Microspora alghe
Che sia qualcosa di piccolo, lo si intuisce anche da profani, ma il bello è quando è necessario indagare più profondamente la natura di una microspora e il suo ruolo. Vediamo in che contesti la incontriamo e chi la studia.
Microspora: cosa è
Le microspore sono oggetto di ricerca e di esperimenti nell’ambito della biologia. Si tratta delle spore maschili degli sporofiti, quindi ha a che fare con il polline, per essere più chiari. Nelle piante appartenenti alle categorie delle angiosperme e delle gimnosperme, formano un tubo pollinico atto a fecondare la macrospora. Attenzione a non confondere microspora e macrospora!
Microspora e protozoi
Quando il termine microspora è affiancato alla parola protozoi, si sta parlando di certo del “microspora Phylum di Protozoi” che comprendente circa 800 specie, parassiti intracellulari obbligatori, soprattutto di Artropodi e pesci. Vi troviamo spore chitinose davvero piccola di dimensioni che vanno dai 2 ai massimo 20 μm, contenenti un corpo infettivo noto come sporoplasma.
Il phylum di tipo Rudimicrosporea troviamo parassiti di Gregarine, a loro volta viventi come parassiti di Anellidi e si ha un unico ordine, quello delle Metchnikovellida, in questo caso le spore sono sferiche con un apparato di estrusione rudimentale e non hanno polaroplasto.
Se invece il Phylum è di tipo Microsporea, le spore hanno un apparato di estrusione complesso e parete delle spore composta da 3 strati, diversi per spessore e composizione chimica. In questa seconda categoria sono compresi due ordini: Minisporidi e Microsporidi.
Microspore: botanica
Anche in botanica possiamo incontrare le microspore quando parliamo di tappeto. Non si tratta del “tappeto d’erba” ma di qualcosa di ben più micro e “di nicchia”. E’ uno strato di cellule dell’antera che inizialmente circondano le cellule madri della microspora e, dopo la meiosi, le microspore e, più tardi, i granuli di polline.
E’ composto da cellule ricche di sostanze nutritive per dare sostegno alle cellule madri delle microspore durante il loro sviluppo. Esistono due tipi di tappeto, quello secretore e quello invasore, il primo sviluppa un’attività secretrice, come il nome suggerisce, e poi si sgretola e subisce autolisi.
Microspore e megaspore
In alcuni organismi detti eterosporei troviamo le microspore in combinazione con le megaspore, ma nella maggior parte delle piante che si riproduce per mezzo di spore senza seme produce solo una classe di spore. Nelle felci, le sole piante megasporee sono acquatiche o semi-acquatiche, compreso il genere Marsilea, Regnellidium, Pilularia, Salvinia, e Azolla.
Microspore: il laboratorio
Si sente parlare di microspore anche per via dell’attività che sta portando avanti una azienda della provincia di Campobasso, la Ms Biotech che nei suoi laboratori Microspore ha sviluppato un complesso ad elevata concentrazione di microbi multitasking del suolo, costituito da batteri Pgpr e funghi.
Se a primo acchito pare qualcosa di non particolarmente attraente o esaltante, meglio approfondire perché questa scoperta ha riscontri concreti e impattanti. Continuando a sviluppare quanto ottenuto sarà possibile selezionare i microrganismi utili alla fertilità del suolo e alla protezione delle piante, così da attivare processi ad hoc e monitorare i risultati nel tempo.
Per le aziende agricole sarebbe una grande svolta, verso un modello di agricoltura biologico, con preparati contenenti batteri e funghi espressamente ed esclusivamente mirati ad aumentare la fertilità dei suoli e la produzione nel modo meno nocivo possibile, per chi coltiva e per chi consuma.
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Pubblicato da Marta Abbà il 22 Giugno 2018