Oloturia di mare: ricette
Oloturia di mare, un animale in pericolo, ne esistono 377 specie e ad oggi 16 sono considerate a rischio di estinzione dalla Lista rossa dell’Iucn. Sono i cetrioli di mare, nei nostri mari ci sono anche se preferiscono gli oceani, in Oriente sono un ingrediente molto ricercato e costoso. E se continuiamo così sarà sempre più raro.
Oloturia di mare
Le oloturie, Holothuroidea, sono i cetrioli di mare, un soprannome legato alla loro forma che a molti ricorda il cetriolo. Si tratta solo di una somiglianza, perché l’oloturia di mare è a tutti gli effetti un animale, appartiene alla classe degli echinodermi, degli invertebrati con uno scheletro formato da placche calcaree spinose, come la stella marina e il riccio di mare.
Per i fondali marini “strisciano” e si nutrono delle particelle organiche mescolate nel fango, li possiamo trovare in tutti i mari ma i preferiti di queste creature sono quelli temperati e tropicali. Una particolarità delle oloturie di mare è la loro capacità di espellere intestino e polmoni acquiferi e poi rigenerarli, non è certo da tutti farlo.
Oloturia di mare: ricette
Ci sono alcune specie di oloturie che risultano non solo commestibili, ma anche molto apprezzate e utilizzate soprattutto nella tradizione Orientale. Si tratta di varietà della specie Holoturia edulis, una specie tipica dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico e che possiamo trovare nei piatti, soprattutto in Giappone dove vengono chiamate namako.
In altri Paesi li troviamo con altri nomi: in Indonesia come tripang, gamat o balatan e in Cina come trepang. Nella maggior parte delle ricette, questo ingrediente viene inserito essiccato, oppure può essere mangiato fresco e crudo a mo’ di sushi, oppure in zuppe e stufati assieme ai funghi e al cavolo cinesi. Più raramente, le oloturie vengono anche affumicate o fritte.
Oloturia di mare: prezzo
Essendo considerate delle prelibatezze, queste creature costano molto, soprattutto nei luoghi dove vengono mangiati con frequenza: in Oriente. Consideriamo che in Cina il loro prezzo oscilla tra i 10 e i 600 dollari al chilo, con picchi di 3mila euro al Kg, per specie particolarmente pregiate. Anche nel Mediterraneo vengono pescate a scopo alimentare ma certo questa attività si concentra nelle acque dell’Estremo oriente, nell’Oceano Indiano e nel Pacifico.
Oloturia di mare: biodiversità
Non hanno solo un ruolo nel piatto e nei menù delle cucine orientali ma anche nell’ecosistema. Qui le oloturie sono molto importanti nel riciclo di sostanze nutritive che possono vanno ad alimentare alghe e coralli. L’oloturia di mare può essere vista come uno spazzino del mare.
Oloturia di mare: specie protetta
La “caccia” a fini alimentari e il degrado dell’ambiente, dovuto anche alla plastica in mare, stanno mettendo in pericolo alcune varietà di cetrioli di mare, 16 delle 377 specie conosciute, secondo l’Iucn. Se non per il bene dei cetrioli di mare, facciamolo per il bene dei nostri mari perché sono organismi filtratori e in grado di assorbire virus, batteri, biotossine algali e metalli pesanti.
Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su Twitter, Facebook, Google+, Instagram
Pubblicato da Marta Abbà il 28 Aprile 2018