Di fronte alla notizia di un motore ad acqua che funziona davvero è normale essere scettici e voler approfondire, a meno di non catalogare questo titolo come l’ennesima fake news e passare ad altro. Fortunatamente ci sono fior di ricerche e di team di scienziati e di ingegneri che stanno affinando le tecniche in modo che davvero si possa un giorno girare per la città facendo il pieno di acqua. Per ora possiamo dire che ogni autovettura che utilizza benzina, diesel o gas si può convertire all’uso di HHO gas.
Motore ad acqua: esiste e funziona
Vediamo prima in che modo l’acqua può esserci utile. Prendiamo innanzitutto coscienza che essa si produce dalla combustione di composti che contengono Ossigeno e questi ultimi riescono a produrre una certa quantità di energia.
Lo possono fare in un modo simile a quello che osserviamo nell’ossidazione di un idrocarburo presente nei carburanti e che va poi a fornire energia che vediamo tutti utilizzata o convertita in energia meccanica per far muovere un’autovettura.
Questa produzione di energia la possiamo verificare nelle formule di stechiometria, volendo. A questo punto nel motore ad acqua, l’acqua è il mezzo di un generatore che converte l’acqua in Idrogeno e Ossigeno, un generatore che è al centro del processo di elettrolisi e che ci dà quel HHO gas poi inviato nel cilindro del motore attraverso la valvola di aspirazione. Nel cilindro cosa accade?
Il gas in oggetto prima viene compresso, poi viene “bruciato” e produce l’energia che può far muovere le nostre vetture. Finalmente! Ciò che accade, meccanicamente, per non pensare che la macchina si muova per magia, è che si abbassa il cilindro collegato all’albero motore, così attraverso gli organi di trasmissione il nostro veicolo si muove e noi abbiamo bruciato solo ossigeno. Un bel passo avanti dal punto di vista ambientale, non trovate?
Motore ad acqua: limiti
Ad oggi non si può parlare di un diffuso uso del motore ad acqua che, come tutte le muove trovate, le nuove invenzioni e le nuove tecnologie, costa parecchio. In produzione e quindi anche in fase di commercializzazione. Come sempre, più sarà ottimizzato nel suo funzionamento, e diffuso, meno costerà.
Motore ad acqua: Tesla
Un precursore che ha dato un grande contributo allo sviluppo di questa idea, oggi realtà, è stato di certo Nikola Tesla. Almeno un secolo fa questo scienziato aveva affermato che il motore a scoppio poteva funzionare anche ad acqua. Aveva compreso che questo fluido attraverso l’elettrolisi poteva essere suddiviso in molecole di Idrogeno e Ossigeno.
Motore ad acqua Nissan
In occasione delle Olimpiadi del 2018, ospitati in Brasile, la Nissan che era già sponsor dell’evento, ha presentato il prototipo e-Bio Fuel-Cell, una vettura che è spinta da energia elettrica ricavata tramite un generatore alimentato da bio-etanolo, da un cocktail di acqua e alcol. Da questa miscela del tutto speciale, tramite reazioni chimiche con l’idrogeno e l’ossigeno dell’atmosfera, si può produrre l’elettricità di cui il sistema di trazione della vettura necessita
La e-Bio è diversa dalla già vista e presentata Fuel-Cell normale che, a tutti gli effetti, non riesce ad abbatte totalmente l’anidride carbonica. Sembrerebbe che questa nuova macchina con motore ad acqua possa arrivare a raggiungere un’autonomia simile a quella delle vetture con motore termico, quindi di circa 600 chilometri e sembrerebbe che la si potrà acquistare nel 2020. Ci siamo quasi ma nel frattempo non smettiamo di dare una occhiata anche a ciò che le concorrenti di Nissan inventeranno per restare competitive sul mercato e per superare Nissan in quello dei motori ad acqua.
Motore ad acqua: kit
E’ made in Italy il progetto del kit che consente di alimentare le auto a idrogeno direttamente con l’acqua. Non è la fotocopia degli altri che permettono di usare l’idrogeno come carburante, già visti in altre occasioni. Ma stavolta è proprio l’acqua il carburante. Ad inventarlo è stato un ingegnere e progettista italiano creando una specie di “estrattore istantaneo” con cui è possibile strappare alla molecola d’acqua (H2O) gli atomi d’idrogeno per poi inviarli alla camera di combustione del motore. Se siete curiosi, leggete l’articolo “Auto ad acqua: Hydromoving” in cui la storia raccontata è quella di Lorenzo Errico, di Leverano. E sua l’idea che va ad arricchire l’universo della mobilità a basse emissioni e a renderla più alla portata dei più.
Il sistema messo a punto da Lorenzo Errico prevede l’impianto di un serbatoio nel cofano della vettura, il serbatoio è destinato a contenere acqua che trasmessa ad alcuni particolari contenitori viene convertita in idrogeno pronto alla combustione. Il sistema, già brevettato, si basa sull’elettrolisi ma non voglio anticipare altro, leggete di lui sulle nostr pagine e non potrete che applaudire a questo impegnato inventore.
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