Morbo di Crohn: cos’è e come si tratta
Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria intestinale in grado di determinare l’infiammazione dell’intero spessore della parete intestinale, in ogni parte del tratto digestivo, dalla bocca al retto. In ciò si distingue dunque dalla colite ulcerosa, che è invece l’infiammazione del rivestimento interno del solo intestino crasso.
Di norma il problema si manifesta tra i 15 e i 30 anni di età, ma non sono certo rari i pazienti più giovani (il morbo di Crohn sta diventando sempre più comune nei bambini sotto i nove anni) o più anziani.
Diversi sono i trattamenti disponibili per gestire i sintomi del morbo, e le persone che risultano affette da questa condizione riescono a condurre una vita normale la maggior parte del tempo.
Effetti del morbo di Crohn
Ogni persona risponde in modo diverso al morbo di Crohn, la gravità dei cui sintomi varia di volta in volta e da persona a persona. La malattia non è una patologia progressiva (non necessariamente peggiora nel tempo), e alcune persone sperimentano anche dei periodi di sollievo dai sintomi tra un attacco e l’altro.
Non è inoltre possibile prevedere per quanto tempo una persona rimarrà libera dai sintomi più fastidiosi, o quando si verificherà la prossima infiammazione.
Sintomi del morbo di Crohn
Il morbo di Crohn può interferire con le normali funzioni corporee di una persona. I principali e più comuni sintomi possono includere:
- dolore all’addome,
- perdita di peso,
- diarrea (a volte con sangue e muco),
- spossatezza,
- costipazione,
- malnutrizione,
- nausea,
- crescita ritardata o compromessa nei bambini.
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Cause del morbo di Crohn
Le cause di questa malattia sono sconosciute. Alcuni scienziati ritengono che la determinante potrebbe essere un difetto del sistema immunitario dell’organismo. L’infezione da un batterio o da un virus potrebbe essere inoltre coinvolta nel processo, mentre i ricercatori tendono a escludere che stress o particolari regimi alimentari possano causare questa condizione.
Il morbo di Crohn non è contagioso.
Diagnosi del morbo di Crohn
I medici utilizzano una varietà di test per diagnosticare correttamente il morbo. Tra i principali annoveriamo gli esami del sangue, gli esami fecali, le radiografie, la colonscopia e la gastroscopia. In alcuni casi, la tomografia computerizzata, la risonanza magnetica e gli ultrasuoni potrebbero essere richiesti dallo specialista.
Trattamento del morbo di Crohn
La tipologia di trattamento del morbo di Crohn dipende da molti fattori, e la terapia non potrà ceh essere attentamente valutata in compagnia del proprio specialista di riferimento.
Alcuni trattamenti potrebbero ad esempio includere:
- farmaci per ridurre le possibilità di riacutizzazioni,
- farmaci steroidei (cortisone),
- farmaci per ridurre l’attività del sistema immunitario,
- chirurgia correttiva per le complicazioni.
Regime alimentare per il morbo di Crohn
Come abbiamo già accennato qualche riga fa, la dieta e le allergie alimentari non causano il morbo di Crohn, e le diete “speciali” a lungo termine non sono efficaci nel trattamento della condizione. Tuttavia, regolare la tua dieta può aiutarti a gestire alcuni dei sintomi, e può aiutare i farmaci a funzionare meglio sul tuo organismo.
Ma in che modo il morbo di Crohn può interferire con la propria salute e, in particolar modo, con l’assunzione degli alimenti?
Per comprender ciò giova rammentare come “funziona” il nostro apparato gastro intestinale. La bocca e lo stomaco distruggono infatti il cibo con mezzi meccanici e chimici. Quando il cibo ha raggiunto una consistenza simile alla “polpa”, viene infatti lentamente rilasciato nella prima parte dell’intestino tenue (il duodeno). Il cibo viene poi trattato lungo la lunghezza dell’intestino tenue, e gli organi come il pancreas e la cistifellea usano gli enzimi digestivi per suddividere ulteriormente il cibo nei suoi componenti più semplici.
Detto ciò, si noti come l’intestino tenue sia rivestito con proiezioni microscopiche, i villi, che si trovano vicino a piccoli vasi sanguigni (i capillari). I nutrienti passano nel flusso sanguigno attraverso questi villi, mentre il resto del cibo viene spinto nell’intestino crasso, che assorbe l’acqua in eccesso. Lo spreco viene quindi temporaneamente immagazzinato nel colon prima di essere eliminato attraverso il retto.
Chiarito quanto sopra, può essere più semplice comprendere in che modo il morbo di Crohn può interferire con i processi di digestione e di assorbimento.
In particolare, nel morbo di Crohn, un ileo infiammato ostacola (riduce) l’assorbimento della vitamina B12 e dei sali biliari. L’infiammazione lungo la lunghezza dell’intestino tenue compromette l’assorbimento di tutti i nutrienti alimentari. L’infiammazione dell’intestino crasso ostacola l’assorbimento dell’acqua, causando diarrea.
A pregiudicare o influenzare il proprio apporto nutrizionale possono però essere anche altri fattori. Si pensi ad esempio ai medicinali: alcuni farmaci usati per trattare il morbo di Crohn possono infatti ridurre l’appetito e interferire con l’assorbimento di alcuni nutrienti, come l’acido folico. Ancora, stati di infiammazione: il tuo corpo ha infatti bisogno di maggiori quantità di sostanze nutritive per far fronte all’infiammazione e alla febbre che potrebbe scaturirne. Oppure, si noti come alcune persone che soffrono del morbo di Crohn hanno bisogno di un intervento chirurgico per rimuovere parti del loro intestino tenue, e come questa condizione non può che ridurre l’assorbimento dei nutrienti.
A questo punto, se desideri disporre di maggiori informazioni su questa condizione, non possiamo che consigliarti di parlarne con il tuo medico di riferimento, al fine di comprendere quali siano i tuoi sintomi e quali test effettuare per poter accertare o meno l’emersione di questa condizione. Una volta fatto ciò, sarà molto più semplice cercare il giusto trattamento per la tua salute, e trovare dunque il miglior benessere nei giusti tempi e nei giusti modi.
Pubblicato da Anna De Simone il 7 Dicembre 2019