Orchidea da esterno: caratteristiche e coltivazione
Le orchidee da esterno del tipo Cymbidium, sono piante adatte ad abbellire i nostri spazi esterni senza problemi particolari. Trattasi di piante a sviluppo simpodiale (fenomeno botanico per cui la gemma apicale ad un certo punto degenera e la sua funzione viene assunta da gemme sottostanti), originarie dell’Australia, alcune zone montuose dell’Asia centrale, Cina e Giappone.
Nei prossimi paragrafi scopriremo le principali caratteristiche di questa pianta insieme ad alcuni accorgimenti pratici per poterla coltivare senza problemi anche nelle nostre case.
Caratteristiche dell’orchidea da esterno
Le orchidee da esterno sviluppano numerosi pseudobulbi appiattiti, legati tra loro da corti rizomi polposi; ogni anno le piante producono nuovi pseudobulbi, ognuno di essi con una decina di lunghe foglie rigide, nastriformi, leggermente arcuate, di colore verde brillante, che possono raggiungere anche i cento centimetri di lunghezza. Questo tipo di orchidea può essere interrato in autunno, a riposo vegetativo, oppure in primavera, dopo le gelate invernali insieme alle felci e al mughetto. È preferibile utilizzare della terra argillosa, non sono invece indicati torba e terriccio.
Durante il periodo primaverile, alla base degli pseudobulbi si sviluppa un lungo fusto eretto, carnoso che sorregge dai 20 ai 25 grandi fiori carnosi, di colore bianco, giallo o monocromatici ed un secondo fusto che da’ origine a nuovi bulbi. La pianta rimane fiorita intere settimane, per questo motivo risultano essere i vegetali più amati e commercializzati.
Come coltivare l’orchidea da esterno
Ecco una serie di semplici quanto pratiche accortezze per poter coltivare questa pianta anche nelle nostre case, per poter così godere della sua bellezza.
Esposizione ideale della pianta
L’orchidea da giardino non teme l’inverno, nel periodo del riposo vegetativo è in grado di sopravvivere alle forti gelate, anche se le temperatura ottimale dovrebbe mantenersi attorno ai 20 gradi. Le orchidee da esterno apprezzano l’interramento all’ombra o mezz’ombra e il primo sole del mattino. In genere, queste piante patiscono maggiormente il caldo rispetto al freddo. L’esposizione a nord, in luoghi ombreggiati da altri arbusti si rivelano particolarmente adatti al loro sviluppo.
Temperature troppo elevate potrebbero causare la decolorazione delle foglie e dannose bruciature. È buona norma esporre le piante sotto il sole nelle ore mattutine da giugno a settembre.
Terreno idoneo per la messa a dimora dell’orchidea da esterno
Gli esemplari di orchidea da esterno si coltivano utilizzando una composta leggera, neutra o alcalina, formata da una parte di terriccio da giardino, due parti di osmunda e una parte di sfagno, con l’aggiunta di corteccia sminuzzata, polistirolo, perlite o altro materiale incoerente.
Sono vegetali alquanto adattabili: crescono discretamente in tutti quei substrati sufficientemente acidi, drenanti e leggeri.
Per favorire la fioritura è bene coltivare le piante all’aperto, in luoghi freschi, luminosi e areati fino all’arrivo dei primi freddi; dopodiché sistemeremo la pianta in zone riparate dal gelo estremo.
Gli esperti produttori consigliano di piantare le nostre orchidee in piena terra, con il vaso di coltivazione, affinché la pianta possa acclimatarsi con gradualità. La primavera successiva la si potrà rimuovere con delicatezza, liberandola dal suo contenitore e ricollocandola nella posizione iniziale.
Come annaffiare l’orchidea da esterno
Per tutto il periodo estivo, l’orchidea andrà annaffiata abbondantemente, evitando che la superficie del substrato si asciughi del tutto. In inverno le annaffiature saranno sporadiche, ma regolari. Per gli esemplari coltivati all’interno andrà spesso vaporizzato il fogliame per garantire loro la giusta dose di umidità.
La pianta necessita di irrigazioni regolari durante tutto il periodo vegetativo, soprattutto in estate: dalla primavera all’autunno le radici dovrebbero mantenersi sempre umide. Le temperature secche invernali stimoleranno invece la produzione degli steli.
Un buon modo per irrigare il vegetale è quello di immergere l’intero apparato radicale in acqua per qualche ora per poi lasciare fuoriuscire l’acqua in eccesso.
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Concimazione della pianta
la pianta necessita di regolari concimazioni. A fine inverno, per rinvigorire la fioritura, sarà bene somministrare fertilizzanti liquidi ad alto contenuto in potassio. Quando i fiori saranno appassiti, andrà stimolata la crescita vegetativa aumentando il tenore di azoto per poi diminuirlo nuovamente a favore di potassio e fosforo con l’avvicinarsi dell’autunno.
Moltiplicazione della pianta
Per talea
Prelevare una talea di circa 10 cm e sistemarla in un contenitore con terriccio adatto. Si svilupperanno nuove radici aeree da mettere a dimora in un substrato soffice e drenante.
Per seme
È la tecnica più complessa. Le capsule che si formano a seguito dell’impollinazione del fiore maturano dopo circa 6 mesi. I semi contenuti in queste capsule, una volta interrati, daranno vita al loro ciclo naturale. Il risultato non è tuttavia garantito.
Per meristema
Si tratta di una tecnica usata in laboratorio.
Parassiti e malattie
Le foglie e i fusti potrebbero essere infestati dalle cocciniglie. La colonizzazione da parte di questi parassiti rende l’apparato fogliare appiccicaticcio e fuligginoso e ne rallenta oltremodo la crescita. Se sottoposte a bruschi sbalzi di temperatura, in assenza di umidità o di illuminazione, le orchidee da esterno possono facilmente perdere i boccioli e i fiori.
Curiosità sull’orchidea da esterno
Nel linguaggio dei fiori le orchidee rappresentano l’eleganza e la raffinatezza.
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Pubblicato da Evelyn Baleani il 28 Gennaio 2022