È morto l’ultimo rinoceronte bianco settentrionale all’età di 45 anni. Si chiamava Sudan ed era malato da tempo. Le sue condizioni di salute sono gravemente peggiorate negli ultimi giorni e per questa ragione il medico veterinario ha deciso di ricorrere all’eutanasia.
Sudan non era un rinoceronte normale. Era l’ultimo esemplare maschio di rinoceronte bianco settentrionale e, senza dubbio, quello che noi tutti ricorderemo come un simbolo:
“Verrà ricordato per aver fatto crescere nel mondo la consapevolezza della situazione in cui si trovano non solo i rinoceronti, ma anche le altre migliaia di specie a rischio estinzione a causa dell’uomo e delle sue attività”.
Scrive Isabella Pratesi, Direttore Conservazione WWF Italia:
“La scomparsa di Sudan non può non essere un momento di attenta riflessione sulla gravissima crisi della biodiversità e la perdita di specie che il pianeta sta subendo. Nessuno potrà restituirci l’unicità di questi animali, che come tasselli di un enorme mosaico compongono l’incredibile varietà della vita sulla terra. Rinoceronti, elefanti, tigri e altre specie meno conosciute sono vittime innocenti dei crimini di natura”.
I rinoceronti bianchi sono una delle cinque specie esistenti di rinoceronte: il rinoceronte bianco e il rinoceronte nero presenti in Africa; il rinoceronte Indiano, il rinoceronte di Giava e il rinoceronte di Sumatra presenti in Asia. Divisi a loro volta in due sottospecie: meridionali e settentrionali.
Ora che è morto l’ultimo rinoceronte bianco settentrionale, restano in vita nella riserva Ol Pejeta Conservancy in Kenya solo due esemplari femmine della sottospecie: Fatu e Najin. Rispettivamente la figlia e la nipote di Sudan. Sorvegliate 24 ore su 24 da ranger armati per evitare gli attacchi da parte dei bracconieri.
Gli effetti del Bracconaggio
Il fatto di “aver perso la sottospecie, la dice lunga sul cattivo stato in cui versano i grandi animali in tutta l’Africa”, dice Pimm. “È un indicatore di come i rinoceronti vengano cacciati senza pietà e di come siano in pericolo ovunque vivano”.
La perdita di habitat e il bracconaggio hanno infatti minacciato per decenni la popolazione di rinoceronti in Africa e in Asia.
Nel 1960 vi erano oltre duemila esemplari di rinoceronte bianco settentrionale con un areale che si estendeva dal sud del Ciad alla Repubblica Democratica del Congo. Sterminati poi negli anni Settanta e Ottanta dai bracconieri a causa di un boom della domanda di corni, questi ultimi sono stati impiegati per la medicina tradizionale cinese e dai maniaci dei pugnali in Yemen.
I corni dei rinoceronti sono infatti noti per avere proprietà curative e sono un ingrediente di diversi preparati della medicina tradizionale asiatica. Anche se gli scienziati sostengono che sono del tutto inefficaci.
Morto l’ultimo rinoceronte bianco settentrionale, forse c’è una speranza
I rinoceronti hanno un’aspettativa di vita compresa tra i 40 e i 50 anni e, dunque, la riproduzione naturale delle femmine anziane non sembra più essere una strada percorribile.
L’unica speranza per tentare di salvare questa specie in via di estinzione è una svolta scientifica. Sono infatti in corso delle ricerche per cercare di riprodurre un vitello di rinoceronte bianco settentrionale usando esclusivamente la fecondazione in vitro (IVF).
Non è certamente un compito semplice, anche per il suo costo oneroso. Ma sono stati compiuti buoni progressi nello sviluppo del processo e si stima che siano necessari ulteriori 10 milioni $ per completare la ricerca e sviluppare le procedure necessarie.
Prima di ottenere dei risultati soddisfacenti potrebbero però volerci addirittura dieci anni.
Guarda il video tributo dedicato a Sudan
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A cura di Christel Schachter