L’opportunità del mini idroelettrico

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Mini idroelettrico come risorsa da sfruttare. Esiste in Italia una rete di canali irrigui che potrebbe essere usata per la produzione di energia elettrica attraverso impianti di piccole dimensioni, ma sufficienti per alimentare reti locali di abitazioni e industrie. Certo, in alcune situazioni si potrebbero anche realizzare canali ex novo sommando la produzione di energia da mini idroelettrico con l’allargamento delle aree irrigate, ma già lo sfruttamento dell’esistente sarebbe una gran cosa.

L’idroelettrico è praticamente da sempre una fonte di energia pulita e rinnovabile. Esauriti gli scenari per i grandi impianti, negli ultimi tempi l’interesse si è focalizzato su impianti di piccola e piccolissima taglia, il cosiddetto mini idroelettrico, e sui canali irrigui esistenti. Anche perché questa forma di intervento, quando appunto è pensata su canali esistenti, gode di interessanti e preferenziali forme di incentivazione visto che promuove un utilizzo plurimo intelligente delle acque.

Qualcosa si sta muovendo e il tema del mini idroelettrico diventa sempre più interessante. L’ultima novità è la firma di un protocollo di intesa tra assoRinnovabili e l’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni ANBI per l’inizio di una collaborazione mirata a promuovere e incentivare l’installazione di impianti di tipo mini idroelettrico su canali irrigui esistenti. Collaborazione significa che entrambe le associazioni metteranno a disposizione i loro esperti che avranno il compito di affrontare e superare soprattutto gli ostacoli amministrativi e finanziari che si incontrano.

Nella creazione di un impianto mini idroelettrico per la produzione di elettricità le difficoltà che si incontrano sono da una parte tecniche, dall’altra burocratiche e finanziarie. Il protocollo che sta alla base dell’intesa tra asso Rinnovabili e ANBI  ha lo scopo da una parte di favorire il diffondersi di ‘buone pratiche’ così da evitare il più possibile approcci improduttivi dal punto di vista industriale, e dall’altra di semplificare le procedure di valutazione ambientale.

La semplificazione serve perché la burocrazia soffoca l’iniziativa. Il paradosso odierno, come è stato sottolineato nel corso del convegno ‘Idroelettrico su canali irrigui, un’opportunità da cogliere’ che si è svolto nei giorni scorsi a Roma, è che la semplice sostituzione di una valvola dissipatrice con una turbina è assogettata alla valutazione di impatto ambientale, che è una procedura lunga e costosa.

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Pubblicato da Michele Ciceri il 16 Febbraio 2014