Olio esausto da cucina, cosa farne
Un olio esausto da cucina è un rifiuto che, se disperso nell’ambiente, causa danni gravi. Dunque non bisogna disperderne. E non bisogna liberarsene nello scarico del lavello o nel water. Oggi esistono aziende specializzate che recuperano l’olio esausto da cucina (si trovano su Internet) e lo usano per produrre energia. Da rifiuto inquinante a risorsa, basta saperlo.
Attualmente in Italia la produzione annua di olio esausto da cucina è di circa 280mila tonnellate, residuato dalla cottura dei cibi e dai processi di frittura. Il 30% di questo quantitativo è generato dai ristoranti, il 20% dalle idustrie alimentari e il 50% dalle utenze domestiche. Facendo un po’ più di attenzione in casa si potrebbe quindi risparmiare un bel po’ di inquinamento.
Quanto inquina un olio esausto
Se un olio esausto da cucina raggiunge i pozzi di acqua potabile li rende inutilizzabili. Tutti sappiamo infatti che un olio mescolato all’acqua ne altera il gusto rendendola imbevibile. Quando invece l’olio esausto raggiunge uno specchio d’acqua superficiale, per esempio un lago o uno stagno, forma una pellicola impermeabile che impedisce l’ossigenzazione compromettendo la flora e la fauna acquatiche. Disperso in mare, forma un velo che impedisce la penetrazione in profondità dei raggi solari con gravi conseguenze per l’ambiente marino.
Un chilogrammo di olio esausto da cucina basta a coprire 1.000 metri quadrati di qualsiasi specchio d’acqua. E dupurare l’acqua contaminata da un olio esausto, cosa possibile, è un’operazione complessa e molto costosa.
Si calcola che se ogni anno finisse nello scarico mezzo litro di olio esausto da cucina in meno per ogni persona, un centro di 100mila abitanti potrebbe risparmiare 25mila euro circa. Il risparmio potenziale proiettato sull’intera popolazione nazionale raggiungerebbe i 15 milioni di euro. Senza considerare le potenzialità del riutilizzo dell’olio esausto per scopi energetici.
Olio esausto per la produzione di energia
Secondo una Direttiva UE, la quantità minima di materie prime biologiche sul mercato dei combustibili deve essere progressivamente aumentata. La produzione di combustibile ecologico biodiesel derivato da oli esausti diventa di conseguenza sempre più importante. Esistono già veicoli a motore, anche aeroplano, alimentati con olio esausto alimentare.
Sempre la Comunità Europea prescrive che la produzione di energia elettrica deve derivare sempre più da fonti di energia rinnovabili. Gli oli esausti alimentari riciclati sono una fonte di energia rinnovabile e si prestano molto bene alla produzione di energia elettrica in impianti di cogenerazione.
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Pubblicato da Michele Ciceri il 5 Novembre 2015