosto facile da immaginare mentre la compressione può avvenire sia per subduzione di una placca oceanica sotto una placca continentale, sia per collisione tra due placche continentali.
E’ necessario distinguere, di caso in caso, cosa è accaduto. Prendendo le Alpi, ad esempio, si scopre che l’orogenesi è avvenuta per collisione tra due placche continentali, quella africana contro quella eurasiatica e quella indiana contro quella eurasiatica. Un esempio di orogenesi per subduzione è invece quella delle Ande. In questa circostanza la placca oceanica di Nazca è scivolata sotto a quella continentale sudamericana provocando la formazione della cordigliera occidentale. Man mano si è poi sollevata, sempre per subduzione, anche la cordigliera orientale.
Orogenesi alpina
L’orogenesi alpina, iniziata nel tardo Mesozoico, è all’origine della catena Alpino-Himalayana. Tutto ha inizio con la chiusura dell’oceano Tetide in seguito alla risalita verso nord dell’Africa, dell’Arabia e del Subcontinente indiano verso l’Eurasia. La collisione di queste masse continentali ha provocato la formazione di varie catene montuose che oggi possiamo vedere anche estese in Africa settentrionale e nella penisola indocinese.
Orogenesi caledoniana
Questo tipo di orogenesi è avvenuta nel nord della Gran Bretagna, nella Scandinavia occidentale, nelle isole Svalbard, nella Groenlandia orientale e in alcune zone dell’Europa centro-occidentale e nella Danimarca. Risale a circa 490-390 milioni di anni fa, è un fenomeno che ha avuto origine a seguito della chiusura dell’Oceano Giapeto, si chiama “caledoniana” da Caledonia, nome latino della Scozia.
Orogenesi ercinica
Si chiama ercinica, è l’orogenesi che ha portato alla formazione delle montagne europee quando Laurentia e Baltica sono entrate in collisione. Il nome di questa tipologia di orogenesi arriva da quello della Selva Ercinia.
Orogenesi appenninica
Gli Appennini e le Alpi sono sì vicini ma queste ultime si sono originate milioni di anni prima. In comune hanno il fatto che sono costituiti principalmente da rocce sedimentarie deposte nell’antico oceano Tetide durante il Mesozoico ma gli Appennini sono nati all’inizio del Neogene e non sono un displacement della catena Alpina.
L’indipendenza dal punto di vista dell’orogenesi, tra queste due catene montuose, è confermato dal comportamento geologico della Pianura Padana che si è dimostrata essere una porzione riempita del Solco Adriatico.
Orogenesi Himalaya
Sembra che l’Himalaya smetterà di crescere con la fine di uno dei processi di orogenesi più lungo e imponente della storia. Lo sostiene in uno studio presentato su Nature qualche anno fa la ricercatrice Marin Clark geofisica dell’University of Michigan.
Questa montagna ha avuto origine già oltre cinquanta milioni di anni fa a seguito della collisione tra la placca tettonica dell’India con quella dell’Eurasia, il processo non si è mai fermato, anche oggi è in atto ma sembrerebbe che stia rallentando in modo esponenziale. Potrebbe anche arrestarsi, entro 20 milioni di anni. Un tempo che a noi sembra ovviamente lungo e di poco interesse mentre dal punto di vista delle montagne, e della Terra tutta, è un timer puntato che può in un certo senso spaventare.
La ricercatrice si è chiesta come mai questo rallentamento e ha scartato l’idea che potesse dipendere da ai cambiamenti nell’altezza delle montagne come se esse, crescendo man mano, esercitassero maggiori forze sui margini delle placche, rallentando la convergenza. Effettuando altre verifiche su catene montuose vicine questa ipotesi è stata smentita e pare che il rallentamento dell’Himalaya sia legato a ciò che accade nel mantello sottostante.
Questo strato sotto la crosta terrestre, costituisce un freno che rallenta le placche. Per meglio comprendere la dinamica, immaginiamo di spremere una lattina, che diventa sempre più stretta e consideriamo la velocità con cui la lattina viene spremuta il tasso medio di orogenesi. Allo stringersi della lattina, il movimento della placca deve rallentare per mantenere il tasso di contrazione.
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Pubblicato da Marta Abbà il 16 Giugno 2018