Molti degli oggetti che ci circondano hanno nel loro Dna l’obsolescenza programmata, ma è possibile ritardarla. Come? Oltre che con la scelta un ruolo importante lo possiede la manutenzione che può essere anche preventiva, ossia prima che un oggetto si guasti o si usuri, per l’utilizzo normale che se ne fa.
Obsolescenza programmata: la manutenzione negli Smartphone
Vediamo nello specifico cosa si può fare e iniziamo con gli smartphone. Versatili e pieni d’opportunità gli smartphone hanno un difetto. Gli smartphone se cadono si danneggiano in maniera grave. E sulla prevenzione dei danni abbiamo fatto passi indietro dagli anni scorsi. Tralasciamo la prima generazione di cellulari degli anni ’90 che erano fatti con caratteristiche potremmo dire “militari” – a chi scrive ne è caduto uno dal quarto piano, con danni pari a zero. Ma pesavano un chilogrammo e avevano cento volte in meno le funzioni di uno smartphone di oggi. Però solo dieci anni fa, correva l’anno 2007, ogni cellulare aveva una fessura dove infilare un cordino che consentiva di tenerlo al polso ed evitava gran parte delle cadute accidentali. Il risultato è che si andava tutti con il cellulare al collo, oltre che al polso. Ora no. Il perché è semplice. Negli smartphone quella fessura è sparita, per cui cadono e si rompono di più. Il sistema per rimediare a ciò, esiste. Ovviamente non possiamo bucare con un trapano lo smartphone che con ogni probabilità se ne avrebbe a male. Ma la custodia si. È sufficiente fare un piccolo foro da un paio di millimetri nella custodia ed ecco che possiamo rimettere il nostro cordino.
Obsolescenza programmata: la manutenzione delle apparecchiature elettroniche
E il discorso delle custodie vale per tutte le apparecchiature elettroniche che è bene siano “custodite”, quando non le si usa, in contenitori che le preservino da urti, polvere e umidità.
Oltre a ciò nella manutenzione degli oggetti non devono mancare alcuni preziosi alleati: L‘olio di vaselina, l’alcool isopropilico, un pennello di setole morbide, ma non troppo e una bomboletta d’aria compressa – sostituibile se ambite al ruolo di manutentori domestici a 360 gradi da un piccolo compressore che vi durerà anni e nel tempo vi farà risparmiare. Tutto ciò per la manutenzione di base dei vostri oggetti.
Vediamo a cosa servono. L’olio di vasellina oltre a essere un ottimo lubrificante è anche un grande amico delle plastiche e della gomma. Svolge un ottimo ruolo con i cavi di qualsiasi tipo, da quelli Usb a quelli elettrici. Una pulizia ogni sei mesi dei cavi con un piccolo straccio lievemente imbevuto di olio di vaselina li mantiene in salute, puliti, flessibili e al riparo da rotture. Stesso discorso per la gomma, anche quella esposta agli agenti atmosferici. Una passata ogni tanto di olio di vaselina alla gomma dei tergicristalli della vostra auto ne allungherà la durata.
L’alcool isopropilico, invece, serve per pulire tutto ciò che può essere sporco di grasso. Deterge a fondo senza lasciare alcun residuo o alone, al contrario di quello alcool etilico denaturato. Unica precauzione da prendere è quella di fare una prova prima su un pezzo della plastica da pulire per verificare se opacizzi la superficie, cosa che può capitare con i polimeri di scarsa qualità. L’alcool ispropilico, inoltre, è ottimo per pulire i contatti delle batterie, delle schede Sim dei cellulari, delle schede di memoria, delle chiavi Usb e più in generale di qualsiasi contatto elettrico.
Unica precauzione per la vaselina e l’alcool è quella di non esagerare. Ne basta qualche goccia su un supporto pulito di cotone, evitando di usare il cotone idrofilo sciolto che può lasciare filamenti problematici da rimuovere.
Il pennello di setole morbide serve a levare la polvere da qualsiasi apparato, cosa indispensabile per qualsiasi apparecchio dotato di tastiera. I computer odierni, infatti, sono spesso dotati di tastiere a isola che sono più permeabili alla sporcizia di quelle tradizionali. E un piccolo frammento di materiale sotto il tasto può dare parecchi fastidi durante la digitazione, fino alla necessità di premere il tasto due volte per ottenere una singola lettera, oppure arrivare al blocco della stessa. Basta un tasto difettoso ed ecco che un’intera tastiera inizia a prendere la via della discarica, per non parlare del problema, se si tratta di un portatile. Ecco allora che una pulizia con un pennello dalle setole morbide, ma non troppo, almeno una volta alla settimana – di più se scrivete parecchio come l’autore dell’articolo – della vostra tastiera la terrà in forma per lungo tempo. Ecco come fare.
Prendete il pennello, che non deve aver mai verniciato prima – se no aggraverete il problema perché la vernice secca lascia della polvere anche sul pennello lavato – che sarà deputato quindi solo a questo scopo e pulite la tastiera tenendolo in diagonale affinché le setole si insinuino al di sotto dei tasti. Il tutto a computer spento ovviamente. La prima volta che fate ciò illuminate la scena dell’operazione con una luce radente. Rimarrete sorpresi da ciò che emerge da sotto i vostri tasti.
Volendo, poi potete dare una passata d’aria compressa, stando attenti a non avvicinare troppo la bomboletta, oppure il becco del compressore. Pena l’asportazione di qualche tasto. Se poi il tasto rimane inutilizzabile non rimane che levarlo con un piccolo cacciavite – trovate tutorial su come fare anche in italiano e rimuovere ciò che vi troverete sotto. Si tratta di un’operazione un poco impegnativa che però non sarà necessaria se fate una pulizia sistematica ed evitate di mangiare panini sulla tastiera. Questo articolo, per darvi un parametro, è stato scritto con un portatile che ha cinque anni, dotato di una tastiera a isola e con il quale scrivo testi per 100 mila battute al mese, tutti i giorni, in tutte le condizioni, visto che scrivo ovunque. Fanno circa sei milioni di battute e non è stato necessario rimuovere alcun tasto. Certo l’apposizione di una membrana impermeabile sotto i tasti – cosa che hanno i personal computer per utilizzi militari o in ambienti di lavoro problematici come cave e miniere – avrebbe evitato questi problemi. Se non fosse che c’è l’obsolescenza programmata.
Obsolescenza programmata: la gestione delle batterie
Altra questione importante quella legata alla gestione delle batterie. Sono poche le cose da fare, o meglio che è possibile fare, visto che il controllo è integralmente del circuito di gestione interno allo smartphone. Le batterie al litio odiano andare al di sotto della carica del 40%, ragione per la quale è cosa buona ricaricarle quando si trovano tra l’80 e il 40% di carica. Altra cosa sono i cicli di carica che misurano la vita della batteria, per quelle al litio è compresa tra i 200 e i 500 cicli, ragione per la quale se si evitano cicli di carica si allunga la vita della batteria. Il sistema per fare ciò è semplice. Far rimanere attaccato all’alimentatore al telefono il più possibile, come per esempio in ufficio o la notte. E non bisogna preoccuparsi sia del fatto che la batteria possa “caricarsi troppo”, sia dei consumi elettrici.
Per la prima questione bisogna dire che tutti i dispositivi elettronici oggi hanno al loro interno un sistema che gestisce in maniera intelligente la carica, interrompendola quando arriva al 100%, mentre per i consumi dovete pensare che un caricabatterie Usb, oggi, consuma, tra la fase di carica della batteria e lo stand by, non più di 1W/h cosa che significa una spesa di circa 1,5 euro in un anno. Altre cose importanti sono la calibratura della ricarica – si vedano i tutorial in rete – e la temperatura. Alle batterie piace la primavera, ossia una temperatura tra i 18 e i 25 °C. Per cui niente sole diretto in estate e non nascondete il cellulare sotto un pupazzo di neve d’inverno.
Abbiamo parlato, fin qui, solo di apparecchi elettronici, che sono quelli d’utilizzo più comune, ma nulla vieta, anzi è auspicabile, che la logica, si a questo punto si può parlare di logica, della manutenzione preventiva possa applicarsi anche ad altro, come l’auto, gli elettrodomestici, i giocattoli dei bambini. Una lubrificazione periodica, con uno spray apposito, alle serrature, alle cerniere delle portiere, oppure alle guarnizioni in gomma con l’olio di vaselina, della vostra autovettura possono farvi risparmiare guai più seri negli anni. Così come la lubrificazione delle parti mobili di una bicicletta, veicolo che in molti usiamo troppo poco, può tenerla in perfetta efficienza durante il periodo invernale. Insomma per prevenire l’obsolescenza programmata la manutenzione delle cose non è solo utile, ma addirittura necessaria.
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A cura di Sergio Ferraris
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