Oche domestiche
Oche domestiche, non animali propriamente da appartamento ma se abitiamo nel verde, possono anche entrare a far parte del nostro nucleo familiare allargato. Sono animali spesso utilizzati come simbolo di stupidità, ma non lo sono affatto, anzi, e soprattutto la loro storia si intreccia con quella dei nostri antenati da molti secoli. Ci sono al fianco da molto, meritano più rispetto.
Oche domestiche bianche
L’oca selvatica è quella da cui deriva l’oca domestica ed è da millenni che gli uomini addomesticano questo animale, dai documenti sembrerebbe che anche gli antichi Egizi si dedicassero a questo animale per via della loro carne e delle loro uova.
Non sono sempre bianche le oche domestiche, dipende dalla razza che consideriamo, oggi ne esistono circa 100 suddivise in base alla taglia, in tre categorie: piccole, medie o grandi. Si possono anche dividere in oche domestiche da carne, da piume, da fegato e da uova, dipende cosa si desidera da questo animale. Tra quelle più note troviamo la Romagnola, la Cignoide, la Shetland, l’oca di Normandia, la Pomerania, l’Alsazia e la Bourbonnais.
Oche domestiche: uova
Nonostante le oche domestiche siano in alcuni casi allevate per le uova, va ammesso che il covarle non è una loro vocazione, infatti spesso si chiede ad una chioccia di farlo al suo posto. Gli esemplari di taglia piccola sono quelli più produttivi, infatti sono quasi tutte “small” le razze nella categoria “per uova”, le più ingombranti sono dedicate alla produzione di carne e apprezzate per il fegato.
Al di là della dimensione, diventando domestiche, le oche sono passate dalla monogamia alla poligamia, per essere certi che non diano buca, e ci lascino senza uova, bisogna tenere conto di vere un maschio ogni 3 femmine. Come per noi, anche per le oche domestiche la stagione degli amori arriva con la primavera, la femmina depone tre o quattro da cui, dopo un mesetto di cova, escono i pulcini educati sia dalla madre sia dal padre.
Oche domestiche: volano
Più che volare, svolazzano, fingendo di alzarsi di qualche centimetro dal suolo, ma rispetto ai loro antenati, le oche domestiche hanno subito una intensa fase di addomesticamento che le decisamente appesantite. Nel vero senso della parola, un dato di fatto che spiega anche come l‘ultimo pensiero di un’oca domestica sia prendere il volo.
Ha delle forme più tonde e morbide, addirittura vicino al ventre ha un deposito di grasso, detto “fanone”, che certo la aiuta a librarsi in cielo ma la rende molto apprezzata da chi lo userà per cucinare e per conservare alimenti.
Nel tempo l’addomesticamento dell’oca ha preso sempre più piede, trattandosi di un animale che non richiede molte cure, quindi le razze selezionate con severità, che oggi vediamo, sono quelle che hanno vinto la gara della produttività, non certo quella di volo.
Oche domestiche: allevamento
Come accennato, le oche domestiche non sono impegnative da allevare, per cui sono subito piaciute a noi uomini: basta sfamarle e tenerle al riparo dalle intemperie. Non serve curare oca per oca, stanno benissimo in gruppo anche perché in natura erano abituate a vivere in branchi e sono degli animali socievoli. Certo, è bene formare dei gruppi non solo che restino uniti ma anche che abbiamo un senso rispetto ai nostri obiettivi di riproduzione. Ogni quattro oche domestiche una deve essere di sesso maschile.
Una volta composto il nostro popolo di oche, dobbiamo preparare un posto in cui lasciarlo ambientare: 150 metri quadrati di pascolo, una casetta di circa 4 metri quadrati che faccia da rifugio, il tutto protetto da una rete metallica alta almeno mezzo metro per evitare fughe.
E’ utile sapere che non vanno acquistati paperi con meno di due mesi, perché necessitano ancora della madre, inoltre ci sono razze più adatte di altre, ad esempio per le uova, come la padovana o la livornese che sfiorano le 300 uova all’anno.
Se invece alleviamo oche domestiche per la carne dobbiamo puntare su altre razze e un particolare trattamento che permetta loro di ingrassare a dovere, mangiando erba, mais da foraggio, radici e mangimi. Ci sono oche domestiche allevate anche per le loro piume e per le pelli conciate con cui vengono confezionati piumoni per il letto, cuscini, giubbotti.
Oche domestiche: cosa mangiano
Sono decisamente onnivore anche se i loro antenati non lo erano per nulla, preferivano erba, piante acquatiche e piccoli molluschi. Da quando però hanno iniziato a vivere al fianco dell’uomo, si cibano degli avanzi dei pasti, anche se sarebbe meglio continuassero a pranzare e cenare con l’erba dei campi. Ciò che possiamo fare, senza nuocere, è aggiungere alla loro dieta qualche chicco di grano o di orzo, ma soprattutto non far loro mancare mai verdura e frutta, in abbondanza e ogni giorno.
Le oche domestiche amano molto i tuberi e le radici ed è importante che assumano anche un certo quantitativo di proteine, mangiando bruchi e insetti, oppure con il nostro aiuto. Esistono infatti dei mangimi studiati per compensare dei regimi nutrizionali inadeguati che comprometterebbero la salute delle nostre oche domestiche.
Oche domestiche: prezzo
Molto dipende dalla razza che stiamo considerando, ma il prezzo di questi animali oscilla tra i 50 e i 100 euro. E’ bene però informarsi, se veramente interessati, presso gli allevamenti, precisando però a che scopo vogliamo un’oca al nostro fianco.
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Pubblicato da Marta Abbà il 19 Dicembre 2016