Milano dichiara l’emergenza climatica e ambientale

Milano ha dichiarato l'emergenza climatica e ambientale

Anche l’Italia inizia a muovere i primi passi verso il riconoscimento ufficiale di una realtà ormai innegabile, quella del Climate Change.

Lo scorso 20 Maggio durante il Consiglio Comunale, Milano ha dichiarato l’emergenza climatica e ambientale. Una data che può definirsi storica.

Non solo Milano

Prima del capoluogo lombardo, il 29 aprile 2019, anche un altro Comune italiano ha proclamato l’emergenza in corso. Si tratta della località di Acri, in Calabria. L’ufficializzazione è avvenuta con una mozione approvata il 29 aprile all’unanimità. Alla base dell’iniziativa di Acri, il primo sciopero globale per il clima tenutosi il 15 marzo e richiamato fin dalle prime righe dell’atto. Come commentato dal gruppo Fridays for Future locale, con questo documento il Comune calabrese ha riconosciuto alla lotta al cambiamento climatico un ruolo di primo piano all’interno della propria agenda politico-amministrativa. Nella delibera, il Comune si è inoltre impegnato ad attenersi alle direttive presenti nell’Accordo di Parigi, in special modo per ciò che riguarda gli investimenti finalizzati alla riduzione delle emissioni di gas serra.

Le due iniziative italiane si collocano sulla scia di analoghi provvedimenti europei. Per l’esattezza, in ordine cronologico, l’ufficializzazione da parte del Regno Unito avvenuta anch’essa ad aprile 2019, seguita dopo pochi giorni da quella dell’Irlanda. Con la sua presa di posizione, il Parlamento britannico è divenuto il primo organo istituzionale a riconoscere l’emergenza climatica e ambientale, aprendo potenzialmente la strada a un’ondata di azione da parte dei governi di tutto il mondo. E a quanto pare i risultati non tardano a mostrarsi.

La spinta del movimento Fridays for Future a Milano

Anche la decisione milanese deriva dall’impulso degli attivisti di Fridays for Future. Il 17 maggio scorso, attraverso un documento, i giovani ambientalisti hanno indirizzato una richiesta precisa al Comune, ovvero: “dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale; fare ogni sforzo possibile per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi e fissare un obiettivo di riduzione a zero delle emissioni nette di gas serra per il 2030, ritenendo l’obiettivo di zero emissioni nel 2050 incoerente con lo stato di emergenza climatica
; considerare la lotta al cambiamento climatico e la transizione a un’economia sostenibile come priorità assoluta dei prossimi dieci anni.

Il documento ha portato alla scrittura di una mozione per dichiarare l’emergenza climatica e ambientale, presentata dal consigliere del Pd Carlo Monguzzi. La mozione è stata approvata con 30 voti favorevoli contro 6 contrari.

Il secondo sciopero globale per il clima

Nel frattempo Milano, come decine di altre città del mondo, ha ospitato anche il secondo sciopero globale per il clima. L’evento si è tenuto venerdì 24 maggio riscuotendo un’ottima partecipazione. Tra gli slogan più diffusi per l’occasione: “Non bruciate il nostro futuro”, “Ci avete rotto i polmoni”, “Sto annegando nella plastica” o ancora “Vorrei respirare aria pulita ma i vostri interessi mi soffocano”.climate change

Dopo aver toccato diversi punti chiave del capoluogo lombardo, tra cui piazza Duca D’Aosta e Corso Venezia, l’onda green è giunta fino ai grattacieli di Porta Nuova per poi spostarsi a Palazzo Lombardia, sede della Regione. Una scelta non casuale. Una chiusura simbolica volutamente programmata sotto un’istituzione per rimarcare che la voce degli attivisti di Fridays for Future è rivolta proprio a chi governa. Con un obiettivo ben preciso: ottenere risposte concrete per garantire un futuro migliore e degno di tale nome al pianeta Terra.