I neonicotinoidi usati in agricoltura come insetticidi sono considerati la principale causa della diminuzione della popolazione di api in Europa. La principale ma non l’unica, perché in verità il problema è complesso e secondo alcuni studiosi ci sarebbero anche altre cause come le variazioni climatiche, la riduzione degli habitat delle api, incidenti durante il trattamento con pesticidi e l’incompetenza degli apicoltori hobbisti. A pensarla così è per esempio Ettore Capri, docente di Chimica Agraria nella sede di Piacenza dell’Università Cattolica del sacro Cuore.
La tossicità dei neonicotinoidi nei confronti degli insetti pronubi e in particolare delle api è stata riconosciuta dalla UE che ne ha vietato la commercializzazione per due anni a partire dal 2013. Una decisione che ha un precedente in Italia dove dal 2008 è vietato l’impiego dei neonicotinoidi come concianti (sostanze chimiche usate sul seme per proteggerlo) su mais. A prendere questa decisione fu l’allora ministro dell’Agricoltura Luca Zaia.
Sembra dunque che per una volta non è l’Italia che ha dovuto adeguarsi all’Europa ma viceversa, in difesa delle colture agricole e della biodiversità in cui il nostro Paese è decisamente più avanti di altri. Va da sé che la conferma del divieto ai neonicotinoidi non è stata condivisa dai sostenitori della causa multifattoriale della diminuzione delle api, che imputano a questa decisione la perdita a livello UE di 7 miliardi di euro n in termini di posti di lavoro e costi di produzione.
Il tema degli effetti dei neonicotinoidi sulle api sarà approfondito nel corso del ‘Forum Fitoiatrico sui neonicotinoidi’ in programma venerdì 8 novembre a Padova, dove dal 5 all’8 novembre si svolge il 7° Simposio internazionale sui pesticidi sistemici, promosso da Veneto Agricoltura e Università, con scienziati da tutto il mondo. Obiettivo del Simposio è trovare sistemi per diminuire la tossicità dei fitofarmaci.
L’importanza delle api non è legata solo alla produzione di miele, ma visto che ci siamo non dimentichiamoci di quanto è buono questo prodotto. Un prodotto al 100% naturale dato che a farlo sono interamente le api servendosi dei fiori. Il miele biologico, che deve rispettare una precisa normativa, è certamente quello che dà più garanzie dal punto di vista della qualità e della salubrità.