Orca: mammifero marino
Orca: mammifero marino affascinante e predatore alfa di tutti gli oceani e i mari del globo. Vediamo quali sono le sue caratteristiche, dove vive, cosa mangia e dove vedere un’orca.
L’orca è un affascinante mammifero marino, appartiene alla stessa famiglia dei delfini (Delfinidi, Cetacei Odontoceti) e non è un pesce! L’orca è un cetaceo.
Le orche sono cetacei
I cetacei sono un infraordine di mammiferi marini che presentano un corpo fusiforme simile a quello dei pesci, il corpo assicura un’ottima idrodinamicità. Tuttavia, i cetacei non hanno le branchie ma sono dotati di respirazione polmonare, per questo emergono spesso dall’acqua per poter incamerare ossigeno. I cetacei sono i dilfini, le balene, le orche e il beluga.
Orca: mammifero marino
Come tutti i mammiferi, anche l’orca partorisce. La “gravidanza” dell’orca dura molto tempo! Dopo circa un anno e mezzo di gestazione, la femmina partorisce un solo piccolo. Il parto avviene nelle acque basse. Dopo il parto, questo incredibile mammifero marino porta subito il piccolo nato dai suoi parenti. Già, le orche vivono in gruppo creando delle vere e proprie comunità.
L’orca è un mammifero dall’indubbia intelligenza, tanto da attuare dei veri e proprio comportamenti sociali. Ogni comunità di orche sviluppa dei particolari versi di comunicazione e anche le cure parentali sono peculiari. Non sempre il “papà” riesce a distinguere il suo piccolo, quindi i maschi finiscono per prendersi cura di tutti i piccoli del loro gruppo così come se fossero loro figli.
Ogni femmina affronta un intervallo tra un parto e l’altro, tale pausa varia dai 3 agli 8 anni. Il motivo di questo lungo intervallo? L’orca ha bisogno di tempo perché le cure parentali sono prolungate.
La femmina raggiunge la maturità sessuale a 10 anni, il maschio deve aspettare i 16 anni per potersi riprodurre.
I figli delle orche restano nel loro gruppo di appartenenza fin all’età adulta, a questo punto le madri si assicurano di avere una discendenza aiutando i propri figli a cercare un partner per la riproduzione.
Cosa mangiano?
Le orche sono mammiferi fortemente sociali. La caccia si svolge in gruppo e le prede dipendono dall’habitat che colonizzano. Alcune comunità si nutrono principalmente di pesci, altre orche, invece, si nutrono soprattutto di mammiferi marini come foche, leoni marini o addirittura balene.
La preda più sorprendente è lo squalo. Le orche si nutrono di diverse specie di squalo, tra queste figura anche lo squalo bianco. Per molto tempo lo squalo bianco è stato ritenuto il superpredatore degli oceani, tuttavia, delle recenti osservazioni hanno evidenziato le fragilità di tale predatore.
Anche se lo squalo bianco ha una forza e dei sensi incredibilmente sviluppati, le orche, agendo in branco, riescono ad avere il sopravvento. Per tutti i dettagli sulla predazione dello squalo bianco da parte dell’orca assassina, è disponibile l’approfondimento: squalo bianco vs orca assassina.
Dove vedere le orche?
L’orca può essere osservata nel suo habitat naturale mediante l’attività di whale watch. Le orche in cattività non sono rare, tuttavia non incoraggiamo tale tipo di turismo.
L’orca, al contrario del delfino, è un animale molto grosso, con esigenze dimensionate enormi! una stima del 2018 riferiva la presenza di 60 orche in cattività. Di seguito riportiamo alcune strutture che detengono l’orca in cattività:
- Sea World California
- Orlando Sea World – Florida
- Sea World Texas
- Miami Seaquarium
- Acuario Mundo Marino, Buenos Aires
- Loro Parque, Tenerife
Nella foto in basso un’orca durante uno degli spettacoli del SeaWorld di Orlando. L’orca in questione è stata famosa per essere responsabile della morte di tre persone, il nome dell’orca era Tilikum ed è morta nel 2017. La vita in cattività non è adatta all’orca.
In cattività si registra un importante atrofia della pinna dorsale (visibile anche nella foto in basso). in pratica la pinna dorsale perde la sua rigidità muscolare a causa della mancanza di esercizio dei muscoli dorsali che mantengono la pinna eretta. Il motivo? Le orche in cattività vivono in spazi molto ristretti dove a malapena possono immergersi. Anche la pinna causale subisce notevoli cambiamenti, un occhio esperto potrà notare una piegatura del bordo posteriore del tutto innaturale.
In natura non si sono mai registrati attacchi da parte del mammifero marino all’uomo. In cattività, invece, attacchi di questo tipo sono piuttosto frequenti.
Orca assassina: attacchi rivolti agli esseri umani
In natura, gli attacchi sono rari e di lieve entità, l’ultimo risale al 2005, quando, in Alaska, un giovane era tra un branco di leoni marini, un’orca emerse sul ghiaccio e colpì il ragazzo. L’orca probabilmente aveva confuso il ragazzo con un leone marino, tuttavia il ragazzo fu solo ferito, l’orca continuò la sua caccia volgendo la sua attenzione ad altri leoni marini.
A differenza delle orche in natura, quelle in cattività si mostrano molto aggressive, attuano comportamenti autolesivi e sono aggressive anche con gli uomini. Gli incidenti non sono rari e gli attacchi contro gli essere umani sono più di una dozzina, alcuni con esito fatale.
L’orca Tilikum affogò uno dei suoi addestratori e ne ferì gravemente un altro. Lo stesso animale era stato responsabile della morte di altri due addestratore negli anni precedenti. Chi vuole approfondire può guardare il documentario Blackfish di Gabriela Cowperthwaite (2013).
Ti piacciono gli animali? Indubbiamente potrà interessarti questa lettura: superpredatori
Pubblicato da Anna De Simone il 2 Settembre 2019