Olivina: formula e struttura
Olivina, verde e affascinante, come pietra, per chi la conosce nell’ambito della cristalloterapia o della gioielleria, materiale anche utile per alcune sue caratteristiche più “tecniche” e meno visibili a occhio nudo e che la rendono “preziosa” in ambito industriale. Tra le rocce magmatiche, l’olivina viene spesso citata perché è di fatto il primo minerale a cristallizzare da un fuso del mantello terrestre.
Olivina: formula
La formula chimica di questa pietra è (Mg,Fe)2SiO4, possiamo sentirla indicare anche con il nome di Peridoto, è un minerale silicatico che fa parte dei nesosilicati, assieme ai granati. I neosilicati sono caratterizzati da una struttura fatta da tetraedri isolati di SiO4, anche la nostra olivina quindi lo è.
Troviamo questa pietra in molte rocce, soprattutto in quelle magmatiche ultramafiche e mafiche, povere di silice. Possiamo trovare degli esempi sia nelle magmatiche intrusive che in quelle effusive: le duniti hanno addirittura più del 90% di olivina, minore ma considerevole è la percentuale presente nelle peridotiti e in alcuni basalti.
Olivina: prezzo
L’ olivina non è solo una pietra da gioiello, è impiegata in vari ambiti per cui stabilirne il prezzo in generale non ha senso. Dato che fonde a temperature molto elevate, è usata come costituente di materiali refrattari ed abrasivi all’interno di apparecchi elettronici ad alta frequenza. Troviamo questo minerale anche in pellicole sottili, ceramiche, leghe e collanti per alte temperature.
C’è anche la sabbia di olivina, usata in fonderia una volta miscelata con silicati e catalizzatori, dove è apprezzata per la sua refrattarietà e la sua stabilità alle alte temperature.
Una caratteristica che potrebbe far aumentare il prezzo di questa pietra è la facilità con cui può essere alterata, in presenza di acqua, a causa degli agenti atmosferici, e diventare iddingsite, materiale non paragonabile e non utilizzabile per gli stessi identici scopi come nulla fosse.
A prima vista l’olivina non appare subito in tutta la sua bellezza, si presenta in masse granulari di cristalli tozzi, prismi irregolari, con un colore che passa dal verde oliva al giallastro o al bruno. Quando è verde limpida, e viene detta crisòlito, può essere tagliata e lavorata con ottimi risultati.
Olivina: cristalloterapia
Con il nome di Peridoto, di solito, si definisce una particolare varietà di olivina magnesiaca, quella semi-preziosa usata in gioielleria e anche in cristalloterapia. Sembra che aiuti a realizzare i propri desideri e che rafforzi la fiducia, l’equilibrio e la chiarezza di pensiero. Regala prosperità e felicità a chi la indossa e, essendo verde quindi ricca di ferro, ringiovanisce le cellule aiutandoci a non invecchiare troppo velocemente.
Olivina: struttura
Come neosilicato, l’olivina è formata da tetraedri collegati attraverso atomi di magnesio o di ferro con coordinazione. Nelle olivine c’è una serie isomorfa che passa da un estremo magnesifero, la forsterite, ad un estremo ferrifero, la fayalite, entrambi molto rari in natura. In sostituzione al ferro e al magnesio, possiamo trovare calcio e manganese, nelle olivine, che se non sono di origine naturale possono essere state prodotte dal metamorfismo di contatto di medio e alto grado prevalentemente su rocce metamorfiche ultrabasiche (serpentinite).
Olivina: portafortuna
Esplorate le proprietà che la cristalloterapia attribuisce a questa pietra, è naturale che molti la vogliano addosso come porta fortuna. Sembra che anche un piccolo frammento possa apportare vibrazioni positive a chi ne è a contatto giornaliero e ne sente l’energia.
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Pubblicato da Marta Abbà il 9 Marzo 2018