Tutti conosciamo i risvolti energetici della frittura, quelle “energie in eccesso” si chiamano calorie e finiscono sui nostri fianchi e sulla nostra pancia… chi l’avrebbe mai detto che l’olio sfritto avrebbe alimentato il motore di un aereo!
KLM è una compagnia aerea olandese che, ogni settimana, offre voli transatlantici alimentati da un mix di combustibili dato per il 25 per cento da olio da cucina e 75 per cento dal classico carburante. Per i prossimi sei mesi, ogni giovedì, i voli di andata e ritorno tra l’aereoporto JFK di New York e l’aeroporto Schiphol di Amsterdam, saranno alimentati da questa miscela.
Anche se in Russia si sperimenta l’energia solare per il trasporto aereo e in Piemonte si svolgono ricerche per la messa a punto di motori ancora più efficienti, la mobilità sostenibile in campo aeronautico è ancora troppo lontana, è per questo che è necessario impiegare ogni mezzo possibile per ridurre le emissioni di CO2 legate al trasporto aereo. L’impiego di tale miscela sembra essere il primo passo.
L’olio da cucina, una volta estausto, se non correttamente smaltito può rappresentare un grande problema per l’ambiente. L’olio da cucina esausto utilizzato dalla KLM per i suoi voli, deriva da vari ristoranti a Sud della Louisiana. L’olio è utilizzato per friggere cicoli e altri alimenti tipici della cugina cajun. L’olio, una volta ritirato, è poi raffinato in un impiano di Baton Rouge e utilizzato per fare il pieno agli aerei KLM nell’aeroporto di New York.
Il prossimo step è quello di aumentare la percentuale di biocarburanti nella miscela combustibile. Quando si parla di grandi quantità, il 25 per cento è una percentuale significativa ma la KLM, e le altre compagnie aeree, dovrebbero portare la miscela a una concentrazione di biocarburanti ancora più elevata.