Mirto, detto anche Myrtus communis, della famiglia delle Myrtaceae, è una pianta aromatica abbastanza diffusa e utilizzata in Italia, è infatti uno dei comuni arbusti della macchia mediterranea. In gran parte della nostra penisola è possibile trovarlo anche allo stato selvatico, ma in un settore dell’Orto botanico di Pisa, chiamato “Orto del Mirto“, si trova addirittura uno dei più vetusti esemplari di Myrtus communis, assieme a circa 140 specie di piante officinali.
Nell’antichità questo arbusto era una pianta sacra a Venere, la de aveva infatti trovato rifugio in un boschetto di mirti, appena nata dalla spuma del mare.
Mirto: pianta
Tutta la pianta, da cima a fondo, frutti e fiori compresi, è molto aromatica, ma viene usata anche come pianta ornamentale avendo un aspetto molto gradevole e una fioritura abbondante. Il Mirto è un arbusto abbastanza grande, arriva anche ai 3 metri di altezza, e il suo aspetto è da cespuglio, abbastanza fitto e con ramificazioni sottili.
La corteccia è di colore rossastro, in contrasto pieno con le foglie verde scuro, piccole e dalla forma lanceolata. In estate spuntano numerosi i piccoli fiori bianchi, profumati, e si crea una sorta di tricolore aromatico. Dopo i fiori, arrivano i frutti, alla base del liquore tanto famoso. Sono piccole bacche di colore nero o bluastro, ovviamente commestibili, oltre che in Sardegna anche in Corsica sono usate per produrre il digestivo alcolico tipico e omonimo.
Mirto Bianco
Esistono sia delle bacche giallognole, che si possono intendere come Mirto Bianco, sia il liquore così chiamato, ma che non ha legami con le “bacche albine” di cui ho accennato. Alcune varietà orticole, nate per scopi ornamentali e tenute in vivaio, producono frutti di colore giallo. Per lo stesso uso ci sono anche quelle con fiori particolarmente grandi, oppure varietà nane: piante di 65-75 cm ottime anche da vaso.
In verità se vogliamo parlare di Mirto esiste una sola specie, il myrtus communis, con varietà legate alla zona geografica: un esempio è quella dell’Algeria: unica reminiscenza dell’antica vegetazione che ricopriva il deserto del Sahara. Passando al mirto bianco inteso come liquore, è un prodotto meno diffuso dell’originale rosso, ed è ottenuto per infusione idroalcolica dei giovani germogli.
Mirto: proprietà
Fin dal medioevo il mirto veniva usato nella fitoterapia: ai tempi l’acqua distillata di fiori di mirto era chiamata Acqua degli angeli. Questa pianta ha proprietà balsamiche, antinfiammatorie, astringenti e leggermente antisettiche grazie al suo contenuto in olio essenziale (mirtolo, contenente mirtenolo e geraniolo e altri principi attivi minori), tannini e resine.
Il mirto si vede impiegato spesso per la cura di affezioni all’apparato digerente e al sistema respiratorio, dalla distillazione delle foglie e dei fiori si ottiene poi una lozione tonica per uso eudermico. Non è fitoterapico in senso stretto, ma certamente è una gioia della vita, che fa bene al cuore, il liquore. Lo si ottiene dalle bacche, per loro infusione alcolica attraverso macerazione o corrente di vapore.
Mirto di Sardegna
Nell’immaginario comune, ed è poi vero, mirto vuol dire Sardegna, infatti in questa regione la pianta e il liquore sono intrecciate con le tradizioni e con la quotidianità. In autunno nei mercati civici si trovano facilmente le bacche di mirto pronte per essere messe in macerazione per la preparazione casalinga del liquore.
Chi vuol esser comodo, può trovare direttamente un buon bicchiere dello stesso liquore come digestivo, digestivo d’eccellenza offerto nei ristoranti al termine del pasto. In attesa di andare in Sardegna, per chi non ci è già, ecco una buona bottiglia di Mirto Sardo da 70 cl a 11 euro. Si tratta di Mirto Rosso Zedda Piras.
Mirto Rosso
Un altro buon Mirto, sempre rosso, stavolta anche Bio, a 23 euro, lo troviamo imbottigliato con un tocco di tradizione popolare sarda e l’avvertimento: “ha effetti benefici per l’organismo”.
Mirto in vaso
Per chi pensa di cimentarsi a coltivare questa pianta sul proprio balcone, controllando di avere poter godere di un clima adatto alla macchia mediterranea, ecco un inizio di pianta in vaso (18 cm diametro). E’ di Mirto Comune, è un cespuglio che può raggiungere l’altezza di un metro e mezzo regalandoci, se siamo bravi, fiori bianchi con bacche di colore nero-violaceo. Quelle per preparare il liquore.
Mirto: ricetta
La ricetta si intende quella del liquore anche se vedremo che i rametti di mirto sono presenti anche come condimenti e aromatizzanti. Ma prima il liquore: raccolte le bacche, vanno lavate accuratamente e messe ad appassire per qualche giorno senza preoccuparsi per la eventuale presenza di foglie che da solo sapore in più. Poi si mette tutto in contenitori di vetro scuro, colmati di alcool etilico a 95° fino sommergere completamente le bacche ma non troppo oltre. Lasciamo alla luce per alcuni giorni questi contenitori, poi mettiamoli in un luogo chiuso per circa 40 giorni, periodo consigliato per la macerazione.
Sgrondate le bacche e ottenuto l’estratto, va filtrato con filtri in carta assorbente mentre si prepara anche uno sciroppo sciogliendo a caldo lo zucchero in una quantità adeguata di acqua. Di solito vengono indicate quantità medie in peso composti da 300 g di bacche, 300 g di alcool e uno sciroppo ottenuto sciogliendo 250 g di zucchero in 250 g d’acqua. Poi è sempre meglio provare, assaggiare, e poi procedere con la produzione in grandi quantità dopo aver trovato la formula giusta. Che piace a noi!
Il liquore si travasa poi nelle bottiglie, sempre in vetro scuro, lasciandolo 1 o 2 mesi a riposare per ottenere la maturazione, a volte intervenendo per un travaso in modo da eliminare i sedimenti. Come accennato, liquore a parte, troviamo rametti di questa pianta nelle ricette di condimenti per aromatizzare alcune carni (maialetto arrosto, pollame arrosto o bollito e soprattutto sa taccula o grivia) oppure nella preparazione di thé freddo al mirto e di gelato. C’è anche il miele al mirto ma quello monoflora è piuttosto raro, più spesso questa pianta contribuisce alla produzione del miele millefiori o di altri mieli monoflora.
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