L’Oritteropo è un animale che viene chiamato anche maiale del deserto e questo già ci racconta molte cose sul suo aspetto non certo molto elegante e raffinato. Questo non significa che sia una creatura da non rispettare o da snobbare.
Andiamo a conoscerlo e a capire dove vive, certi che in Italia sarà difficile incontrarlo.
Oritteropo: caratteristiche
Detto anche Aardvark, oltre che maiale di terra e orso delle formiche, il nostro oritteropo è un mammifero appartenente all’ordine dei Tubulidentata, mangia di tutto e vive piuttosto a lungo, in media arriva fino a circa 25 anni. Da adulto questo animale misura circa un metro, in lunghezza, i maschi possono anche superare questa misura e arrivare a 135 cm, c’è poi da aggiungere anche la coda che misura circa mezzo metro. Come peso, quello dell’oritteropo è come quello di una persona, varia dai 50 agli 80 Kg.
Effettivamente, pur cercando di non avere pregiudizi in merito, è difficile sostenere che questo mammifero abbia un bel aspetto: è quasi privo di peli e le sue orecchie sono lunghe e sproporzionate rispetto al corpo. Il muso è decisamente da maiale mentre la parte posteriore del corpo ricorda molto di più un canguro.
Sembra una creatura nata da un montaggio, quasi per scherzo, oppure il protagonista di un cartone animato di fantasia, quelli dove compaiono animali che non esistono ma che hanno delle singole caratteristiche che ricordano animali veri.
Guardano più da vicino si nota che ha gli occhi muniti di una sorta di membrana, è l’”umbraculum”, serve per poter fissare il sole in cerca di insetti, alla base della dieta dell’oritteropo anche se di fatto mangia di tutto.
Oltre ad essere esageratamente lunghe, le orecchie sono anche indipendenti l’una dall’altra, caratteristica che conferma il fatto che l’oritteropo assomigli molto ad un cartone animato.
Vivendo nel deserto o comunque in zone con terreno polveroso, questo animale è munito di narici che si chiudono ermeticamente in modo che non possa entrare la terra mentre l’animale in oggetto scava per cercare cibo. In particolare, le termiti.
Quando mangia usa i denti che sono composti da prismi esagonali di dentina, in particolare se osserviamo il secondo molare possiamo notare come sia più grosso degli altri, ed è infatti composto da 1500 prismi.
Oritteropo: dove vive
L’habitat di questo mammifero col muso da maiale è il sud del deserto africano del Sahara ed è in questa zona che viene chiamato Aadvark, termine afrikaans che significa “maiale di terra”. Gira nel deserto e in zone presumibilmente aride soprattutto di notte, va in cerca di termiti e mai di esemplari della sua specie con cui accoppiarsi.
Se un oritteropo si riproduce non è certo per merito delle sua capacità di seduttore, non ne ha affatto e si accoppia solo se e quando incontra, casualmente, una femmina. Una volta consumato il rapporto, torna a farsi i fatti propri, a cercare cibo e a riposare. Eppure, nonostante non si impegni molto, non è un animale in pericolo di estinzione, forse perché non viene cacciato in modo particolare, non ci sono ragioni infatti per volerlo uccidere.
Solo ogni tanto per la sua carne ma non in modo accanito, un altro motivo per cui esemplari di oritteropo possono essere uccisi sono i denti che possono diventare amuleti, in Zaire, e poi ci sono i peli, duri come setole, che si mormora possano essere un veleno potente quando sono mescolati alla birra.
Oritteropo: foto
Nel guardare queste immagini possiamo immaginare la vita delle creature che stiamo descrivendo. Non hanno una vita di famiglia: quando il maschio se ne va la femmina ha una gravidanza che dura sette mesi e poi nasce il piccolo che per sei mesi le resta affianco per poi trasferirsi altrove per proseguire la sua vita in modo del tutto autonomo. Pur di mangiare le loro amate termiti, gli oritteropi camminano molto, anche parecchi chilometri, e scavano a lungo, con tenacia muovono gli artigli anteriori e usano la lingua lunga e appiccicosa per ingurgitare gli insetti.
Oritteropo e formica
Oltre alle termiti, l’oritteropo mangia anche le formiche, non è molto schizzinoso e se trova un insetto lo cattura e lo ingoia. Capita anche che ingerisca dei piccoli sassi ma non gli fanno male, anzi, lo aiutano a triturare nello stomaco il duro scheletro visto che i denti non sono così solidi e spesso rischiano di frantumarsi se trovano del cibo troppo croccante.
L’idea però di affiancare il nostro protagonista ad un insetto come la formica non nasce dalle sue abitudini alimentari ma da una serie di 17 cortometraggi animati prodotta dalla DePatie-Freleng Enterprises e distribuita cinematograficamente dalla United Artists tra il 1969 e il 1971. Il titolo originale è “The Ant and the Aardvark” che letteralmente significa “La formica e l’oritteropo”.
Questo cartone animato racconta i tentativi di un oritteropo blu di catturare e mangiare una formica rossa di nome Charlie, nella versione originale entrambi i personaggi sono doppiati da John Byner, i cortometraggi sono nel tempo entrati nelle simpatie di molti spettatori che se li sono trovati affiancati ad altri personaggi prodotti dalla DePatie-Freleng Enterprises, come La Pantera Rosa. Il boom per questo cartone risale al 1970 sempre per merito della “Pink Panther” ma ancora oggi è ricordato per le tecniche di lavorazione tipiche del periodo. Qui troviamo i due protagonisti (blu e rosso) colorati in modo uniforme, senza sfumature tra corpo e vestiti, in modo da spiccare rispetto agli sfondi multicolori. L’effetto è certamente peculiare e caratteristico.