Omeopatia e alimentazione per cani

omeopatia e alimentazione cani

Curare il proprio cane con l’omeopatia. Spesso rispetto a questo tipo di medicina ci sono molte informazioni contraddittorie, difficile orientarsi: chi si trova ad affrontare i problemi di salute del proprio animale si chiede se davvero il rimedio omeopatico funzioni, se è adeguato per un determinato tipo di problema, quanto costa, cosa bisogna aspettarsi dal trattamento e se è risolutivo. A rispondere a queste domande è David Bettio, medico veterinario omeopata di Parma, presidente e insegnante della Scuola triennale di omeopatia veterinaria della Società italiana di omeopatia veterinaria e responsabile del Centro Omeopatico Veterinario Olikos, struttura dedicata alla cura omeopatica degli animali da compagnia.

Dottor Bettio, cosa è l’omeopatia?

Semplificando molto possiamo dire che in omeopatia si utilizzano dei medicinali che derivano da piante, minerali e animali. Questi prodotti, come ad esempio l’arnica che conoscono tutti, sono raccolti da persone specializzate in alcuni luoghi in un certo periodo, il fiore è poi controllato in laboratorio, prodotta una tintura madre e da qui parte tutto il procedimento del rimedio omeopatico che è ottenuto mediante diluizioni e succussioni.



Perché in molti la considerano semplicemente acqua fresca?

Secondo la scienza che analizza i rimedi omeopatici è acqua fresca perché analizza l’omeopatia secondo una metodica che è errata perché è chiaro che diluendo una sostanza poi non se ne trova più traccia. Invece bisogna analizzarla secondo un diverso modello che è di tipo biofisico. Ci sono numerose ricerche scientifiche che hanno realizzato delle sequenze su rimedi omeopatici analizzandoli con metodica diversa da quella analitico-chimica e si è visto che queste sostanze hanno delle vere e proprie frequenze. Quindi il rimedio lavora come un’onda. Un esempio banale: per molti aprire una porta di metallo è normale, ma anche aprire il cancello di casa o l’automobile con il telecomando è altrettanto normale.

La chimica funziona con molecole come la chiave di metallo che entra su un recettore e apre un certo tipo di funzione. Il rimedio omeopatico è il telecomando che attiva una funzione secondo la legge della similitudine.

In cosa è diversa l’omeopatia applicata ai cani rispetto a quella sulle persone?

Sono gli stessi farmaci sia per il cane, sia per la persona. Ovviamente gli animali, non parlando, producono dei sintomi che sono segni clinici che bisogna essere in grado di analizzare mettendo a confronto l’analisi del rimedio. Il veterinario deve riuscire a fare una diagnosi differenziale osservando il cane. In realtà il principio è molto simile con differenze sostanziali perché in veterinaria ci sono tantissime specie da curare, non solo cani e gatti ma ovini, bovini, equini e altri ma è chiaro che i principi di applicabilità sono i medesimi. Bisogna comunque essere veterinari per fare omeopatia veterinaria.

david bettio omeopata

David Bettio con il suo … “piccolo” amico a 4 zampe! :-)

Quali sono le patologie per i cani che si possono curare con l’omeopatia e quali no?

È come per la medicina. Le malattie si possono affrontare tutte, da un raffreddore fino a pazienti oncologici o con problematiche croniche come malattie gastroenteriche e dermatologiche, problemi neurologici. Cosa non si può curare? Dipende dalla risposta che ha il paziente alla terapia che è un problema della medicina in generale. Nella mia esperienza di veterinario esperto ci sono tante casistiche dalle più varie.

I risultati sono comprovati se li compariamo alle evidenze scientifiche della medicina convenzionale?

Ci sono le evidenze cliniche, ossia una serie di casistiche per cui la percentuale di successi di trattamento della malattia è comprovata. Questo non vale nel caso in cui io somministro un rimedio omeopatico a un cane e questo sta bene una settimana poi mi ritorna con lo stesso problema. Questo non vuol dire curare, ma trattare una sezione della malattia, come quello che fa il cortisone su una dermatite pruriginosa e anche l’omeopatia può fare questo, sia chiaro.

Io dal punto di vista clinico vedo un’efficacia dell’omeopatia estremamente elevata, non so quantificare una percentuale perché ci vorrebbe un epidemiologo che prenda in mano migliaia di cartelle cliniche che io ho e fare un’analisi però, ripeto, ci sono ottimi risultati secondo le osservazioni cliniche. Poi ci sono evidenze scientifiche di base che sono ricerche di laboratorio documentate su pubblicazioni importanti, riviste specializzate come le ricerche del professor Paolo Bellavite dell’Università di Verona, quindi una ricerca di base c’è.

Poi c’è una ricerca osservazionale clinica che potrebbe essere sviluppata, ma già ci sono pochi fondi per la ricerca convenzionale; inoltre gli istituti che dovrebbero fare omeopatia o non hanno le competenze per imbastire una ricerca che abbia un senso, oppure non hanno soldi o addirittura la osteggiano non prendendo nemmeno in considerazione il fatto di analizzare un qualcosa che non sia medicina convenzionale. C’è un negazionismo anche di fronte a dati scientifici comprovati.

Quali sono i casi più trattati rispetto all’omeopatia per i cani?

Secondo la mia esperienza sono tantissimi i casi di problemi dermatologici, gastroenterici, di tipo stagionale come riniti, laringotracheiti, broncopolmoniti. Ricordo un caso in particolare di un cane con una patologia gastroenterica cronica chiamata Idb risolta in pochissimo tempo con un rimedio omeopatico e con un cambio alimentare. Tutto documentato ovviamente. Il bello di tutto questo è parlare con i proprietari dei pazienti che finalmente vedono la soluzione di situazioni croniche del loro cane.

C’è un aumento di richiesta di cure omeopatiche per cani rispetto a dieci anni fa?

Sicuramente. Io vedo sempre più richieste così come testimoniano molti miei colleghi, c’è un trend positivo perché c’è una maggiore sensibilità e consapevolezza anche grazie al fatto che finalmente ci sono più veterinari preparati, ci sono scuole in Italia che producono formazione ad altissimo livello.

Insomma non c’è più il “praticone” che somministra l’arnica a caso. Bisogna essere prima medico per poi utilizzare un qualsiasi strumento terapeutico, perché solo conoscendo la medicina hai la possibilità di utilizzare la cura che ritieni opportuna: che sia il rimedio omeopatico, fitoterapico, l’agopuntura, l’antibiotico o lo strumento chirurgico. Perlomeno io questo pretenderei per curare il mio cane.

Molti sostengono che i rimedi omeopatici costano tanto, è così?

È una falsità. Per esempio per un problema cronico del cane, se si utilizza l’omeopatia classica, a volte è sufficiente un rimedio da 15 euro per risolvere una situazione che perdura da anni, quindi non è davvero così. Ci sono colleghi che hanno fatto studi comparativi negli animali da allevamento dove ovviamente i costi dei farmaci incidono moltissimo, tra prodotto convenzionale e omeopatico e questi ultimi fanno risparmiare le aziende tantissimo.

Come trovare il veterinario omeopata con i titoli giusti?

Non è facile perché gli ordini professionali non sono ancora attrezzati con elenchi di veterinari omeopati esperti, lo abbiamo sempre invocato ma la politica tarda ad arrivare. Quindi bisogna fare riferimento alle società scientifiche omeopatiche presenti sul territorio come la Siov (Società italiana omeopatia veterinaria) o la Fiamo (Federazione italiana medici omeopati). In questi due elenchi si può avere accesso a persone che hanno fatto un certo tipo di percorso formativo.

A cura di Sabrina Mechella

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