Microbiota intestinale: definizione, causa di obesità e dieta
Si parla sempre più spesso di microbiota intestinale, va un po’ di moda come quando si parlava sempre di flora intestinale, ora il marketing ha trovato una nuova parola su cui fare leva ma non per questo dobbiamo noi disinteressarcene. Il microbiota intestinale è importante per la nostra salute e non solo per la nostra, è un elemento che hanno anche i cani e i gatti, ad esempio, e altri animali.
Microbiota: definizione
Il microbiota intestinale è uno degli elementi fondamentali di tutto l’ecosistema intestinale e comprende tre componenti: la barriera intestinale, il secondo cervello e, appunto, il microbiota intestinale. La barriera intestinale non è altro che una sorta di filtro molto selettivo e importante per il benessere dell’intero organismo. Ciò che viene chiamato secondo cervello consiste in una struttura di tipo neuroendocrino. Il microbiota intestinale? Non è un vero organo, funzionalmente ci appartiene ma non dal punto di vista anatomico e da sempre ci accompagna nell’evoluzione filogenetica.
Microbiota intestinale
Quando parliamo di microbiota intestinale intendiamo definite la comunità microbica del tratto enterico che sarebbe una comunità davvero popolata. Il numero di unità per alcuni specialisti sarebbe unguale a quelli delle cellule del corpo umano, per altri addirittura 10 volte maggiore. Quando parliamo di comunità intendiamo un insieme di soggetti anche diversi tra loro e nel caso del microbiota intestinale parliamo di batteri, lieviti, parassiti e virus.
Se siamo in una situazione di equilibrio, si può parlare di eubiosi e in queste condizioni le varie componenti del microbiota intestinale possono fare ciascuna il proprio mestiere risultando funzionalmente efficaci e soprattutto sincronizzate sia tra loro, sia con gli altri componenti dell’ecosistema intestinale. E’ quindi importante raggiungere e mantenere questo equilibrio. Le funzioni del microbiota intestinale sono varie e allo stesso tempo per noi sono essenziali.
Ecco qualche esempio di quello che può fare per noi: agire su processi di tipo metabolico e stimolare il sistema immunitario. Andando ancora di più nello specifico, possiamo dire che il microbiota gioca un ruolo importante nella sintesi di sostanze utili all’organismo, di tipo enzimatico, di protezione e cu aiuta ad eliminare le tossine. Nessuno avrà nulla da ridire quindi quando parleremo di microbiota come di qualcosa di essenziale per la nostra salute e per il mantenimento di quel equilibrio che ci lascia in una situazione di eubiosi.
Microbiota intestinale: possibile causa di obesità
A meno di patologie particolari, quando siamo in presenza di una condizione di obesità alla base di tutto ci possono essere diversi fattori: comportamentali, psicologici, ambientali, metabolici, neuro-immuno-endocrini. In un soggetto obeso il microbiota intestinale può avere delle caratteristiche particolari perché è stato notato che il mix di classi e specie di batteri intestinali può subire delle modifiche in base alle interazioni con l’ospite e con l’ambiente.
In una persona normopeso si riconoscono tre phyla batterici principali: Firmicutes, Actinobacteria e Bacteroidetes.
Negli studi che si sono focalizzati sulle relazioni tra microbiota intestinale e obesità è emerso il verificarsi di una modifica nella composizione del microbiota nei soggetti obesi con un incremento dei Firmicutes e una riduzione dei Bacteroidetes. Il microbiota può incidere sull’equilibrio nutrizionale e metabolico dell’organismo modulando la capacità di estrarre energia dagli alimenti della dieta e interagendo con il metabolismo glico-lipidico.
Microbiota: dieta
Proprio perché le interazioni tra ospite e ambiente possono modificare il microbiota, anche la dieta che un individuo segue influisce molto sulla composizione che esso presenta. E’ importante a maggior ragione seguire un regime alimentare equilibrato, vario e sano per raggiungere e mantenere l’equilibrio anche nel nostro intestino. Ci sono diversi studi in materia, in particolare c’è uno studio pubblicato sulla rivista Science da un gruppo di ricerca internazionale coordinato da Justin L. Sonnenburg, che ha analizzato la flora batterica degli Hadza, un popolo di cacciatori-raccoglitori della Tanzania, il cui regime alimentare varia in base alle stagioni. Grazie a questa loro abitudine è stato più semplice individuare correlazioni e concause.
Gli Hadza mangiano in un modo molto schematico e abitudinario, gli scienziati hanno analizzato 350 campioni di feci provenienti da 188 appartenenti a questo popolo raccogliendo i dati e osservando che il 70% dei microrganismi del genere Bacteroidetes spariva dall’intestino degli africani tra la fine della stagione secca e l’inizio di quella umida, per poi tornare nei mesi successivi. In generale sono state identificate quattro famiglie di batteri che sono particolarmente vulnerabili al cambio di alimentazione
Microbiota del cane
Non siamo noi uomini gli unici ad ospitare miliardi di cellule nel tratto gastroenterico, ma ciò accade in ogni bipede o quadrupede cane compreso. Anche i nostri amici a quattro zampe, quindi, hanno il microbiota intestinale al loro interno che regola le funzioni dell’apparato intestinale. A studiare ciò che avviene nei cani è stato in particolare Jan S. Suchodolski, Medico Veterinario Immunologo e uno dei maggiori esperti mondiali riguardo il microbioma di cane e gatto. Molti dei risultati ottenuti sono custoditi nel suo libro “Il Microbioma GI negli animali domestici – contributi per la salute e la malattia“.
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Pubblicato da Marta Abbà il 21 Settembre 2018