Narcosi da azoto
Se stai valutando di fare immersioni subacquee a elevate profondità, è importante che tu conosca la narcosi da azoto, anche nota come “effetto Martini“.
Narcosi da azoto: che cos’è
E’ un effetto reversibile di alterazione dello stato di coscienza causato dall’accumulo di azoto nel sangue a pressioni elevate. Tale effetto si verifica a elevate profondità e può essere completamente invertito in pochi minuti, salendo a profondità inferiori.
La narcosi da azoto è un fenomeno che coinvolge diversi gas inerti presenti nella miscela contenuta nella bombola che ti accompagna sott’acqua. L’azoto è un gas inerte, ciò significa che non partecipa agli scambi gassosi degli alveoli. Rappresenta il 78% dell’aria che respiriamo e quando lega ossigeno dà vita all’ossido di diazoto (N2O).
Non hai mai sentito parlare dell’ossido di diazoto? Scommetto di sì, è quello che nei film chiamano gas esilarante!
Narcosi da azoto: effetti
L’ebrezza da alti fondali o narcosi da azoto, si manifesta a elevate profondità per effetto della pressione.
All’aumentare della pressione esterna anche la pressione parziale dei gas inerti disciolti nel sangue aumenta.
Con questo aumento di pressione, le possibilità che l’azoto possa legarsi all’ossigeno formando ossido di diazoto sono davvero elevate.
L’ossido di diazoto (N2O), anche noto come biossido di azoto, è usato in medicina come analgesico e anestetico. Questo è il composto responsabile della narcosi d’azoto.
Perché ti ho detto che alla narcosi da azoto partecipano altri gas? Perché tutti i gas (fatta eccezione dell’elio e probabilmente del neon) hanno potenziali effetti narcotici sull’uomo, anche se in misura variabile. L’effetto narcotico è maggiore nei gas che sono più liposolubili.
Gli effetti percepiti sono:
- alterazione dello stato di coscienza spesso descritta come “ubriachezza”
- Declino temporaneo o perdita delle facoltà mentali
- Intorpidimento
- Declino temporaneo o perdita delle capacità di movimento
- Movimenti rallentati
- Difficoltà nel compiere ragionamenti o movimenti consueti
- Declino delle funzioni mentali
- Mancata coordinazione motoria
- Alterazione dei processi sensoriali (percezioni bizzarre)
- Vertigini e disturbi visivi e uditivi (più raramente)
La narcosi da azoto non presenta effetti a lungo termine.
Con l’aumentare della profondità gli effetti possono amplificarsi fino a diventare davvero pericolosi per la propria sicurezza e quella del partner di immersione.
Come evitare la narcosi da azoto
Nei forum si legge spesso della capacità di sviluppare una “certa tolleranza alla narcosi da azoto“. In realtà questo è del tutto impossibile! I subacquei esperti possono imparare ad affrontare e gestire alcuni sintomi della narcosi da azoto ma non possono sviluppare alcuna tolleranza.
Anche Wikipedia afferma che questo fenomeno può dipendere “dall’allenamento alla profondità”: ciò è falso. Dipende sì dalle condizioni fisiologiche di partenza ma non è possibile allenarsi per evitare tale fenomeno che è completamente fuori dalla portata della nostra volontà. Questo ti spiega perché alcuni sommozzatori non accusano alcuna narcosi d’azoto anche oltre i 50 metri, mentre altri ne avvertono i sintomi già a quote molto inferiori.
Narcosi da azoto: è pericolosa?
E’ pericolosa? E’ reversibile, basta salire a profondità meno elevate per vederla sparire. Il rischio non esiste se il sommozzatore è consapevole dei suoi sintomi e risale per arrestare il processo. La narcosi da azoto diventa pericolosa quando il sommozzatore:
- non è consapevole di ciò che sta accadendo,
- sopravvaluta se stesso
- sottovaluta l’alterazione dello stato di coscienza che si sta manifestando
Narcosi da azoto: profondità
La narcosi da azoto colpisce qualsiasi subacqueo anche se ognuno di noi manifesta una sensibilità differente. Ogni immersione è svolta a condizioni fisiologiche e ambientali diverse, per questo è impossibile fissare un limite entro il quale non si manifesterà la narcosi da azoto.
Questo meccanismo, in genere, si manifesta quando la pressione è superiore a circa 4 atmosfere, quindi oltre i 30 metri. A queste profondità si fanno difficilmente immersioni ricreative e comunque si preferisce usare miscele gassose a basso contenuto di azoto.
In teoria, il limite di utilizzo della classica aria compressa è stimato intorno ai 70 metri ma già oltre i 40 metri molti esperti consigliano miscele contenenti gas come l’elio (trimix o eliox). L’elio, come premesso, non ha un effetto narcotico.
Riconoscere la narcosi da azoto
Riconoscere la narcosi da azoto può salvarti la vita… ma ti dico subito che, a causa dei suoi effetti che alterano la tua stessa percezione, non è così facile. Durante le immersioni bisogna essere sempre vigili e prestare la massima attenzione a tutti i segnali mandati dal corpo.
I primi sintomi possono essere quelli decisivi ma in genere ti portano a sottovalutare il pericolo. Il motivo? La narcosi da azoto si può manifestare con un iniziale effetto ansiolitico, con una sensazione di tranquillità, sollievo e possono indurti a credere di essere padrone dell’ambiente. Questo fino a quando tutto non prende una connotazione più surreale.
“Personalmente sono piuttosto sensibile alla narcosi da azoto. Ne sono allo stesso tempo attratto ed impaurito…La narcosi delle grandi profondità ha un vantaggio fondamentale sull’alcool, non dà dipendenza. E’ sufficiente risalire a profondità inferiori ed il cervello si libera istantaneamente; non restano fantasmi al risveglio dalla sbronza. Ogni volta che leggo un resoconto su un’immersione record ho voglia di chiedere al campione quanto era ubriaco.”
– Jacques Cousteau, in The Silent World.
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Pubblicato da Anna De Simone il 26 Settembre 2018